Una doccia fredda per i lavoratori dei siti di Brescia e Lecce di Cnh industrial: il 24 giugno, nel corso dell’incontro tenutosi al ministero dello Sviluppo economico CnhI, durante l’illustrazione della situazione industriale e l’applicazione dell’accordo quadro di gruppo del 10 marzo 2020, ha dichiarato di star riconsiderando la posizione e il piano industriale dei due siti.
BRESCIA E LECCE A RISCHIO
L’azienda ha spiegato ai rappresentanti di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, UglM e AqcfR che “a Brescia, per cui sono stati programmati nuovi investimenti, e a Lecce, per cui nessuna riorganizzazione è stata prevista e anzi era stato immaginato un robusto incremento dei volumi, si registra una forte sofferenza dovuta al calo degli ordinativi, che sta spingendo addirittura la Direzione aziendale a riconsiderare il piano industriale”.
Questa decisione è stata definita da Gianluca Ficco, Responsabile nazionale auto della Uilm, “molto preoccupante sia da un punto di vista formale, poiché potenzialmente viola l’accordo del 10 marzo 2020 sottoscritto con il sindacato e condiviso dallo stesso Ministero dello Sviluppo economico, sia dal punto di vista sostanziale, giacché apre un interrogativo sul futuro di due stabilimenti storici in cui lavorano oltre 2.700 persone, 2mila a Brescia e 700 a Lecce, senza considerare l’indotto”.
Ficco ha sottolineato come “nutriamo il timore di un disimpegno progressivo di Cnh Industrial dall’Italia, se consideriamo che già il sofferto accordo del 10 marzo prevede la cessazione della produzione a Pregnana e la riorganizzazione di San Mauro e che Foggia resta esposta ai rischi connessi al venir meno della commessa di motori per Sevel”.
I sindacati hanno dichiarato lo stato di agitazione in tutti gli stabilimenti, con un pacchetto di riferimento di otto ore di sciopero da effettuare nel mese di luglio.
INTERVENTO DEL GOVERNO
“Esortiamo il Governo a interloquire immediatamente con i vertici di Cnh Industrial, anche perché c’è il fondato timore che offerte allettanti da parte di altri paesi europei possano dirottare gli investimenti previsti per il nostro Paese, a iniziare da quelli sulla trazione elettrica dei camion” ha dichiarato il Responsabile Auto della Uilm. Ficco ha aggiunto: “Siamo consapevoli che l’emergenza Covid sta provocando un terremoto economico, ma proprio per questo occorre una politica industriale efficace, altrimenti avremo desertificazione industriale e tragedie occupazionali, non solo in Cnh Industrial”.
“Oramai – ha continuato – non si tratta più di casi isolati: il susseguirsi di multinazionali che si disimpegnano dall’Italia, violando impegni precedentemente assunti, dimostra che siamo privi di una politica industriale e che il Governo non è minimamente in grado né di incentivare chi investe né di penalizzare chi abbandona il nostro Paese”. “A confronto con le altre potenze industriali, che sostengono le loro imprese, stiamo facendo la fine del vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro”, ha concluso Ficco.