di Chiara Romanazzi
Un tema su cui stiamo discutendo molto a livello europeo è quello della Giusta Transizione. Come sappiamo, con il Green Deal l’Europa si è posta l’obiettivo di diventare climaticamente neutra, cioè di eliminare le emissioni di CO2 entro il 2050 e di ridurle del 55% entro il 2030. È sicuramente un obiettivo utile dal punto di vista climatico, ma disastroso dal punto di vista lavorativo se non si esige da subito che negli obiettivi del Green Deal venga inserita la dimensione sociale, per evitare che migliaia di lavoratori rimangano senza il proprio posto di lavoro, visto che i lavori cambieranno totalmente. Sicuramente nasceranno nuovi posti di lavoro, ma tantissimi altri andranno persi. Questo è il cambiamento più significativo dalla rivoluzione industriale.
NON SARÀ UGUALE PER TUTTI
Molti dei settori industriali verranno colpiti da questa decisione, dalle industrie estrattive a quelle ad alta intensità energetica. Tutte le nazioni europee verranno colpite, ma l’impatto non sarà uguale per tutti. Ci saranno, come sempre, regioni d’Europa dove l’impatto sarà più drammatico, e sicuramente il Sud Europa dove noi viviamo fa parte di quelle regioni, mentre nelle zone più ricche l’impatto sarà meno forte.
Attualmente 25 milioni di lavoratori manifatturieri in Europa stanno affrontando grandi cambiamenti, tra l’altro molto rapidi. Purtroppo, si stanno perdendo posti di lavoro per diversi motivi: per le ristrutturazioni a causa del COVID 19, per la decarbonizzazione, la digitalizzazione e a causa degli sviluppi del mercato.
Il pacchetto Fit for 55% pubblicato il 14 luglio 2021, che attua l’accordo globale di Parigi sul clima, raddoppiando le riduzioni annuali delle emissioni entro il 2030, accelererà ulteriormente le trasformazioni in atto.
LA RESPONSABILITÀ DELLA POLITICA
Poiché il Green Deal è un intervento politico, i politici europei hanno la responsabilità diretta di fornire un quadro di transizione giusta per i lavoratori e le regioni colpite per evitare la deindustrializzazione.
Sicuramente l’approvazione del Fondo per una Giusta Transizione a giugno 2021 è una vittoria per noi sindacalisti, ma non è abbastanza. Non solo perché 17 miliardi e mezzo non sono sufficienti per garantire la Giusta Transizione in Europa, ma anche perché dobbiamo esigere che l’Unione europea, il governo e le imprese si impegnino nel dialogo sociale e a coinvolgere i lavoratori nelle decisioni strategiche e sicuramente il Green Deal è una decisione più che strategica! Abbiamo urgente bisogno che la Giusta Transizione si trasformi in piani e azioni concrete, perché tutti i nostri iscritti e i nostri settori saranno influenzati dalla decarbonizzazione della nostra economia e della nostra società.
LA CAMPAGNA DI INDUSTRIALL EUROPE
Per questo motivo aderiamo alla campagna che ha lanciato IndustriAll Europe, il sindacato europeo a cui siamo affiliati, il cui slogan è: “Niente che riguarda noi si fa senza di noi!”. In questi giorni, esattamente dal 25 ottobre al 10 novembre, tutti i sindacati in Europa stanno svolgendo iniziative a favore della Giusta Transizione. Noi abbiamo deciso di aderire alla campagna durante lo svolgimento del nostro Consiglio Nazionale del 27 ottobre scorso.
In questi giorni insieme a tutti i sindacati d’Europa facciamo cinque richieste:
- Chiediamo risorse adeguate per una transizione giusta che non lasci indietro nessuno. L’Europa ha bisogno di una politica industriale sostenibile che gestisca l’occupazione nel passaggio all’industria a zero emissioni. Si stima che per riqualificare un lavoratore ci vogliano 10mila euro: per questo il Fondo di Giusta Transizione è inadeguato per il compito da svolgere.
- Chiediamo che ci sia una mappatura chiara delle conseguenze occupazionali di uno cambiamento verso industrie a zero emissioni. Se non viene individuato in quali regioni si trovano i lavoratori che verranno maggiormente colpiti, i programmi di riqualificazione non sono adatti a garantire le transizioni da un posto di lavoro ad un altro!
- Chiediamo il coinvolgimento dei lavoratori nel dialogo sociale e nel cambiamento!
- Chiediamo che le politiche attive del mercato del lavoro affrontino urgentemente la riqualificazione dei lavoratori per prepararli alle industrie in trasformazione.
- Chiediamo, infine, cooperazione politica e scambio di buone pratiche tra i vari Paesi europei.
La Giusta Transizione è un tema che ci vedrà molto impegnati nei prossimi anni e che ci farà discutere molto anche durante il nostro prossimo congresso. La Uilm farà sentire la propria voce in tutta Europa per affermare il diritto dei lavoratori di essere coinvolti nel riqualificare i posti di lavoro oggi, per il futuro.