L’ennesima fumata nera e la conferma di chiudere lo stabilimento di Campi Bisenzio, in provincia di Firenze. Questa la conclusione dell’incontro dello scorso 31 agosto, convocato dal Ministero del Lavoro e svoltosi in videoconferenza. “La decisione di Gkn di chiudere il sito di Firenze purtroppo non è cambiata” hanno dichiarato Gianluca Ficco, segretario nazionale della Uilm, e Davide Materazzi, segretario della Uilm di Firenze. I due rappresentanti della Uilm indicano come “solo un’azione istituzionale forte può a questo punto dare una svolta alla vertenza”. Si tratta del futuro occupazionale di 422 lavoratori che il 9 luglio scorso hanno ricevuto via pec la notizia del licenziamento da parte dell’azienda, posseduta dal fondo inglese Melrose e realtà storica del territorio fiorentino, che produce semiassi e altri componenti meccanici per i motori auto.
MURO CONTRO MURO
Prima dell’incontro è trapelata la notizia della disponibilità dell’azienda alla possibilità di far ricorso a una cassa integrazione per cessazione di attività e non di crisi. Questa proposta è stata rigettata al mittente dalle organizzazioni sindacali perché, spiegano Ficco e Materazzi, “si persevera nella scellerata decisione di cessare l’attività” e, inoltre, “il riferimento a possibili reindustrializzazioni non ha alcun significato concreto per la sua assoluta genericità e aleatorietà”.
“Come sindacato”, aggiungono, “non possiamo certo accontentarci di posticipare di pochi mesi i licenziamenti, piuttosto è nostro dovere provare a salvare i posti di lavoro”. “Sulla vertenza”, hanno concluso, “speriamo che possano influire due interventi istituzionali, che potenzialmente hanno una portata generale molto importante: innanzitutto l’annunciata legge che dovrebbe scoraggiare le chiusure aziendali, inoltre le politiche di settore per l’automotive anch’esse più volte annunciate”.
LA LOTTA UNISCE
Il 4 settembre una rappresentanza degli operai della Gkn si è recata presso lo stabilimento di Napoli di Whirlpool, per unire le lotte e schierarsi contro le scelte inaudite delle due multinazionali. A legare gli operai di queste due vertenze sono anche la vicinanza dei termini della procedura di licenziamento: il 24 settembre per i lavoratori toscani e il 27 settembre per quelli campani. Stiamo parlando del futuro di circa mille operai, tra diretti e indiretti, centinaia di famiglie e intere comunità. Il Governo intervenga prima che sia troppo tardi.