Storia della tormentata trattativa Electrolux

di Gianluca Ficco

Una trattativa durata oltre un anno, interrotta dalla pandemia, caratterizzata da forti scontri fra la Uilm da una parte e Fim e Fiom dall’altra, una trattativa che nemmeno il referendum sull’ipotesi di accordo è davvero riuscita a risolvere. Oggetto del negoziato è stato il rinnovo del contratto integrativo Electrolux, scaduto da un decennio e più non ridiscusso a causa della violenta crisi che ha colpito il settore degli elettrodomestici e che ha costretto il sindacato, con la Uilm in prima linea, a durissime lotte per scongiurare chiusure di stabilimenti e per respingere reiterati tentativi aziendali di taglio dei salari e dei diritti.

LA PIATTAFORMA
Il 12 dicembre 2019, dopo anni di sofferti ma importantissimi accordi difensivi, i lavoratori hanno varato la piattaforma di rinnovo del Contratto integrativo pieni di speranze e di aspettative, per rovesciare almeno stavolta il canovaccio della discussione. Ma Electrolux, suddivisa nel frattempo in due società quotate, quella del Domestico e quella del Professional, ha inizialmente dichiarato disponibilità salariali esigue e ha ben presto presentato una sorta di contro-piattaforma aziendale. Le pretese aziendali si sono concentrate sulla richiesta di avere mani libere nella gestione dell’orario di lavoro, in particolare su straordinario, plurisettimanale e permessi annui collettivi collettivi da poter unilateralmente comandare a ore anziché a giornata; una tal richiesta è suonata come una assoluta novità rispetto al tradizionale “sistema partecipativo” da molto tempo in vigore, che prevede in tutti questi casi la necessità di un’intesa con le rappresentanze di fabbrica e la possibilità di nazionalizzazione delle discussioni in caso di mancato accordo.

IL SISTEMA PARTECIPATIVO
Per l’intera trattativa la Uilm, a suo tempo fautrice e oggi convinta sostenitrice del sistema partecipativo, si è scontrata non solo con la Direzione aziendale ma anche con Fim e soprattutto con Fiom, immediatamente dichiaratasi pronta almeno nei suoi vertici nazionali a trovare un compromesso sul punto. Il fatto che il “sistema partecipativo Electrolux” sia una assoluta specificità, se per le altre organizzazioni ha potuto rappresentare un motivo di disponibilità a trattare, per noi invece ha costituito e costituisce un valido argomento per battersi a sua salvaguardia. Riteniamo di evidente interesse sindacale, in un Paese in cui la partecipazione resta ancora una chimera, provare a preservare un sistema di relazioni avanzato, divenuto celebre proprio per la sua unicità, per il grado non comune di coinvolgimento dei delegati di fabbrica.

L’IPOTESI DI ACCORDO
Dopo molti mesi di aspro confronto, siamo comunque riusciti a ridimensionare molto le pretese aziendali e a incrementare la cifra salariale. Il 23 aprile abbiamo quindi raggiunto una sofferta ipotesi di accordo, le cui principali novità sono: un aumento del premio di risultato annuo, che passa dagli attuali 1.589 euro a 1.789 euro nel 2021, 1.989 nel 2022, 2.189 nel 2023, 2.289 nel 2024, somme a cui si aggiunge, per il personale dei plant, un bonus incrementale legato al sistema EMS del 2%, del 4%, del 5% o del 6% per le fabbriche classificate rispettivamente con bronzo, argento, oro e platino; un aumento degli anticipi mensili del premio dagli attuali 78 euro a 120 euro; la possibilità su base volontaria di percepire il premio sotto forma di flexible benfit con un contributo aggiuntivo da parte dell’azienda del 10%; il miglioramento delle discipline della trasferta e della reperibilità; la istallazione nel biennio 2021-2022 di 147 nuovi impianti di raffrescamento; la previsione che il premio per le quote di anticipo mensile maturi anche durante il congedo genitoriale facoltativo, con la possibilità su base volontaria di convertirlo in permessi aggiuntivi; l’introduzione dell’istituto della banca ore solidale; la stabilizzazione di 108 lavoratori degli attuali assunti a termine o in staff leasing, con un impegno a valutare ulteriori stabilizzazioni in futuro; sul controverso punto dell’orario di lavoro, infine, la definizione di una quota di straordinari esenti da accordo pari a 24 ore annue, da effettuare di sabato su turno unico (escluso il periodo luglio-agosto) con un’indennità oraria di 2,5 euro aggiuntiva alle normali maggiorazioni (l’indennità dello straordinario concordato viene invece portata a 3 euro), nonché la possibilità per l’Azienda di disporre i 5 PAR collettivi in modo frazionato ad ore, in modo da svolgere settimane da 6 ore giornaliere, da comunicare con preavviso di 6 giorni.

IL REFERENDUM
Ma il successivo referendum sindacale ha dimostrato che i cambiamenti ottenuti nel negoziato, per quanto rilevanti, non hanno convinto del tutto i lavoratori. Lo spoglio del 23 aprile ha avuto difatti un esito assai controverso, quanto meno dal punto di vista politico: una approvazione risicata, con 1867 sì contro 1835 no, per giunta con il voto favorevole di Electrolux Professional e contrario di Electrolux Elettrodomestici. Se si può asserire che formalmente i sì hanno prevalso nel complesso, è altrettanto chiaro che arriva dalle fabbriche di Electrolux Elettrodomestici un segnale forte di dissenso che non può essere ignorato.
Come Uilm pensiamo che questo risultato imponga al sindacato di aprire un confronto prima al proprio interno e poi con la Azienda. Per questa ragione abbiamo invitato Fim e Fiom a svolgere un coordinamento unitario. Siamo tuttora in attesa di risposta, ma vogliamo confidare che almeno stavolta si possa costituire un fronte unitario verso la Direzione aziendale. Prima di avanzare alla Azienda una propria posizione di organizzazione, la Uilm nei prossimi giorni proverà quindi a cercare una posizione comune con Fim e con Fiom, a condizione però che questa faccia i conti con l’esito non solo formale ma anche sostanziale del voto dei lavoratori.

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