Uil: vaccino per tutti! Deroga alla normativa Ue sui brevetti

di Chiara Romanazzi

Giovedì 11 marzo si è svolto il webinar organizzato dalla Uil dal titolo “Vaccino per tutti! Deroga alla normativa UE sui brevetti – Nessun profitto sulla pandemia”. All’interessante riunione hanno partecipato oltre al Segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri, al Segretario generale della Ces Luca Visentini, ad alcuni segretari confederali e segretari generali di categoria della Uil, anche virologi, docenti universitari e il fondatore dell’iniziativa europea dei cittadini che ha lanciato questa campagna. Assente invece il ministro Roberto Speranza, impegnato nel Consiglio dei Ministri che era in corso.

MISURE PIÙ RESTRITTIVE
La riunione è stata aperta dal Segretario confederale Domenico Proietti che ha sottolineato la necessità che il Governo debba adottare misure più restrittive per contenere il virus e che debba avviare una campagna vaccinale più diffusa, poiché si registrano, invece, profonde incertezze su questo fronte. Ha inoltre focalizzato il proprio intervento sul fatto che in Italia si è scelto di rendere il vaccino contro il Covid facoltativo, quando invece in passato molti dei vaccini erano obbligatori. La libertà, infatti, non è quella di infettare gli altri, ma è quella di poter vivere per poter far riprendere il nostro Paese. Le risorse che abbiamo a disposizione devono definire un nuovo modello di società facendo tesoro degli errori del passato (come i tagli alla sanità e all’università).
Al dibattito è intervenuto anche Francesco Saia, direttore dello Spallanzani, che ha esordito dicendo che stiamo accogliendo l’invito di Draghi a esporci il meno possibile per evitare che i contagi aumentino ulteriormente. Mentre interveniva, è giunta la notizia che la Danimarca ha deciso di sospendere la somministrazione del vaccino Astrazeneca. A tal proposito ha evidenziato il fatto che attorno al Covid e al vaccino si sono combattute troppe battaglie di interessi industriali, politici e geopolitici: chi si occupa della ricerca è stato tirato da una parte all’altra in base agli interessi economici. Ha quindi colto l’occasione per affermare che la ricerca e la scienza devono essere neutrali, che nessuno ha la verità in tasca, che ciascuna opinione può essere contrastata, ma che non possono e non devono esserci strumentalizzazioni per fini politici o geopolitici.

DISORIENTAMENTO GENERALE
È poi intervenuto sul fatto che su alcuni vaccini è stato detto che potevano andare bene fino ad una certa età e successivamente è stato detto che quegli stessi vaccini potevano andare bene anche oltre quella certa età e per le persone senza patologie. Tutto ciò ha disorientato l’opinione pubblica, determinando la produzione di un vaccino rispetto ad altri. Ha inoltre comunicato che l’istituto Spallanzani di Roma sta instaurando colloqui scientifici con altri istituti europei e che non stanno attivando la corsa a un vaccino rispetto a un altro. Secondo Saia, più vaccini ci sono, purché autorizzati dalle autorità regolamentari, meglio è per i nostri cittadini. Inoltre, Saia ha dichiarato che sogna un Paese in cui ognuno può scegliersi il vaccino che vuole, ma questa non è la fase in cui ci troviamo attualmente. Ha inoltre ben accolto l’iniziativa di Draghi che ha scelto di assumere un ruolo omogeneo in tutto il Paese per la campagna vaccinale, evitando che ci siano regioni che si ritengono migliori delle altre nella distribuzione vaccinale. Infine, riguardo le varianti, ha dichiarato che bisogna studiarle, ma non inseguirle, poiché sarebbe un atto di distrazione di massa per l’acquisizione del vaccino.

IL SACRIFICIO DEI PENSIONATI
Carmelo Barbagallo, segretario generale Uilp, ha evidenziato che la categoria dei pensionati è stata quella più colpita dal Covid. In Italia un pensionato su due dà sostegno alla propria famiglia sia economicamente che nella gestione dei nipoti, per cui nel momento che sono stati quelli più colpiti, è stato anche stravolto il sistema della gestione familiare. Ha inoltre dichiarato che a suo avviso in futuro non ci saranno guerre nucleari, bensì guerre epidemiologiche e che quindi è fondamentale investire nella ricerca scientifica e nei vaccini.

