Whirlpool: silenzio del Governo, mentre la data della chiusura si avvicina

Il 31 ottobre si avvicina e da parte del Governo non arriva nessuna soluzione, solamente un silenzio assordante. Nelle ultime settimane sono state numerose le manifestazioni e mobilitazioni messe in campo dai lavoratori della Whirlpool di Napoli per difendere il sito dalla chiusura annunciata dalla multinazionale americana.

LETTERA A MATTARELLA
“Signor Presidente, io non so se un giorno Lei leggerà mai questa lettera, ma lo spero con tutto il cuore. Mi chiamo Italia e da 22 anni sono un’operaia di Whirlpool Napoli e non credo che si debba aggiungere altro. La mia è solo una delle 400 storie di questa azienda, 1000 se consideriamo l’indotto”. Così inizia la lettera di Italia Orofino, operaia dello stabilimento Whirlpool di via Argine, indirizzata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a nome di tutti i lavoratori.

“Lei sicuramente conosce la nostra storia, una multinazionale che arriva in Italia, firma un accordo con il Governo e poi così, senza se e senza ma, decide di strappare quell’accordo fregandosene dei suoi dipendenti, del Governo e dell’Italia intera” continua la lettera.
Un impegno quotidiano dei lavoratori per difendere il loro posto di lavoro “anche nel periodo Covid”. Gli elettrodomestici, prosegue la lettera, “non erano considerati beni di prima necessità, eppure l’Azienda ci ha chiesto di lavorare e siamo stati una delle ultime realtà a chiudere”.

Italia parla della doccia gelata arrivata il giorno di Pasqua “mentre ero a tavola coi miei due figli, mentre l’Italia intera piangeva chi non c’ era più, mentre tutti pregavamo perché tutto andasse bene”. Quel giorno, in un’intervista a Repubblica, l’Ad Whirlpool Emea ribadì la decisione di chiudere Napoli il 31 ottobre e che “noi non siamo produttivi”.

“Oggi ci viene detto che non serviamo più, che altrove si guadagna di più e quindi si chiude un sito produttivo solo per strategie economiche che nulla hanno a che vedere con i veri valori umani” si legge nella lettera.

Poi arriva una richiesta di aiuto alla massima carica istituzionale: “Ci aiuti a far capire a questa azienda che gli accordi in Italia si fanno per essere rispettati” perché “così come al Parlamento europeo, bisogna far comprendere alle aziende che l’Italia si deve rispettare e si devono rispettare le Istituzioni, i suoi cittadini e i suoi operai”.

La lettera si conclude con parole di disperazione e preoccupazione perché “ad oggi le soluzioni che si stanno prospettando non sono in grado di dare risposta neanche a metà dei 400 e cancellerebbero l’indotto intero”.

I lavoratori di Napoli ricordano le parole del Premier Conte “voi siete il motore produttivo del Paese” e tornano a chiede l’intervento del Presidente Mattarella affinché “non permetta a nessuno di spegnere questi motori! Ripartiamo e ripartiamo tutti insieme per il bene dell’Italia”.

TAVOLO AL MISE BLOCCATO
Dal 31 luglio scorso non ci sono stati più incontri con il Ministero dello Sviluppo economico e Invitalia per la vertenza Whirlpool.

Il 7 ottobre Fim Fiom Uilm hanno sollecitato per l’ennesima volta la convocazione di un incontro. Le tre sigle metalmeccaniche dichiarano come “durante la campagna elettorale numerosi esponenti della maggioranza di primissimo piano hanno rassicurato i lavoratori, del fatto che l’interessamento del Governo avrebbe ostacolato la chiusura del sito di Napoli; ma a queste promesse fatte in piazza non è seguita nessuna azione concreta e nemmeno la convocazione del tavolo di confronto”.

Le tute blu ricordano come “il 31 ottobre si avvicina inesorabile e non abbiamo ancora visto varato alcun provvedimento che ostacoli le delocalizzazioni, come pure era stato a più riprese sbandierato, né abbiamo visto alcun spunto di soluzione o straccio di mediazione”. Addirittura, aggiungono, “a più riprese l’atteggiamento ministeriale sembrava volto a demoralizzarci e a farci rassegnare”.

“Non è ammissibile che la politica in piazza dica una cosa e ai tavoli istituzionali faccia l’opposto” ribadiscono Fim Fiom Uilm.

“I lavoratori di Napoli e più in generare della Whirlpool di tutta Italia non possono più aspettare e chiedono conto del rispetto di un accordo sottoscritto non solo con l’azienda ma con lo stesso ministero dello Sviluppo economico, accordo che Whirlpool non deve poter violare impunemente” aggiungono.
Per queste ragioni “chiediamo al Governo di varare provvedimenti concreti in grado di influire sulla trattativa, troppe volte annunciati e mai fatti, nonché di darci conto dell’interlocuzione con la proprietà americana che a quest’ora vogliamo augurarci che finalmente sia avvenuta”.

In caso di chiusura di Napoli la mobilitazione “continuerà nell’intero gruppo” concludono le tre organizzazioni metalmeccaniche.

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