I lavoratori della Divisione Automazione di Leonardo respingono al mittente la cessione

di Antonio Apa

Il 29 maggio 2020 a Roma i vertici di Leonardo, alla presenza delle segreterie nazionali, territoriali genovesi e delle Rsu, smentirono le indiscrezioni sulla ventilata cessione dell’Automazione. A distanza di mesi, esattamente il 10 marzo 2021, in un incontro via telematica hanno comunicato la valorizzazione della stessa proprio mentre in contemporanea l’ad Alessandro Profumo, nell’illustrare agli analisti i risultati del 2020, dichiarava il contrario, ovvero la messa in vendita dell’Automazione.

POCA CHIAREZZA
E’ evidente che non c’è chiarezza tra i gruppi dirigenti, ma quello che è inaccettabile è che Profumo in interviste giornalistiche, in occasione di alcune venute a Genova, con emissari mandati a rassicurare le Istituzioni, con enfasi abbia sempre sostenuto che i siti genovesi siano eccellenti con un’alta professionalità dei lavoratori e che l’Automazione non sarebbe stata venduta. Si metta d’accordo con i suoi dirigenti che il 10 marzo scorso hanno sostenuto tutto il contrario, confermando l’apertura di una trattativa con eventuali soggetti industriali per la sua valorizzazione, o cessione?
Il 7 aprile scorso 700 lavoratori genovesi hanno risposto con una mobilitazione bloccando il centro di Genova e in seguito, il 21 aprile, con un’ulteriore massiccia manifestazione in cui i lavoratori oltre a sfilare per le vie cittadine si sono recati in Prefettura e hanno richiesto al Prefetto di informare il Mise e richiedere a Giancarlo Giorgetti un incontro con le organizzazioni sindacali e la società Leonardo.

BASTA PRESE IN GIRO
Profumo a mio avviso la deve smettere di prendere in giro i lavoratori, le Istituzioni, il Parlamento, i Ministri Patuanelli e Giorgetti e persino la Chiesa. In tutte le sedi non si può pontificare la capacità tecnologica della struttura industriale del sito di Genova e poi rinnegare, lo ripeto per l’ennesima volta, le affermazioni positive cedendo una realtà che noi riteniamo strategica con 400 addetti e 150 milioni di fatturato. Un business di valore che non va depauperato, ma mantenuto e valorizzato dentro il perimetro Leonardo.
Lo dimostrano importanti ordini acquisiti per circa 70 milioni per realizzare nuovi sistemi di smistamento per Amazon e aeroporti spagnoli.

LAVORATORI ANCORA IN SCIOPERO
Intanto i lavoratori il 18 maggio hanno intrapreso uno sciopero bloccando il centro cittadino di Sestri Ponente e non si fermeranno, perché la prossima settimana abbiamo l’idea come Fim Fiom Uilm di organizzare un’altra forte mobilitazione. Continueremo finché il Mise non ci riceverà.
Aprano bene le orecchie i gruppi dirigenti, i lavoratori hanno mandato un messaggio preciso. Saremo irremovibili sulla cessione della società che ha prodotto capacità tecnologiche e professionalità eccellenti.
La cosa sorprendente è che queste maestranze giornalmente producono fatturato a favore anche dei lauti stipendi dei dirigenti ma assistono inermi a scelte sciagurate come la dismissione di attività produttive e le centinaia di assunzioni di gruppi dirigenti che non solo sono inadeguati ma messi a capo di divisioni producono solo disastri.
Vogliono forzare la mano? Lo facciano, se ne assumeranno le responsabilità anche perché la difesa dell’Automazione significa anche la difesa della Cyber Security che indipendentemente dalle cose che sostiene Profeta non se la passa certamente bene.

IL RUOLO DEL MISE
Francamente è alquanto discutibile che un autorevole Ministro come Giorgetti, che mastica economia, chiamato a rispondere a un’interrogazione in Parlamento sull’Automazione, invece di esporsi in modo autonomo sembrerebbe che legga sotto dettatura una velina passata da Leonardo che non lascia intravedere nulla di buono per la Divisione Automazione.
Il Ministro dovrebbe sapere che questo è un film già visto lo scorso anno, quando Patuanelli al Mise si trovò nella stessa identica situazione e sempre sotto dettatura di Leonardo ebbe a dire che i siti genovesi erano strategici, compresa l’Automazione. Chi mente? In un convegno unitario tenutosi a Genova con le segreterie nazionali Fim Fiom Uilm l’11 maggio, con la presenza delle Istituzioni e delle forze politiche, è emersa la volontà di respingere al mittente la scelta di Leonardo di cedere un asset strategico quale è l’Automazione.

ALCUNE CONTRADDIZIONI
In quella sede ho fatto emergere alcune contraddizioni del gruppo dirigente il quale tende a far emergere sempre e comunque il suo unico pensiero, cosa che contrasta in quanto Leonardo non gode di ottima salute. Per questo non capisco come si fa a fare un’operazione a debito per 606 milioni comprando una società per più del 50% controllandone il 25%… aumentando il debito. Tutto questo contrasta sia con la chiusura dei conti 2020 sia con la trimestrale 2021 che non rappresentano certamente un grande successo. L’ad, volendo far dimenticare l’acquisto di Hensoldt, sostiene che la struttura finanziaria sia solida e con la cessione del 30% di Drs e dell’Automazione si ridurrebbe il debito di Leonardo che è molto elevato.

NON STAREMO FERMI
Noi vogliamo portare la vicenda Automazione fuori dai confini genovesi perché esiste un problema che si chiama Leonardo. La politica e il Mise non possono stare inermi a guardare. Oggi, lo evidenzio con forza, non è solo in gioco l’Automazione ma la Cyber Security, le aerostrutture e l’elettronica. La Uilm, senza i lauti guadagni dei gruppi dirigenti, è in grado di fare proposte e quando Giorgetti convocherà sia noi che Leonardo gliele illustreremo. Intanto come si fa a spendere 606 milioni quando basterebbe l’1% di quella spesa per rilanciare l’Automazione e non si ridurrebbe del 30% la forza lavoro, cosa che nessuno ci restituirebbe? Noi non cederemo a nessuna lusinga. A Profumo vorrei ricordare che per le sue vicende personali ha avuto la solidarietà del Cda. Si ricordi anche che i lavoratori dell’Automazione non necessitano della sua solidarietà ma di fatti concreti, a partire dalla non cessione della stessa, della salvaguardia dei loro posti di lavoro e della loro remunerazione. Se lo rammenti prima di fare scelte incaute.

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