IL GRANDE CONTRIBUTO DELLA SCIENZA
Presente al dibattito anche Isabella Mastrobuono, Commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera Santa Annunziata di Cosenza, che quando è intervenuta ha sottolineato il fatto che non dobbiamo dimenticare di riconoscere alla scienza di aver trovato la strada ai vaccini in modo veloce. Fra i problemi che ha esposto, oltre al fatto che si dovrà ancora avviare la produzione di 2 miliardi di vaccini quando invece nel mondo siamo circa 7 miliardi di persone, ha dichiarato che se l’Organizzazione Mondiale del Commercio si esprime favorevolmente sulla proprietà intellettuale, non sarà in grado di risolvere il problema della produzione e della distribuzione dei vaccini e che attualmente non c’è un dialogo chiaro sulla programmazione di attività di diffusione dei vaccini.
Ha inoltre toccato il problema della disuguaglianza geografica nella produzione e distribuzione dei vaccini. I Paesi che stanno producendo più vaccini ora sono quelli più ricchi, a discapito di quelli più poveri, mentre sul tema delle vaccinazioni nelle grandi aziende, ha fatto notare che le grandi aziende si trovano prevalentemente nel nord Italia, il che andrebbe a discapito del mezzogiorno, così come diventa difficile distribuire in zone montuose rispetto a quelle pianeggianti. Da questi esempi ha quindi lanciato il messaggio che bisogna diffondere modelli di somministrazione agili e di aiuto per chi ha più bisogno. Infine, ha espresso l’auspicio che si possano trovare risorse per i livelli di assistenza e di sviluppo nei provvedimenti presenti nel recovery fund.

NESSUN PROFITTO
Michelangelo Librandi
, Segretario generale della Uil Fpl e dunque di un’altra categoria molto colpita dalla pandemia, ha ricordato che il motto “Tutelare la salute e nessun profitto per la pandemia” è stato da subito lo slogan della Uil non appena l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato ufficialmente la pandemia a marzo dell’anno scorso. Ha fatto presente che Big Pharma, la lobby che riunisce le più grandi multinazionali farmaceutiche, ha dichiarato che non c’è nessun obbligo di produrre un determinato numero di vaccini mensilmente in Europa. Ciò vuol dire che il Paese più ricco prende per i propri cittadini il numero più alto di vaccini. Ha inoltre evidenziato che ieri in Italia è stato vaccinato soltanto il 3% della popolazione, mentre secondo i virologi dovrà essere vaccinato almeno il 70% degli italiani: di questo passo si rischia di arrivare a fine giugno 2022 per vaccinare tutta la popolazione italiana.
La proposta lanciata da Librandi è stata quella di mettere i Paesi in una sorta di filiera di produzione, oltre che liberalizzare il brevetto vaccinale. Inoltre, ha ricordato che non serve a nulla far capire l’importanza di vaccinarsi, se poi non si hanno le dosi sufficienti, quando invece c’è il bisogno urgente di vaccinare tutta la popolazione il più velocemente possibile. Oltre al problema delle dosi disponibili, ha inoltre evidenziato che in Italia c’è il blocco del turn over del personale sanitario.

ACCESSO TOTALE E GRATUITO
Alla riunione è intervenuto anche Luca Visentini, Segretario generale della Ces, sindacato confederale europeo. La Ces ha da subito chiesto alla Commissione europea di garantire l’accesso totale e gratuito per tutti ai vaccini e che fossero stabilite delle priorità, a partire dalle categorie di lavoratori più a rischio e dalle persone vulnerabili. A livello mondiale si stanno verificando strategie geopolitiche di profitto e le imprese stanno cercando di trarre più profitto possibile, in violazione dei contratti con l’Unione Europea. Ai vari ritardi, ora si registra anche un ritardo di produzione e di distribuzione anche da parte di Johnson & Johnson.
Secondo Visentini non si tratta di cambiare le regole dei brevetti vaccinali, ma di vietare di lucrare sugli stessi, mentre, per quanto riguarda Cina e Russia, stanno utilizzando questa situazione per ingrandire il proprio potere a livello internazionale. Secondo il Segretario generale della Ces permane un vizio ideologico nell’Ue che è il modello neoliberista che ha pervaso le leggi dell’Unione europea. Bisogna quindi cambiare approccio per tutelare la salute pubblica. Anche la Ces sostiene la campagna per rendere gratuita la vaccinazione di tutti, indipendentemente dalla speculazione dei brevetti vaccinali. Dopo la fine della pandemia, occorrerà ricostruire l’economia ed è per questo che la Ces si impegna in una revisione delle regole economiche e di bilancio dell’Unione europea.

