Circa 300 dipendenti dell’azienda Leonardo hanno manifestando il 2 novembre a Grottaglie (Taranto) all’esterno dello stabilimento dove si costruiscono da più di dieci anni due sezioni della fusoliera in fibra di carbonio del Boeing 787 che poi viene assemblato negli Usa.
La manifestazione è stata organizzata dalla Uilm, sindacato maggioritario nello stabilimento di Grottaglie. I lavoratori hanno chiesto nuovo lavoro oltre al progetto 787 per scongiurare il ricorso agli ammortizzatori sociali. La protesta si è tenuta proprio nel giorno in cui nell’unità produttiva non si lavora per un’ennesima giornata di chiusura collettiva che fa si che tutto il personale resti a casa.
“Rivendichiamo di utilizzare lo stabilimento di Grottaglie per poter effettuare delle attività produttive di velivoli e rifiutiamo qualsiasi tipo di cig o strumenti di solidarietà”, ha commentato il Segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, ai microfoni di Tele Norba. “Noi vogliamo il lavoro, vogliamo che il sito di Grottaglie continui a lavorare e a utilizzare tutte le sue risorse”.
IL VENERDì DI GROTTAGLIE
Leonardo, colpita dal forte rallentamento della commessa Boeing 787 decisa dal committente americano, per fronteggiare lo scarico di lavoro ha deciso, in questa fase, di ricorrere alle chiusure collettive anziché alla cassa integrazione. Accade così che da agosto scorso il venerdì a Grottaglie non si lavori. Un giorno di fermo che si unisce al sabato e alla domenica quando lo stabilimento non è operativo.
In alcune settimane la fermata è estesa anche al lunedì. La Uilm ha deciso di tenere quindi la manifestazione per utilizzare la fermata collettiva e non gravare i dipendenti di una giornata di sciopero.
I lavoratori chiedono “risposte sulla gestione della situazione contingente e futura – si legge nel volantino – a valle del vuoto lavoro che interessa già il nostro stabilimento e che si aggraverà nei prossimi anni. Non accetteremo la scorciatoia della cassa integrazione – continuano – ma ci aspettiamo che Leonardo agisca come una vera One Company confrontandosi con le strutture sindacali”.
COMMESSE ALTERNATIVE
All’assemblea del 2 novembre scorso sono stati presenti anche gli amministratori comunali di Grottaglie, Monteiasi, Sava e Taranto. I primi due comuni sono rappresentati dai sindaci mentre per Taranto ha partecipato l’assessore Paolo Castronovi.
La richiesta emersa nei vari interventi è quella di individuare per il sito pugliese, specializzato nella lavorazione della fibra di carbonio, nuove commesse e attività alternative in modo da uscire dalla stretta dipendenza del Boeing 787, e quindi dal rapporto mono cliente, visto che le previsioni indicano che almeno sino a metà 2023 lo stabilimento produrrà meno fusoliere, per il calo della domanda segnata dal Covid e dalla crisi del trasporto aereo, e questo rischia di ripercuotersi anche sull’occupazione.