Industria e lavoro: primi segnali di ripresa ma resta incertezza sul futuro

Timidi segnali positivi sul lavoro e sul settore industriale dopo i mesi terribili del lockdown con una forte incertezza sulla prospettiva: è questa la fotografia che viene fuori dagli ultimi dati pubblicati da Istat, Inps e Associazioni datoriali di categoria.

OCCUPAZIONE
Secondo i dati Istat, infatti, a luglio l’occupazione torna a risalire, con una crescita di 85mila posti rispetto al mese precedente, quasi interamente donne e a tempo indeterminato. Un dato positivo in controtendenza rispetto agli ultimi cinque mesi, da febbraio a luglio, durante i quali si sono persi 472 mila posti di lavoro, in particolare donne e giovani con contratto a termine e autonomi.
Rispetto a luglio 2019 in Italia hanno perso il proprio lavoro 556 mila lavoratori.
Secondo i dati diramati dall’Inps in Italia, da aprile a luglio, sono state utilizzate 2,5 miliardi di ore di Cig con causale Covid-19 e hanno riguardato circa 6 milioni di lavoratori.
Solamente nel mese di luglio si è arrivati a circa 500 milioni di ore, dopo l’emanazione del Decreto Agosto che, tra le altre misure, prevede ulteriori 18 settimane di cassa integrazione, con differenziazioni di costi per le aziende che hanno avuto o meno un calo di fatturato nell’ultimo periodo, e il blocco dei licenziamenti per le imprese che utilizzano gli ammortizzatori sociali.
I licenziamenti vengono consentiti solamente nei casi di cessazione definitiva dell’attività aziendale, messa in liquidazione della società senza continuazione dell’attività, accordo aziendale stipulato dalle organizzazioni sindacali più rappresentative a livello nazionale in cui si incentiva la risoluzione del contratto e il fallimento dell’azienda senza l’esercizio provvisorio d’impresa.
“Per la prima volta da mesi non ci troviamo a dover commentare dati completamente negativi – ha detto Ivana Veronese, Segretaria confederale Uil – tuttavia, sappiamo bene che la situazione nel Paese è ancora critica”.
In definitiva rimane un quadro generale di forte preoccupazione. Il 31 agosto l’Istituto di statistica italiano ha pubblicato i dati sul Pil nel secondo trimestre, da aprile a giugno, e ha registrato un calo del 12,8% rispetto al trimestre precedente e del 17,7% rispetto al 2019, un calo record mai registrato fin dal 1995. L’Istat prevede un calo tendenziale del Pil del 14,7% per il 2020.
Il nostro Paese rimane terzultimo a livello internazionale per tasso di disoccupazione giovanile, superando quota 30%, e il tasso di occupazione tra i più bassi nell’Unione europea, pari al 57,8%, secondo solo alla Grecia.

INDUSTRIA
A giugno si è registrata una risalita anche del settore industriale italiano, con una crescita del 13,4% dei ricavi e del 23,4% degli ordinativi rispetto a maggio. Resta un forte gap rispetto al mese di giugno dello scorso anno, con una differenza negativa del 16%. Si tratta quindi di una piccola ripresa, ma ancora lontana dai livelli dello scorso anno. 

Rispetto ai comparti industriali l’Istat ha registrato aumenti congiunturali diffusi, con un +21,3% nel settore dell’energia, +14,3% in quello dei beni di consumo, +13,4% nei beni strumentali e +11,4% nei beni intermedi.
Nel settore manifatturiero, l’Istituto di statistica nazionale ha segnalato come solamente il settore farmaceutico abbia registrato una crescita positiva del 7,2%. Per il resto si rilevano risultati negativi, dalla flessione dell’1,1% dell’industria alimentare fino ai cali molto più ampi del comparto dei mezzi di trasporto (-33,2%) e delle raffinerie di petrolio (-41,1%).

AUTOMOTIVE
Segnali positivi provengono anche dal settore auto, supportato dall’introduzione degli incentivi previsti dagli ultimi provvedimenti governativi. Con quasi 89mila immatricolazioni nel mese di agosto, lo 0,43% in meno rispetto a un anno fa, si è registrato un rimbalzo, fermo restando il dato fortemente negativo delle perdite che da inizio anno sono pari al 38,9%, con circa 500mila immatricolazioni in meno rispetto allo stesso periodo del 2019.
In particolare si è registrata una importante crescita degli acquisti di autovetture ibride ed elettriche che hanno raggiunto ad agosto un +241% e +49% da inizio anno. Allo stesso tempo le auto con alimentazione diesel ad agosto si riducono del 18%, come quelle a benzina.
Rispetto alle vendite delle case automobilistiche, Fca complessivamente ha registrato un calo del 2,65% ma contestualmente ci sono state performance positive di Alfa Romeo (+14,1%) e Jeep (+8,3%). La Fiat Panda si attesta come primo modello italiano nella top ten delle vendite.