DIRITTO ALLA CURA
Al dibattito è intervenuto anche Vittorio Agnoletto, promotore dell’ICE (iniziativa dei cittadini europei). Questa iniziativa sostiene la campagna europea sul diritto alla cura senza profitti sulla pandemia, campagna che anche la Uil sostiene fortemente. Nell’Unione europa sono state raccolte 100mila firme, di cui 30mila sono state raccolte in Italia, per chiedere le modifiche sugli accordi commerciali per i brevetti vaccinali.
Già ad aprile dello scorso anno Agnoletto aveva lanciato l’allarme che, qualora fosse stato trovato un vaccino, ci sarebbe stato il pericolo di non poter estenderlo a tutti a causa dei brevetti, che hanno il potere di stabilire i prezzi.
Agnoletto ha dichiarato che gli accordi commerciali devono essere pubblici e che se abbiamo contribuito economicamente alla ricerca, il brevetto non può e non deve essere privato.
A suo avviso il ricorso alle licenze obbligatorie è fattibile e che i Paesi che si trovano in difficoltà economiche devono chiedere all’Ue di non bloccare l’accesso alla distribuzione dei vaccini. Agnoletto ha inoltre espresso la necessità di dover chiedere al Governo di sostenere delle proposte di una narrativa transitoria sui vaccini anti-covid nei Paesi africani: questo permetterebbe alle aziende di aumentare le produzioni dei vaccini e di distribuirli ai Paesi economicamente più deboli. Infine, nel suo intervento ha affrontato il problema dell’immunità del vaccino. Infatti, non si sa quanto duri l’immunità del vaccino, ma se vogliamo diffondere l’immunità di gregge, è necessario che tutti siano vaccinati in tempi brevi, poiché se ci sono zone del mondo in cui il vaccino non arriva, si svilupperanno ceppi ancora più potenti.

TERZA ONDATA
Fabrizio Perigliasco, Direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, ha dichiarato che a fine mese ci sarà il picco della terza ondata con una media di 40mila contagi giornalieri e ha evidenziato che le recenti problematiche sviluppatesi a livello di trombi nel sangue conseguenti alla vaccinazione hanno creato ulteriori incertezze sui vaccini. Sebbene in Italia ci sia un 15/20% di popolazione che non vuole vaccinarsi per motivi di negazionismo o di paure legate al vaccino, ha salutato positivamente la volontà della popolazione italiana a vaccinarsi. Se non ci sarà una vaccinazione di massa immediata, continueremo ad avere problemi endemici, con le varianti che continueranno a svilupparsi.

UN PROBLEMA MONDIALE
L’interessante dibattito si è concluso con l’intervento del Segretario generale della Uil PierPaolo Bombardieri che ha dichiarato che la Uil ha da sempre sostenuto che la pandemia da Covid 19 non fosse solo un problema italiano, ma mondiale. Ha inoltre ricordato che la Uil, già dal mese scorso, quando si discuteva sulla necessità di un nuovo lockdown generale, si è dichiarata favorevole a chiudere tutto per contenere la pandemia.
Ha dichiarato che la Uil nei prossimi giorni sottoscriverà gli impegni dell’ICE, perché non possiamo accettare che le questioni dei vaccini siano legate a questioni geopolitiche, di guadagno e di profitto e che dobbiamo sollecitare la Commissione europea per intervenire su ciò che le multinazionali stanno facendo nel mondo, poiché non stanno rispettando gli standard sociali e di sviluppo.

La Uil ha quindi chiesto ufficialmente in questo incontro:

  • di sospendere i brevetti sui vaccini, visto che è in discussione la vita e la solidarietà;
  • di lavorare sugli anticorpi monoclonali per eliminare il virus (argomento di cui si parla pochissimo);
  • di investire maggiormente nella ricerca, poiché gli investimenti dati alle aziende hanno permesso loro di fare speculazioni.

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