“Per noi è arrivato il momento di chiudere il contratto integrativo di Leonardo seguendo la strada dell’ipotesi di rinnovo del CCNL siglata il 5 febbraio. Abbiamo presentato una piattaforma ambiziosa che dobbiamo portare avanti con coraggio”. Così Rocco Palombella, Segretario generale Uilm, al Coordinamento di Leonardo che si è svolto a Roma il 29 marzo.
Nonostante la fase di difficoltà legata alla pandemia, la Uilm ha sentito la necessità di riunirsi per senso di responsabilità nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori di Leonardo per dare continuità allo svolgimento di un ruolo che deve andare oltre il contingente, per discutere e analizzare questioni di interesse dei lavoratori e assumere le decisioni utili a traguardare il futuro aziendale.
LA FORZA DELLA ONE COMPANY
“La peculiarità di Leonardo è quella di essere una One Company e se c’è un lato positivo in questo è che l’unica società può sopperire alle difficoltà di singole Divisioni grazie ai risultati di altri comparti, come accaduto durante la pandemia. Da anni – continua Palombella – chiediamo interventi e investimenti strutturali e industriali per dare una prospettiva a tutti i siti produttivi di Leonardo in Italia”.
Le rsu Uilm e le strutture territoriali sono state sempre presenti nei siti, anche durante la fase più acuta della pandemia: hanno continuato a essere, nei luoghi di lavoro, un riferimento per tutte le lavoratrici e lavoratori ma anche per la stessa azienda. Gli ultimi successi per i rinnovi delle rsu hanno riconosciuto questo ruolo e spingono la Uilm a continuare con questa linea “propositiva”.
Il progetto di bilancio di esercizio e il bilancio consolidato al 31 dicembre 2020 presentato dall’ad, Alessandro Profumo, ci riporta una sostanziale “tenuta” complessiva del gruppo aerospaziale rispetto agli impatti della pandemia Covid sui mercati di riferimento. Ma ci sono Divisioni e attività industriali che soffrono, e purtroppo soffriranno ancora nei prossimi mesi.
STABILIMENTI IN SOFFERENZA
“Per quanto riguarda lo stabilimento di Pomigliano – spiega il leader dei metalmeccanici della Uil – dove vengono prodotti gli Atr, c’è una questione di mancanza annosa di investimenti che si è sommata agli effetti della pandemia”.
“Quanto accaduto nel sito della Divisione Aerostrutture di Grottaglie, invece – prosegue – dipende esclusivamente dalla pandemia. Per lo stabilimento pugliese erano in programma la produzione di fusoliere per il Boing 787 fino al 2030, ma il crollo del trasporto aereo ha fortemente ridotto l’attività. Questo si aggiunge al problema della monocommittenza che da tempo chiediamo venga superata a Grottaglie per evitare situazioni simili. Il sito di Foggia della Divisione Aerostrutture ha sofferto meno gli effetti della crisi sanitaria, anche grazie alla diversificazione di produzioni e attività”.
LE PRIORITÀ
La Uilm ha giudicato positivamente i piani di rilancio annunciati dall’azienda, e in parte già avviati, ma non sufficienti: è indispensabile, in particolare per le Aerostrutture, definire un vero e proprio “piano industriale” per dare risposte alla necessità di acquisire nuovi programmi che da troppo tempo andavano inseriti nei siti campani e pugliesi.
“Noi faremo di tutto per evitare la cassa integrazione negli stabilimenti della Divisione Aerostrutture di Leonardo, perché crediamo che questa non possa essere una soluzione che sia nell’interesse dei lavoratori”, dice Palombella. E rilancia con una lista di priorità: “La prima è chiudere entro aprile la trattativa per il contratto integrativo aziendale. La seconda è avviare una discussione aperta in ogni Divisione, ascoltando proposte e analisi che provengono dai siti per poi assumere una decisione che abbia al centro una solida prospettiva industriale e occupazionale per tutti i lavoratori di Leonardo. Infine un’analisi complessiva di tutte le Divisioni per indicare una strategia per la One Company”.
“Dobbiamo affrontare i problemi che stanno colpendo Leonardo, in particolare la Divisione Aerostrutture. Non possiamo più perdere tempo – conclude – la situazione è critica e il nostro obiettivo è di salvaguardare l’occupazione, gli stabilimenti e le attività produttive per un settore, quello aerospaziale, che deve essere considerato realmente strategico per il futuro del nostro Paese”.