di Bruno Cantonetti
Lo scorso 18 gennaio le assemblee degli azionisti delle due società hanno approvato il progetto di integrazione societaria deliberato dai relativi consigli di amministrazione. Con questo atto si completa un percorso iniziato nel 2015 quando Finmeccanica decise di vendere le due Ansaldo, Breda e STS ai giapponesi di Hitachi. Ci sono voluti più di cinque anni e qualche litigio col fondo di investimento Elliott per completare il processo di acquisizione totale inizialmente immaginato. Probabilmente c’è voluta una buona dose di quella proverbiale pazienza giapponese per far maturare i tempi e convincersi che fosse necessario liquidare profumatamente la partecipazione in Sts. Oggi però possiamo ben dire che anche quella vicenda sembra acqua passata, non ha lasciato strascichi e la scelta fatta senza indugi di dare fiducia al management presente ha creato tutte le condizioni per concentrarsi sul completamento del percorso di rilancio che Finmeccanica aveva iniziato.
TREND FAVOREVOLE
Il gioiello Sts ha continuato a macinare successi nel segnalamento beneficiando del trend favorevole e delle competenze maturate, la ex Breda già nel 2017 aveva dimostrato tutte le potenzialità riuscendo ad attrarre nei propri siti produttivi lavorazioni destinate all’Inghilterra. Sembra una favola in cui si capisce immediatamente che il lupo alla fine ne esce sconfitto e cappuccetto rosso trionfatore.
Le sinergie fra le due realtà sono costantemente aumentate e il processo di avvicinamento è stato graduale e ineluttabile ma non è stato mai percepito come un abbraccio mortale.
I numeri dei dipendenti in Italia sono di poco diversi ma incarnano pari dignità che scaturisce dalla sfida vinta, questo il grande passo in avanti compiuto dalla ex Breda.
AZIENDA UNICA
La scelta di integrare la Rail in Sts darà vita a un’unica azienda che dal 1° Aprile 2021 rappresenterà in Italia circa 4mila lavoratori alle dirette dipendenze della One Hitachi che forse completerà il percorso scegliendo anche un nuovo nome. Tutti i lavoratori hanno compreso che non sarà un nuovo nome a minare la loro forza e la competenza all’interno del gruppo Hitachi.
Già, il business ferroviario e del segnalamento della Hitachi nel mondo conta circa 14mila dipendenti di cui il 30% situato in Italia, a cui segue il Giappone con una percentuale di poco inferiore e a ruota il presidio UK che vanta un 19% della forza lavoro e la sede che ospita la governance della società. Il restante 24% è sparpagliato nel resto del mondo fra Europa, America e Mondo, quasi avamposti per futuri insediamenti. E tutto ciò in un mercato in cui anche i competitor sono in movimento, basti pensare alla aggregazione Alstom-Bombardier.
IL VALORE CULTURALE E INDUSTRIALE
Il vero punto di forza che contraddistingue i siti Italiani da Reggio Calabria fino a Genova, passando da Napoli, Potenza, Pistoia e Torino è rappresentato dal riconosciuto valore industriale, culturale e di arricchimento nei processi, frutto di partecipazione e di un modello diverso di business in cui la cura del cliente ha sempre rivestito un ruolo fondamentale. Tutto ciò ha permesso di vedersi riconosciuto il ruolo di Design Authority e anche di aver arricchito il modello di business portando in dote la figura del Project Management fino a quel momento estraneo alla cultura aziendale della casa madre.
UN PERCORSO DI RAFFORZAMENTO
Al di là degli aspetti formali questa operazione potrebbe rappresentare il principio di un percorso di rafforzamento della realtà italiana all’interno del gruppo Hitachi, dovremo essere capaci di coglierne l’opportunità per agevolare il processo di armonizzazione normativa fra le due aziende evitando di immaginare ombre dove non ce ne sono. Questo percorso, come è stato ribadito nell’incontro di presentazione alle organizzazioni sindacali non produrrà esuberi e dovrà creare le condizioni per continuare a crescere in un mercato come quello del trasporto ferroviario che nei prossimi anni proseguirà il suo importante trend di crescita.
Nei prossimi giorni sarà avviato il percorso formale di fusione fra le due aziende e prenderà il via il confronto fra la direzione aziendale e le organizzazioni sindacali. La Uilm continuerà a sostenere con vigore questa fase di crescita facendo attenzione alle questioni di merito che dovranno contemplare in modo chiaro le prospettive di crescita dei dei siti italiani, e conoscere i contenuti del piano industriale che sarà messo a punto.