Aumenta l’occupazione ma lontani dai livelli pre-pandemia

Una ripresa netta ma con incognite per il futuro e con numeri lontani dai livelli pre-pandemia. Così si potrebbe riassumere la condizione del mercato del lavoro in Italia dopo i dati diffusi dall’Istat nell’ultima rilevazione pubblicata lo scorso primo settembre.

I NUMERI

A luglio 2021 si è registrato un aumento di 440mila occupati rispetto allo stesso mese dello scorso anno, anche se ancora si registrano variazioni negative per gli indipendenti e per i lavoratori tra i 35 e i 49 anni.
Rispetto all’aumento occupazionale si deve sottolineare che la forte crescita registrata nei precedenti cinque mesi ha determinato un saldo rispetto a gennaio 2021 di 550mila occupati in più, di cui 300mila con contratti a tempo determinato.
Su base mensile, a luglio si segnala una piccola diminuzione dello 0,1% degli occupati, pari a 23mila posti di lavoro in meno rispetto al mese precedente, che riguarda solo gli autonomi e gli over 35. Allo stesso si registra un aumento degli inattivi (+0,2%) e una diminuzione dei disoccupati dell’1,2%, pari a 29mila persone, che si concentra prevalentemente tra gli uomini e i giovani dai 15 ai 24 anni.
L’istituto di statistica sottolinea, infine, come manchino all’appello 260mila occupati rispetto ai livelli pre-pandemia, ovvero a febbraio 2020. Un dato importante che rappresenta la profondità della crisi che stiamo vivendo da 18 mesi e di quanto lavoro ancora si debba fare.

RIPRESA E FUTURO
La rilevazione dell’Istat, esorta il leader Uilm Rocco Palombella, “deve far riflettere il Governo e tutte le istituzioni affinché mettano in campo le giuste soluzioni per avere un aumento occupazionale, con contratti stabili e tutele garantite, anche grazie ai fondi europei del Pnrr”. I prossimi mesi, aggiunge Palombella, “saranno decisivi per vedere se la ripresa sarà stabile e duratura, come ci auguriamo, per poter finalmente metterci alle spalle una crisi senza precedenti”. Da questa emergenza, conclude il Segretario dei metalmeccanici della Uil, “si esce con più diritti e più tutele sul lavoro e una prospettiva industriale che mantenga il nostro Paese tra i primi in Europa e nel Mondo”.

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