Coronavirus: tornare al lavoro per necessità economiche

Novecentotrenta euro di indennità di cassa integrazione non sono sufficienti per far fronte alle spese quotidiane e al sostegno della propria famiglia. Una difficoltà economica che si riflette nella richiesta di “migliaia di lavoratori che chiedono di tornare a lavoro, nel pieno rispetto della salute e sicurezza” dichiara Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm.

DIFFICOLTÀ ECONOMICHE
In questo periodo di emergenza sanitaria e occupazionale, con centinaia di migliaia di lavoratori in cassa integrazione, si rischia di correre anche quella economica, con un peggioramento delle condizioni di migliaia di famiglie.
“I 900 euro di cassa integrazione, quando è stata erogata, non consentono di sostenere le proprie famiglie e mantenere un livello di vita dignitoso” sottolinea il leader Uilm che torna a chiedere un intervento del governo con “un’integrazione della cassa integrazione e l’estensione della fascia superiore a tutti i lavoratori, a prescindere dal reddito”. Si tratterebbe, continua, “di circa 200 euro in più che possono aiutare i lavoratori in questa gravissima situazione”.

RIPRESA PRODUTTIVA
Oltre alle problematiche economiche, frutto della chiusura di molte realtà industriali, c’è la necessità di programmare una ripresa produttiva in piena sicurezza e che salvaguardi la salute dei lavoratori. Nel corso delle ultime settimane, sono stati firmati numerosi Protocolli di sicurezza a livello aziendale, con la previsione di misure che assicurino i lavoratori non solo all’interno del luogo di lavoro ma anche nel percorso casa-lavoro.
“Ci sono esempi positivi, modelli da sviluppare ed estendere” spiega Palombella, “per programmare una ripresa produttiva in sicurezza”. Il Segretario generale fa gli esempi di “Fca, Ferrari, Marelli, Fincantieri, che insieme alle organizzazioni sindacali, hanno approntato dei Protocolli che garantiscono il lavoro nel pieno rispetto della salute e sicurezza dei lavoratori”.
Nel pianificare la cosiddetta fase 2 o ripresa graduale della produzione industriale, secondo Palombella, “c’è bisogno di una vera discussione e atti concreti del governo per evitare la degenerazione di alcuni settori industriali e aziende che già prima di questa emergenza stavano soffrendo”.
“I lavoratori Whirlpool, ex Ilva e quelli di tante altre realtà già in crisi rischiano di pagare più degli altri gli effetti di questa situazione drammatica” conclude il Segretario generale dei metalmeccanici della Uil.

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