“Odiosa e ingiustificabile”. Così il responsabile nazionale Uilm del settore elettrodomestici, Gianluca Ficco, ha commentato a caldo la decisione di Whirlpool di avviare la procedura di licenziamento per i lavoratori di Napoli, disattendendo le raccomandazioni delle Parti sociali e del Governo. Basti pensare, continua Ficco che “le 13 settimane aggiuntive di cassa integrazione di cui potrebbe avvalersi sono esenti da qualsiasi costo”. La decisione è arrivata il 14 luglio, dopo due anni difficili e promesse disattese da ogni parte.
“È arrivato il momento per il ministero dello Sviluppo economico – ha aggiunto Ficco – di dimostrare di avere la volontà e le capacità di influire ancora sulle vertenze del nostro Paese e in questo caso particolare di rivendicare insieme a noi il rispetto di un accordo firmato nel 2018 in sede istituzionale. Noi faremo le dovute verifiche sulla possibilità di contrastare sul piano legale la procedura di licenziamento e vorremmo sperare che il ministero faccia lo stesso. Nel caso in cui il ministero non assumesse iniziative concrete e si limitasse a qualche rimbrotto di facciata, diventerebbe colpevole come e più della multinazionale”.
ULTIME TAPPE
All’incontro convocato dal ministero dello Sviluppo economico, il 23 giugno scorso, con in contemporanea lo sciopero di otto ore e blocco delle produzioni in tutti gli stabilimenti Whirlpool, la multinazionale aveva già ribadito l’intenzione di procedere a luglio con l’apertura della procedura di licenziamento per i lavoratori di Napoli, che come noto ha una durata di 75 giorni prima di sfociare nella risoluzione dei rapporti di lavoro.
Tuttavia, la speranza che tutto potesse essere spostato in avanti era arrivata con l’Avviso comune sottoscritto da Cgil Cisl e Uil, il governo e le associazioni datoriali più rappresentative che avrebbero permesso alla multinazionale di sfruttare ulteriori 13 settimane di cassa integrazione non onerosa prima di procedere con i licenziamenti. Lo stesso Rocco Palombella, Segretario generale Uilm, aveva auspicato questo percorso: “Questo tempo ulteriore ci darebbe la possibilità di trovare una soluzione”, aveva dichiarato ospite di Economia24 su RaiNews.
L’IMPEGNO DELL’AZIENDA
Nell’accordo sottoscritto nel 2018 e in vigore fino al 31 dicembre 2021, l’azienda si impegnava a non aprire procedure di licenziamento collettivo a fronte della ingente disponibilità di ammortizzatori sociali in deroga su tutto il Gruppo. L’apertura della procedura su Napoli rappresenta, quindi, un ennesimo atto unilaterale di violazione dell’accordo da parte dell’azienda che impedisce ai soggetti al tavolo di poter continuare un confronto che non sia condizionato dai tempi della procedura e dalla minaccia della perdita dei posti di lavoro e che mette in discussione la credibilità dell’azienda stessa.
SGARBO ISTITUZIONALE
“Draghi ci ha detto che la decisione della Whirlpool di avviare la procedura di licenziamento per i dipendenti dello stabilimento di Napoli rappresenta un grave e inaccettabile sgarbo istituzionale”. Ce lo racconta il Segretario generale aggiunto della Uilm Campania, Antonello Accurso, al termine dell’incontro del 15 luglio pomeriggio con il premier Mario Draghi avuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. “Il Presidente del Consiglio – ha aggiunto Accurso – si è impegnato a trovare una soluzione industriale alla vertenza, assicurando che si impegnerà personalmente”. Le organizzazioni sindacali campane hanno quindi chiesto a Draghi di sollecitare la Whirlpool a non avviare la procedura di licenziamento e di preservare gli accordi sottoscritti.
L’ultima manifestazione dei lavoratori a Roma, sotto la sede del ministero dello Sviluppo economico, si è tenuta il 18 giugno scorso. In quell’occasione Fim Fiom Uilm avevano ribadito come dopo due anni di lotta solitaria fosse arrivato il momento per il governo di schierarsi con il sindacato.
“Come sindacato – conclude Ficco – ci siamo detti disponibili al confronto, nel caso in cui in extremis la procedura di licenziamento fosse scongiurata, purché lo stesso sia finalizzato a cercare una soluzione lavorativa per i colleghi di Napoli e a definire missioni produttive per tutti gli stabilimenti italiani. La discussione non può certo limitarsi ai temi avanzati dalla Whirlpool, vale a dire a incentivi all’esodo e possibili trasferimenti a Varese. Dal canto suo il ministero dello Sviluppo economico dice di avere un piano quasi pronto da presentare; attendiamo naturalmente di poterlo conoscere, ma vorremmo poter confrontarci senza la spada di Damocle di una procedura di licenziamento già aperta, che, come noto, innesca un conto alla rovescia di 75 giorni trascorsi i quali partono le lettere di licenziamento”.