Ccnl: entro l’anno toccherà a Orafi Argentieri e Artigiani

di Luca Maria Colonna

In questi primi sette mesi del 2021, la Uilm ha sottoscritto accordi di rinnovo del contratto nazionale con Federmeccanica e Assistal il 5 febbraio che riguarda circa un milione e mezzo di dipendenti, di quello con Unionmeccanica Confapi il 26 maggio per una platea di 360mila dipendenti, di quello con le Cooperative metalmeccaniche per circa 12mila soci e lavoratori dipendenti e il 7 giugno con la Confimi Impresa Meccanica per circa 80mila dipendenti. Tutti questi accordi di rinnovo sono stati illustrati nell’assemblea, nel rispetto delle norme anti Covid19, e poi approvati nella consultazione dei lavoratori.
Per tutti questi accordi di rinnovo, si sta quindi procedendo alla stesura del testo per andare in stampa già alla ripresa delle attività dopo la pausa estiva.

DA RINNOVARE
L’intero settore dell’industria metalmeccanica e della installazione di impianti è coperto da CCNL in vigore. Restano però ancora da rinnovare il CCNL dell’artigianato metalmeccanico, dell’installazione di impianti, dell’autoriparazione, dell’artigianato orafo, argentiero e del gioiello e delle imprese odontotecniche che interessa 500mila lavoratori e 120mila imprese e quello dell’industria orafa che interessa quasi 10mila dipendenti in 700 imprese.
Se ci si sofferma sui numeri appena riportati e si calcola il numero medio di dipendenti: quattro per l’artigianato e 14 per l’industria orafa si comprendono subito le difficoltà dell’azione contrattuale del sindacato. Siamo nel mondo della piccola e della microimpresa, nel quale l’imprenditore spesso è un ex dipendente che si è messo “in proprio”.

DIFFERENZE IMPORTANTI
Fin qui, gli elementi in comune tra i due CCNL, ma vi sono anche differenze importanti: il CCNL dell’industria orafa è scaduto il 30 giugno 2020, cioè poco più di un anno fa e sei mesi dopo quello di Federmeccanica e Assistal, mentre quello dell’artigianato è scaduto il 31 dicembre 2018 e segna un ritardo superiore alla metà della normale durata contrattuale che nel sistema di regole dell’artigianato è di quattro anni.
Nel CCNL dell’industria orafa sono presenti anche imprese di medie dimensione, da 50 dipendenti in su, che occupano la metà dei dipendenti complessivi, che spesso sono di proprietà di grandi marchi del “lusso” e che lavorano ormai con i criteri di “Industria 4.0”, dobbiamo far leva su queste imprese per ottenere un rinnovo contrattuale in linea con quello dei metalmeccanici.
Il CCNL dell’artigianato invece è applicato solo a imprese artigiane, cioè a imprese piccolissime, nelle quali l’imprenditore lavora al fianco dei propri dipendenti, con apporto anche di lavoro manuale.

LA REALTÀ DEI FATTI
Per intenderci, se il vostro carrozziere o il vostro gommista, se la persona che vi manutiene la caldaia o che viene a rifare l’impianto elettrico o a installare il condizionatore, ha dei dipendenti, è molto probabile che applichi a questi ultimi il CCNL dell’artigianato.
Si tratta di persone – fatemi dire per spiegarmi – “normali”, che spesso vivono nel nostro stesso condominio e che in questo contesto emergenziale, complicato e confuso, tendono a non prendere decisioni, a contenere le spese e che quando gli spieghi che il rinnovo del contratto comporta un aumento delle retribuzioni restano sbalorditi come se gli avessi chiesto la luna.
Che ci sia un pò di furbizia, lo metto in conto, ma che questa situazione li spaventi e li preoccupi non si può negare. E in fondo, credo che chiunque legga, abbia un amico o un parente che ha un’impresa artigiana e può fare la controprova e tirar su una propria opinione.

COSA FARE
Quindi, dobbiamo attendere che finisca la pandemia per rinnovare questi CCNL? Assolutamente no! Dobbiamo convincerli – visto che costringerli con gli scioperi è assai complicato – che ripartire è un atto di volontà e di coraggio e che se lo hanno fatto le grandi, le medie e le piccole imprese del settore metalmeccanico, possono farlo anche loro.
In fondo anche loro dicono che “i loro dipendenti sono la loro forza”, e allora pagarli un po’ meglio significa riconoscere concretamente questa affermazione ma anche evitare che magari si dimettano per andare a lavorare in un’azienda più grande e strutturata. E per la Uilm i tempi per farlo sono i restanti mesi del 2021.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *