Jabil: scongiurati 190 licenziamenti, ora rispetto accordi su ricollocazioni

Dopo giorni ad alta tensione, con una trattativa saltata a un passo dalla soluzione, il 3 giugno si è arrivati a un accordo tra le organizzazioni sindacali, Jabil e Ministero del Lavoro che scongiura i 190 licenziamenti proclamati poche settimane prima dalla multinazionale statunitense.

RITIRATI LICENZIAMENTI
“Abbiamo concluso un accordo con la multinazionale Jabil e il Ministero del Lavoro per scongiurare i 190 licenziamenti” così ha dichiarato Michele Paliani, Funzionario nazionale Uilm.
I principali contenuti dell’intesa sono, sottolinea Paliani, “la ricollocazione estesa a tutta platea dei lavoratori attualmente in Jabil, tenendo conto delle esigenze tecnico-organizzative aziendali, gli incentivi all’esodo su base volontaria e il mantenimento per ogni lavoratore delle stesse condizioni giuridiche ed economiche che avevano attualmente in Jabil”. Inoltre, continua, “verrà estesa per ulteriori 5 settimane la cig per i 550 lavoratori Jabil e ci sarà un costante monitoraggio da parte delle organizzazioni sindacali e del Ministero del Lavoro, a partire dei prossimi giorni, sulla fattibilità dei piani industriali dei nuovi soggetti che ricollocheranno lavoratori”. Infine, conclude, “viene previsto l’utilizzo di tutti gli strumenti previsti dal Decreto Rilancio, in particolare il Fondo Nuove Competenze per la formazione”.
Un risultato importante che non era affatto scontato.

A UN PASSO DALLA SOLUZIONE
Il 26 maggio, dopo tre giorni di trattativa a oltranza, la multinazionale Jabil, all’una di notte, aveva dichiarato per il tramite dell’amministratore delegato Clemente Cillo che non era più disponibile a ritirare i licenziamenti nel sito di Marcianise, in provincia di Caserta.

“Un comportamento di una arroganza inaudita alla quale le multinazionali cominciano ad abituarci, ha portato Jabil a rifiutare la proposta fatta dalla Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo e dal Sottosegretario Alessandra Todde” avevano dichiarato Fim, Fiom, Uilm e Failms dopo lo stop alla trattativa, quando si pensava di essere giunti a un passo dall’accordo per scongiurare 190 licenziamenti.
“Jabil ha confermato la volontà di lasciare senza lavoro 190 famiglie in un momento di emergenza sanitaria ed economica, in un territorio già in forte difficoltà, nonostante il blocco dei licenziamenti previsti dal decreto Cura Italia e prorogati con il decreto Rilancia Italia” avevano aggiunto le organizzazioni sindacali.

RICHIESTE IRRICEVIBILI
Il 28 maggio, in una nota stampa, la multinazionale aveva poi comunicato la volontà di confermare i 190 licenziamenti. La decisione era arrivata nel pieno di una trattativa complessa, che il Governo e noi non riteniamo chiusa, vista l’interlocuzione aperta dal Governo direttamente con Otto Bik, membro del consiglio di amministrazione della Corporation, il giorno dopo l’interruzione della trattativa con Jabil.
Il punto dirimente – avevano sottolineato Fim Fiom Uilm e Failms – era la richiesta da parte di Jabil di mettere per iscritto l’accettazione dei licenziamenti programmati dall’azienda per il 24 agosto prossimo, prevedendo un accordo in sede ministeriale con parere positivo da parte delle organizzazioni sindacali.
Richiesta chiaramente inaccettabile, non solo perché in violazione delle disposizioni di legge italiana ma anche perché in violazione delle direttive comunitarie in materia di licenziamenti collettivi.
Paliani commenta come questa sia stata “una vertenza lunga e complicata e, grazie anche al grande lavoro di mediazione del Ministero del Lavoro, abbiamo tutelato e salvaguardato i lavoratori a rischio licenziamento”. Ora, conclude, “ci auguriamo che i piani di ricollocazione vengano rispettati e che vadano nella direzione delle competenze dei lavoratori”.

 

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