SIDERURGIA
Il settore siderurgico italiano ha registrato nei primi sette mesi del 2020 un calo della produzione del 18,5%, passando da 14,5 milioni di tonnellate a 11,8 milioni di tonnellate, con una differenza di 2,7 milioni di ton. In Italia nel mese di luglio c’è stato un calo di 11% rispetto a luglio 2019, con una perdita di oltre 200mila tonnellate.
Nello stesso periodo, da luglio 2020 a luglio 2019, in Germania si è registrato un calo del 24,7%, con una perdita produttiva di circa 800mila tonnellate. Nei primi sette mesi del 2020 la Germania ha avuto un calo del 17%, pari a 4 milioni di tonnellate in meno rispetto allo stesso periodo del 2019.
Nel Mondo nei primi sette mesi del 2020 c’è stato un calo del 5,2%, e a luglio una perdita del 2,5%. La Cina è tra i pochi Paesi ad aver aumentato la produzione nel periodo della pandemia, con una crescita del 9% a luglio 2020 rispetto a luglio 2019 e +2,8% nei primi sette mesi del 2020 rispetto al 2019, pari a 16 milioni di tonnellate in più.
Nelle ultime settimane si è parlato di un Piano presentato dal Mise che, attraverso l’utilizzo di fondi messi a disposizione dal Recovery Plan, vorrebbe rilanciare il settore siderurgico in chiave ecosostenibile e di transizione energetica. Al momento si è nella fase della progettazione e di incontri preliminari con le parti in causa. Nel frattempo rimangono irrisolte la vertenza ArcelorMittal, oltre ad altre situazioni difficili come l’Ast di Terni, Jindal a Piombino e l’ex Alcoa nel Sulcis.

SETTORE AEROSPAZIO
L’aerospazio in Italia occupa circa 160mila lavoratori tra diretti e indiretti, con un fatturato complessivo di 13,5 miliardi, un valore aggiunto di 12 miliardi, un indotto di oltre 4mila aziende, il 90% delle quali con meno di 50 dipendenti.
La pandemia ha duramente colpito il settore, principalmente l’aviazione civile, con il blocco dei voli e della mobilità aerea. Secondo Iata, organizzazione internazionale delle compagnie aeree, la  domanda di passeggeri ha registrato un calo del 79,8% a luglio 2020 rispetto a luglio 2019, mentre a giugno era stata 86,8%. Un settore paralizzato che stenta a ripartire.
Airbus e Boeing, tra i maggiori produttori mondiali, hanno dichiarato una diminuzione della domanda di nuovi apparecchi tra il 40% e il 60% nei prossimi cinque anni, con il ritorno ai livelli pre-Coronavirus non prima del 2023.
In Italia lo stabilimento di Grottaglie di Leonardo Spa è rimasto chiuso ad agosto per scarico di lavoro e i lavoratori sono stati posti in ferie forzate. Contemporaneamente ha retto il comparto militare che ha risentito solo in parte delle conseguenze pandemiche.

ELETTRODOMESTICI
È un comparto industriale molto importante per il nostro Paese, in cui lavorano circa 130mila persone, tra diretti e indiretti. Un settore che sta subendo i colpi della pandemia, anche se in maniera minore rispetto alla siderurgia e all’automotive. La vertenza simbolo è quella dello stabilimento di Napoli di Whirlpool, per il quale è prevista la chiusura per il prossimo 31 ottobre e per il quale il governo, nell’ultimo incontro del 31 luglio, ha rappresentato, attraverso Invitalia, due soluzioni di reindustrializzazione che sono da verificare e approfondire dal punto di vista occupazionale e della sostenibilità economica e industriale nel tempo.
I prossimi mesi saranno decisivi per il futuro occupazionale, sociale ed economico del nostro Paese e ogni parte sociale deve porsi responsabilmente nei confronti di questioni fondamentali che se non risolte positivamente, rischiano di far degenerare il nostro Paese verso una spirale grave e pericolosa.

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