A oltre un mese dall’ultimo incontro, non è arrivata nessuna comunicazione da parte del Governo sul futuro della più grande acciaieria d’Europa, sul destino di migliaia di lavoratori italiani e di un settore siderurgico che è stato definito più volte “strategico” dal presidente del Consiglio e dal ministro dello Sviluppo economico. Nel frattempo il quadro generale “peggiora di giorno in giorno” dichiara Rocco Palombella, Segretario generale Uilm, e “il silenzio assordante del Governo e la mancanza di scelte risolutive stanno facendo precipitare sempre di più la situazione”. Secondo il leader della Uilm “siamo a un passo dal punto di non ritorno, con rischi senza precedenti dal punto di vista ambientale, occupazionale e sociale”.
PROROGA CIG E BLOCCO INVESTIMENTI
Negli ultimi quaranta giorni si sono susseguiti articoli e indiscrezioni giornalistiche su una trattativa tra Governo e ArcelorMittal, a valle dell’accordo di marzo, per trovare un’intesa sull’assetto societario, piano industriale e livelli produttivi dell’ex Ilva.
Le organizzazioni sindacali non sono mai state coinvolte ed è per questo Palombella chiede al Governo un intervento “prima che la situazione diventi irreversibile ed esploda una bomba ambientale e sociale” e un “incontro urgente, altrimenti imboccheremo la strada della mobilitazione”.
In attesa di chiarimenti e soluzioni da parte del Governo, lo scorso 8 luglio la multinazionale franco-indiana ha comunicato di voler procedere a una nuova fase di cassa integrazione dal 3 agosto prossimo. Sarà una cig ordinaria, per 13 settimane per 8.152 dipendenti tra quadri, impiegati e operai. Una decisione presa dall’azienda “a causa dell’emergenza epidemiologica Covid 19 ancora in atto in tutto il territorio nazionale e internazionale, i cui effetti continuano ad avere riflessi in termini di calo di commesse e ritiro di ordini prodotti”.
Una comunicazione che arriva a pochi giorni dalla nuova tranche di cassa integrazione Covi-19, partita il 6 luglio per le ultime quattro settimane previste dal Decreto Rilancio, per un totale di 18 settimane dall’inizio della pandemia.
Una condizione di forte rischio anche dal punto di vista impiantistico a causa della “mancanza di interventi di manutenzione, impianti per la produzione e commercializzazione fermi da tempo come l’Afo 2, Acciaieria 1, il Treno Nastri 1 oppure che si fermeranno a fine mese come il Treno Lamiere” sottolinea il Segretario generale delle tute blu della Uil. Gli impianti in marcia “continuano a produrre sotto il livello di sicurezza, prima di arrivare alla fermata totale” aggiunge Palombella. Inoltre “ci sono il persistente blocco degli investimenti per l’ambientalizzazione e l’aumento dei lavoratori in cassa integrazione, con la conseguente drastica riduzione salariale” continua.
UNA TANTUM RIDOTTA
La riduzione salariale è dovuta sia alla mancata rotazione dei lavoratori in cig che alla decurtazione dell’una tantum prevista dall’accordo del 6 settembre 2018. Il 10 luglio i responsabili nazionali del settore siderurgico di Fim, Fiom e Uilm hanno inviato una lettera ad ArcelorMittal chiedendo spiegazioni sulla riduzione della corresponsione dell’ una tantum, richiamando l’azienda al rispetto dell’intesa del 2018 e al pagamento dell’una tantum, “in luogo del Pdr, per un importo pari al 3% della retribuzione lorda annua”.
Le tre organizzazioni sindacali scrivono nella missiva che nella retribuzione del mese di giugno “sulla prima tranche dell’Una Tantum è stata effettuata una decurtazione dell’importo previsto in proporzione alla riduzione delle ore lavorate in virtù del ricorso alla Cigo Covid-19”.
Una decisione definita “ingiustificata” dai tre responsabili nazionali della siderurgia di Fim, Fiom e Uilm, poichè si tratta di una “voce retributiva a cifra fissa e non soggetta ad alcuna condizione, tanto più, in ragione di un evento di emergenza sanitaria e di salute pubblica eccezionale oltre che drammatica e non predeterminabile”.
INCONTRO O MOBILITAZIONE
Dentro e fuori agli stabilimenti si respira forte tensione sia tra i lavoratori diretti che indiretti. Riguardo a questi ultimi c’è il mancato pagamento delle spettanze alle aziende da parte di ArcelorMittal e la mancata erogazione della cassa integrazione.
“Tutto questo fa presagire un disegno cinico e ben preciso – commenta Palombella – ovvero arrivare a dicembre grazie all’utilizzo della cassa integrazione per Covid-19 in aggiunta a quella ordinaria. Poi – prosegue – rimarranno solo macerie sotto ogni punto di vista”.
“Il Governo intervenga prima che la situazione diventi irreversibile ed esploda una bomba ambientale e sociale. E’ urgente che si convochi un incontro, altrimenti imboccheremo la strada della mobilitazione”, conclude il Segretario generale dei metalmeccanici della Uil.