Nuova sede a Lecco: da dove siamo partiti, cosa abbiamo dovuto fare

di Enrico Azzaro

Non si può dimenticare che persino ai tavoli delle associazioni datoriali venivi invitato a uscire dalle riunioni oppure si effettuavano incontri separati. Questo perché le altre sigle non volevano confrontarsi al tavolo con la nostra Organizzazione. Alle assemblee di organizzazione le altre sigle entravano senza alcuna convocazione, come se fossero a casa loro. Poi abbiamo assistito anche alle assemblee in tandem, una sigla invitava l’altra alle assemblee di organizzazione. Uno spettacolo, che però non è sfuggito ai lavoratori, tanto che nelle aziende dove siamo riusciti a proporci ci siamo affermati, talvolta superando anche le più rosee aspettative.
Da questo percorso iniziato nel febbraio 2014, oggi, 8 ottobre 2021, abbiamo realizzato qualcosa di importante e che non era nemmeno immaginabile allora.

LA NUOVA SEDE
Avere inaugurato la sede sindacale è una notizia positiva: è un presidio di democrazia, è un luogo di dialogo e confronto, è uno spazio per assistere lavoratori, pensionati e giovani e per la Uilm significa rafforzare la nostra presenza sul territorio, convinti che solo il buon lavoro e l’onestà consentano di tutelare le persone e dare risposte ai problemi di tutti i giorni.
All’inaugurazione erano presenti Rocco Palombella, Segretario generale Uilm, Giacomo Arrigoni, Segretario generale Uilm negli anni 2000, Vittorio Sarti, coordinatore regionale, Ferdinando Lioi, Segretario organizzativo Uil Lombardia.
Con loro tutta la nostra squadra: Beatrice Marcolini, responsabile del settore lavoratori somministrati, Gabriella Trogu, responsabile dei servizi e dell’Ufficio Vertenze, Igor Gianoncelli, responsabile della zona comasca e sondriese, Manuel Poppa, responsabile dell’area meratese, Silvia Maggi, operatrice tecnica, Stefania Gusmeroli, responsabile tecnica della Provincia di Sondrio e poi i nostri delegati, la nostra gente.

LA CONOSCENZA È CULTURA
La cultura è lavoro e ricchezza. Notiamo spesso come sia lontana Roma dal territorio e dalle proprie specificità, lo si è visto anche con la questione del vaccino. Al di là delle legittime opinioni di ciascuno c’è un problema di fondo: i lavoratori vedono una forte ingerenza nel provvedimento governativo che istituisce l’obbligo del Green pass nei luoghi di lavoro. È la stessa ingerenza che vediamo nei provvedimenti e nelle norme che introducono il precariato, in quelle che allungano l’accesso alla pensione.
Diversamente, se pensiamo al contrasto verso quelle imprese che disattendono le più elementari norme sulla sicurezza e la salute dei lavoratori, ancora più quelle che lo fanno per profitto, ci chiediamo come mai non ci sia la stessa identica attenzione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *