Metalmeccanica in sofferenza, mai come ora è importante rinnovare il contratto

La pandemia da coronavirus si è abbattuta sull’economia mondiale e sulle catene globali del valore con un’intensità senza precedenti colpendo, anche se in misura diversa, tutte le principali economie sia dei Paesi industrializzati che di quelli emergenti. In Italia, il prodotto interno lordo nel 2020 dovrebbe registrare una contrazione media pari a circa il 10% ma con un’evoluzione nell’ultima parte dell’anno strettamente legata all’entità dell’aggravamento della pandemia in corso.

METALMECCANICA IN SOFFERENZA
La fotografia della situazione per il settore metalmeccanico ci arriva come ogni anno dall’indagine congiunturale di Federmeccanica. Quello che emerge è che per quanto riguarda l’attività produttiva nel nostro Paese – dopo i pesanti crolli registrati nei mesi di marzo e aprile – si sono avuti parziali recuperi fino a tutto il mese di agosto, anche se il bilancio relativo ai primi otto mesi dell’anno si conferma purtroppo negativo. L’attività produttiva nel suo complesso risulta diminuita del 15,4% nel confronto con l’analogo periodo dell’anno precedente, mentre le aziende metalmeccaniche che hanno subito in misura maggiore il lockdown nello stesso arco temporale (gennaio-agosto 2020) hanno registrato una contrazione della loro attività mediamente pari al 19,8%.

I DIVERSI SETTORI
Nell’ambito dell’aggregato metalmeccanico i cali sono risultati diffusi a quasi tutte le attività con perdite del 20,4% per i prodotti in metallo, del 19,1% per le macchine e apparecchi meccanici e del 34,7% per gli autoveicoli e rimorchi. Il forte calo dell’attività metalmeccanica è stato determinato oltre che dalla caduta della domanda interna anche da una contrazione della componente estera.
Il settore, nei primi sette mesi dell’anno in corso, ha registrato una riduzione media dei valori del fatturato esportato pari al 16,7% mentre le importazioni sono diminuite del 19,3%.
La flessione osservata risulta diffusa a tutti i principali Paesi di destinazione del nostro export, in particolare, preoccupa il crollo dei flussi di prodotti metalmeccanici diretti verso i nostri principali partner europei quali la Germania (-15,8%), la Francia (-21,0%), ma anche il Regno Unito (-21,2%) e la Spagna (-26,6%).
I risultati dell’indagine congiunturale Federmeccanica mostrano tuttavia parziali segnali di recupero rispetto alla precedente rilevazione, svolta in piena pandemia.

OTTIMISMO INDISPENSABILE PER IL FUTURO
E sono questi segnali di recupero però quelli a cui bisogna aggrapparsi per far sì che non vengano irrimediabilmente spazzati via da un aggravarsi della crisi da coronavirus, ma anche a causa di una miopia che Federmeccanica ha dimostrato nella trattativa per il rinnovo del contratto.
La Uilm sta sostenendo da tempo la necessità di una iniezione di fiducia sul futuro attraverso lo strumento della contrattazione. Il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, il cui tavolo è stato interrotto il 7 ottobre scorso per il ‘no’ di Federmeccanica agli aumenti salariali, si rivela ancora una volta indispensabile. “Rinnovare il contratto e rinnovarlo bene è l’obiettivo che ci siamo dati – ha ribadito il Segretario generale della Uilm, Rocco Palombella – vogliamo quindi far capire a tutti quanto sia fondamentale ridare dignità ai lavoratori metalmeccanici che hanno i minimi salariali più bassi di tante altre categorie. Solo così potremo rimettere in moto l’economia nel nostro Paese e recuperare quella fiducia necessaria per sconfiggere la crisi con o senza coronavirus”.
Il 5 novembre è una data molto importante: lo sciopero di quattro ore in tutti gli stabilimenti, indetto da Fim Fiom e Uilm, dovrà dare un segnale forte e servire a riprendersi il tavolo del confronto senza più pregiudiziali. 

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