Armistizio in Elica fino a settembre sul piano industriale

di Gianluca Ficco

Il piano industriale presentato da Elica aveva suscitano un moto di ribellione profonda, non solo fra i lavoratori ma anche nell’opinione pubblica, a causa di quei 410 esuberi dichiarati su una platea interessata di poco più di 600 persone. Dopo mesi di scioperi e di manifestazioni è arrivato però un primo segnale di ripensamento da parte dei vertici aziendali, che subito come sindacato abbiamo voluto cogliere per cercare di cambiare le sorti di una delle vertenze più drammatiche dell’ultimo anno.

SOSPENSIONE DEL PIANO

Alla riunione del 30 giugno tenutasi al ministero dello Sviluppo economico, la direzione di Elica si è difatti detta disponibile a sospendere l’esecuzione del piano industriale e a discutere col sindacato possibili modifiche. Ma al successivo incontro tecnico, in cui pure venivano indicate alcune produzioni che sarebbero potute rimanere in Italia o essere trasferite dalla Polonia, si viveva non poca disillusione allorché si scopriva che le modifiche comportavano il recupero di sole 90 persone.
In ogni caso, all’ultimo incontro ministeriale del 21 luglio, Elica ha confermato l’intenzione di non procedere con atti unilaterali e di proseguire il confronto per cercare di addivenire a un piano condiviso con sindacato e istituzioni, con un primo momento di verifica a settembre. Da parte aziendale si è percepita anche la volontà di capire se ulteriori modifiche del piano industriale possano essere accompagnate da strumenti pubblici di incentivi.

PROSSIMI PASSI

Come sindacato useremo i prossimi mesi sia per provare a modificare ulteriormente il piano industriale, e così ridurre il più possibile il numero delle potenziali eccedenze, sia per individuare di concerto con azienda e ministero strumenti che garantiscano una gestione socialmente accettabile. In tal senso si porranno senz’altro i temi di interpretazione del famigerato jobs act e in particolare del contatore degli ammortizzatori sociali, temi che risulteranno fondamentali per moltissime imprese.
Infine appoggeremo l’idea che eventuali investimenti, volti a rilanciare la produzione, siano incentivati, convinti più che mai dalle recenti vicende che l’Italia debba varare norme che penalizzino chi delocalizza e incentivino chi investe. Il PNRR potrebbe essere l’occasione di una vera ripartenza economica, purché i soldi vengano spesi presto e bene, per salvaguardare e rilanciare l’industria esportatrice che costituisce il nerbo della nostra economia. In tale senso Elica è un caso emblematico: leader delle cappe da cucina, radicato nel territorio di Fabriano, rappresenta uno di quei piccoli campioni nazionali che dobbiamo salvare e che invece rischiamo di perdere per sempre.

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