Il 5 novembre i metalmeccanici di Fim Fiom Uilm hanno scioperato quattro ore in tutte le fabbriche italiane. Decine le iniziative e i presìdi, senza cortei né assembramenti, distanziati e con la mascherina. Eppure, nonostante il momento e le difficoltà, l’adesione è stata altissima.
“Era inevitabile”, ha chiosato il Segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, dal palco allestito in piazza dell’Esquilino a Roma per la conferenza stampa. “Dopo dodici mesi e tredici incontri inconcludenti e penosi con Federmeccanica-Assistal, non potevamo fare diversamente. Una vera trattativa non è mai partita e ci siamo trovati di fronte a una controparte – continua il leader dei meccanici della Uil – che ha considerato la nostra piattaforma una perdita di tempo invece che la base di partenza di un vero confronto”.
NON DI SOLO WELFARE
Fin dall’inizio del primo turno di lavoro in tantissime fabbriche in tutto il territorio nazionale i lavoratori hanno incrociato le braccia, fermando la produzione e formando innumerevoli presidi davanti ai luoghi di lavoro e in molti casi davanti alle Unioni degli industriali locali. Un segnale forte, determinato, quello dei lavoratori metalmeccanici che hanno voluto rispondere all’intransigenza di Federmeccanica-Assistal.
Fim Fiom e Uilm hanno chiesto a gran voce il rinnovo di un contratto che sia a difesa dell’occupazione e per il rilancio dell’industria metalmeccanica; che garantisca l’aumento dei minimi salariali, il miglioramento del welfare, dei diritti e delle tutele per tutti; a difesa della salute e della sicurezza dei lavoratori.
Inoltre, i leader delle tre sigle sindacali hanno ritenuto necessario scendere in piazza anche per la stabilizzazione dell’occupazione precaria e l’introduzione della clausola sociale nei cambi appalti, per il riconoscimento delle competenze professionali, per la contrattazione dello smart-working e della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
IL RILANCIO DELL’INDUSTRIA
“In questi anni è mancata una vera politica industriale – ha detto ancora Palombella – e questo ha fatto retrocedere i diritti dei lavoratori e il settore metalmeccanico. Vogliamo discutere con Governo e Federmeccanica anche del ruolo delle multinazionali e del rispetto degli accordi sottoscritti. Non sono tollerabili situazioni come quella di Whirlpool a Napoli e delle centinaia di vertenze ancora aperte al Ministero dello Sviluppo economico”. “Mai come in questo momento – ha aggiunto – il rinnovo contrattuale rappresenta un elemento di fiducia e diventa indispensabile per far ripartire i consumi e l’economia. Senza il rilancio dell’industria non ci sarà la ripresa del Paese”. Secondo il Segretario generale della Uilm, Federmeccanica deve considerare i lavoratori “un patrimonio da salvaguardare”.“Ci aspettiamo – conclude – che la trattativa riparta senza pregiudiziali, come l’aumento salariale legato esclusivamente al valore dell’Ipca, altrimenti continueremo a manifestare e a mobilitarci”.