Metalmeccanici: lavoro e investimenti per rilancio del Paese

Quella del 25 giugno 2020 è stata e sarà ricordata, probabilmente, come una manifestazione anomala, ma allo stesso tempo storica per i metalmeccanici italiani. Seduti e distanziati per rispettare la distanza di sicurezza come previsto dalle norme, hanno voluto esserci perché – come ha dichiarato Rocco Palombella, Segretario generale Uilm – durante il suo intervento in Piazza del Popolo: “E’ arrivato il momento di riprenderci i nostri luoghi e le nostre piazze, oggi sono in pericolo diritti fondamentali come la democrazia, il lavoro e la libertà”. Presenti centinaia di lavoratori provenienti da tutta Italia, che hanno sfidato il caldo e tante ore di viaggio per rappresentare le oltre cento crisi industriali aperte presso il ministero dello Sviluppo economico.

EFFETTI DEL CORONAVIRUS
“Abbiamo deciso di manifestare perché dopo oltre un mese dalla ripresa delle attività produttive, economiche e sociali la situazione continua ad essere insostenibile!” ha sottolineato il leader Uilm che ha lanciato un allarme: “Dopo questa emergenza avremo un Paese diverso, con l’aumento della povertà e delle disuguaglianze sociali ed economiche”.
Secondo il Segretario generale della Uilm avremo “un Nord falcidiato dalle migliaia di morti per Coronavirus e il Sud che rischia la desertificazione industriale”.
Palombella chiede al Governo “più concretezza, meno Stati Generali e più interventi diretti per salvaguardare e rilanciare il sistema industriale, scolastico, sociale ed economico. Solo con i sussidi il Paese non ripartirà”.

CRISI APERTE
“La condizione delle oltre 150 crisi industriali aperte al Mise – ha continuato il leader delle tute blu della Uil – è ulteriormente peggiorata, con il settore dell’auto fermo, la siderurgia e l’aerospazio in grande difficoltà, come gli elettrodomestici, le telecomunicazioni, le piccole e medie imprese e l’artigianato”.
Nel suo intervento, Palombella ha ricordato anche l’ultima crisi aperta, il giorno prima della manifestazione, quella di CnhI che “ha dichiarato di voler mettere in discussione l’accordo del 10 marzo 2020, con il forte rischio chiusura dei siti di Brescia e Lecce”.
I dati economici e occupazionali del nostro Paese, ha spiegato il Segretario dei metalmeccanici della Uil, “sono allarmanti e si parla di due milioni di posti di lavoro a rischio e quasi due miliardi di ore di cassa integrazione dall’inizio della pandemia”. Palombella ha proseguito dicendo che “alla fine di questa emergenza e con l’alibi del Coronavirus rischiamo una catastrofe sociale e occupazionale senza precedenti”.

GOVERNO ASSENTE
Palombella chiede da tempo l’intervento del Governo, non solo da un punto di vista assistenzialistico, ma per mettere in campo investimenti che servano a rilanciare il Paese e tutelare ogni livello occupazionale.
“Il Governo deve ascoltare il nostro grido di allarme – ha affermato – vogliamo parlare del rilancio dei settori industriali in seria difficoltà, della regolazione dello strapotere delle multinazionali, degli aumenti salariali per far riprendere i consumi, del lavoro con diritti e duraturo, degli investimenti pubblici e privati per non far sprofondare in una condizione irreversibile il nostro Paese”.

Il Segretario Uilm ha voluto mandare un messaggio anche a Federmeccanica: “Deve sapere che il tempo è abbondantemente scaduto! Non si possono tenere in ostaggio milioni di lavoratori senza rinnovare il contratto più importante del settore industriale! Basta con gli incrementi salariali di pochi spiccioli!”.
Secondo Palombella “la situazione ormai è vicina al punto di non ritorno e – ha concluso – per queste ragioni pretendiamo di essere convocati dal Governo e da Federmeccanica altrimenti ci rivedremo in piazza più arrabbiati e numerosi di prima”.

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