“Nel corso della riunione abbiamo apprezzato la scelta del governo di entrare nel capitale attraverso Invitalia, ma abbiamo appreso che a oggi ancora non c’è la disponibilità della liquidità, che può essere solo finalizzata agli investimenti. L’ingresso di Invitalia nel capitale dell’azienda potrebbe quindi slittare a fine anno o inizio 2021”. Così Fiom, Fim e Uilm a margine della teleconferenza che si è tenuta il 5 ottobre.
Si è trattato della prima riunione tecnica per la presentazione del piano industriale per il rilancio dell’acciaieria Jsw Steel di Piombino (Livorno), alla quale hanno partecipato le Rsu dello stabilimento.
Fiom, Fim e Uilm hanno sottolineato che nel corso dell’incontro sono state “ribadite notizie già note ed anticipate, senza entrare nel dettaglio del piano finanziario”.
IL PIANO INDUSTRIALE
Come avevamo spiegato in un precedente articolo del nostro responsabile per la siderurgia, Guglielmo Gambardella su Fabbrica società, l’annunciato piano industriale dovrebbe vedere la partecipazione statale attraverso Invitalia con una partecipazione al capitale sociale di JSW pari a 30 milioni di euro, all’interno dell’iniziale investimento pari a complessivi 84 milioni di euro.
Il piano prevede entro cinque anni il ritorno della produzione diretta di acciaio e una serie di altre attività per dare lavoro a tutti gli attuali 1.870 dipendenti.
Si dividerebbe in due fasi: la prima punterebbe a rendere più efficienti gli impianti di laminazione, completare la gamma prodotti e a far ritornare la società ad una redditività sostenibile e soddisfacente.
La seconda fase, da realizzare nei prossimi cinque anni, prevederebbe l’obiettivo del ritorno alla produzione dell’acciaio colato mediante l’utilizzo del forno elettrico; a questo si aggiungerebbe l’insediamento di un complesso industriale con attività diversificate, aggiuntive o complementari al core business: logistica, manufacturing e ambiente da realizzare con l’affiancamento partner finanziari e industriali.
A tal proposito, sarebbe stato infatti definito un memorandum di intesa, con il fondo energetico lussemburghese Creon Capital, per lo sviluppo di un polo energetico rinnovabile, incentrato soprattutto sull’idrogeno, oltre che sulla creazione di un parco eolico e sulla produzione di cuscinetti per l’automotive. Rientrerebbe nel progetto, inerente al GNL, anche la costruzione di un rigassificatore in grado di produrre gas a basso costo.
CHIARIMENTI SU TEMPI E PRODUZIONE
Il 7 ottobre si è svolto un incontro in videoconferenza tra le organizzazioni sindacali locali e nazionali, rappresentanti dell’azienda e del Mise, per discutere il piano industriale, oltre alle modifiche dell’accordo di programma.
Si è trattato di un primo incontro che dovrà essere aggiornato nei prossimi giorni.
I sindacati hanno chiesto chiarimenti ma “non abbiamo ancora avuto tutte le risposte che ci attendevamo dalle domande poste” hanno dichiarato Fim Fiom e Uilm.
I metalmeccanici chiedono che “qualsiasi modifica all’Accordo di Programma debba avere al centro il ritorno a produrre acciaio e la salvaguardia di tutta l’occupazione”.
Inoltre, continuano, “chiediamo un ruolo più incisivo del Governo soprattutto con la volontà dichiarata di intervento con Invitalia in tempi utili compatibilmente alla necessità di realizzare gli investimenti sui treni per renderli più sicuri e più efficienti”.
Al prossimo incontro, le tute blu chiedono la presenza del Ministero del lavoro per chiedere “garanzie di ammortizzatori sociali per garantire la piena occupazione per tutta la durata del piano industriale”.