Acciai Speciali Terni: la perenne incertezza sul futuro

di Guglielmo Gambardella

La nomina della banca d’affari JP Morgan come advisor per Thyssenkrupp non determina l’avvio del processo di vendita del sito siderurgico dell’acciaio inox di Terni”. Questa l’affermazione del Ceo di AST in occasione dell’incontro del 21 ottobre in videoconferenza con il MiSE alla presenza dei sottosegretari Alessandra Todde e Alessia Morani e dei rappresentanti delle istituzioni locali.
Un annuncio che ci ha lasciati molto perplessi in ragione delle dichiarazioni aziendali rilasciate in occasione della precedente riunione, tenutasi al MiSE lo scorso 28 maggio, che confermavano la volontà di Thyssenkrupp di cedere le acciaierie di Terni nell’ambito di un processo di riorganizzazione del Gruppo e che sembravano presagire una imminente apertura della due diligence per la vendita di AST, anche a fronte di manifestazioni di interesse all’acquisizione già pervenute alla multinazionale tedesca.

IL BALLETTO DELLA VENDITA
“Dopo il balletto delle dichiarazioni degli anni scorsi, sulla strategicità dell’asset AST Terni per la multinazionale tedesca, adesso si è aperto quello sulla vendita sì o vendita no”, abbiamo dichiarato come Uilm a margine dell’incontro.“Tutto questo non assicura tranquillità e certezza a Terni, ai lavoratori, alla città e al sistema manufatturiero italiano”.
La Uilm ha nuovamente chiesto ai rappresentanti del governo di intervenire sulla multinazionale tedesca per verificare che la vendita avvenga nella direzione di una cessione per la valorizzazione del sito ternano e non come una semplice dismissione, solo per fare cassa e senza una prospettiva certa di sviluppo con chi subentrerà.
E’ necessario avere certezza, quando verrà avviata la fase valutazione delle offerte di acquisto, che Thyssenkrupp assuma prioritariamente, come base di valutazione, le proposte di acquirenti che assicurino, attraverso un credibile piano industriale, il mantenimento dei livelli occupazionali, dei volumi produttivi e disposti a fare adeguati investimenti per lo sviluppo industriale futuro di Terni.

RINNOVARE L’ACCORDO PONTE
Infine, a fronte dell’incertezza rispetto ai tempi dell’eventuale vendita, sarà ancora di più importante rinnovare, in tempi ristrettissimi, l’accordo ponte scaduto il 30 settembre scorso assicurando fin da subito i necessari investimenti che garantiscano le manutenzioni e l’efficienza impiantistica, i volumi produttivi e livelli occupazionali.
Il nuovo accordo ponte assumerà, in questo momento, maggior rilevanza perché potrebbe essere forte il rischio da parte della multinazionale tedesca, alla vigilia di una cessione e in una condizione finanziaria di estrema difficoltà, di non destinare sufficienti risorse per Terni.
Ricordiamo che dal 1 ottobre scorso Thyssenkrupp ha confluito Acciai Speciali Terni nella divisione “Multi-Tracks” insieme ad altri 11 asset di cui la multinazionale tedesca vuole dismettere per il risanamento finanziario del gruppo.

BILANCI 
Acciai Speciali Terni, con oltre 2.300 lavoratori diretti, circa 1 milione di tonnellate di acciaio prodotte e oltre 1 miliardo e mezzo di fatturato annuo, ha chiuso il bilancio dell’anno fiscale 2018-19 con un utile ante imposte di circa 332 mila euro in netta controtendenza rispetto ai due passati esercizi (87 milioni di utili nel 2016-17 e 98 nel 2017-18 ) che beneficiavano degli effetti della riorganizzazione dell’accordo del 2014 e di una situazione di mercato più favorevole.
Il sottosegretario Todde ha assicurato l’impegno del MiSE nel monitorare la questione della vendita ed il sostegno sul nuovo accordo ponte, della durata di un anno, che verrà discusso a livello territoriale.
Anche l’impegno delle Uilm proseguirà nelle prossime settimane sia al tavolo territoriale che a quello nazionale per verificare l’evoluzione della vertenza.

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