di Chiara Romanazzi
Il primo aprile, su richiesta del Presidente di IndustriAll Europe, Michael Vassiliadis, si è svolta una video call tra lui e Luc Triangle, segretario generale di IndustriAll Europe e la maggior parte dei segretari generali dei sindacati industriali italiani affiliati al sindacato industriale europeo di Uilm, Fim, Fiom, Femca, Filctem e Uiltec.
La necessità di convocare questa video call è partita da IndustriAll Europe per approfondire l’emergenza del Covid-19 in Italia. In particolare, il sindacato chimico tedesco ha espresso la volontà di dare un aiuto concreto attraverso l’invio di materiale medico in Italia per gestire la pandemia e ha espresso preoccupazione per la situazione italiana, caratterizzata da un elevato numero di vittime e di contagiati, ma anche sul piano economico con il blocco delle attività produttive non essenziali.
PROBLEMI DA AFFRONTARE
Dal dibattito che si è sviluppato, il Segretario generale Rocco Palombella ha fatto emergere diversi problemi che stiamo affrontando. Innanzitutto, ha spiegato con chiarezza il modo in cui i sindacati italiani hanno lavorato per poter mettere al sicuro la maggior parte dei lavoratori, firmando il protocollo con il Governo italiano in cui sono stati determinanti nel far ridurre il numero delle attività che erano inizialmente considerate essenziali e garantendo i dispositivi di sicurezza ai lavoratori che in questo periodo continuano a lavorare. Inoltre, in tutta franchezza, ha fatto emergere che attualmente l’Italia non è più nella fase in cui ha bisogno di essere rifornita di materiale medico o indumenti infermieristici: “E’ iniziata la fase 2 – ha dichiarato Palombella – non abbiamo più bisogno di ottenere materiale medico, poiché la maggior parte delle aziende ha convertito la propria produzione, per far fronte direttamente all’emergenza sanitaria”.
EUROPA GRANDE ASSENTE
“Attualmente – ha continuato Palombella – in Italia stiamo registrando un atteggiamento gravissimo da parte dell’Europa che non si è mostrata solidale. Abbiamo ricevuto aiuti concreti da parte di Paesi come Cina, Cuba, Russia e Albania, mentre la grande assente è stata proprio l’Europa rifiutando innanzitutto la proposta degli Eurobond. Purtroppo stiamo registrando ancora una volta, in una fase così drammatica, una competizione da parte degli Stati Membri”.
Tutti i sindacati presenti alla videoconferenza sono stati concordi con Palombella nel registrare un cattivo comportamento da parte dell’Unione europea che, se non assumerà comportamenti concreti di solidarietà, rischia di sfasciarsi e di andare a discapito dei propri Stati Membri ma anche a discapito dell’esistenza stessa dell’Ue che, così com è, non funziona e sta determinando un risveglio di vecchi sogni nazionalistici.
SCAMBIO DI INFORMAZIONI
Luc Triangle, Segretario generale di IndustriAll Europe, ha comunicato che il sindacato industriale europeo si sta coordinando con le proprie affiliate in uno scambio di informazioni in merito agli accordi nazionali ed aziendali per fronteggiare l’emergenza Covid-19, a cui la Uilm partecipa attivamente. Ha inoltre dichiarato la necessità di dover formulare rivendicazioni comuni a livello di sindacati europei, in particolare una rivendicazione politica per il periodo che inizierà tra 1-2 settimane. A tal proposito ha quindi ribadito la necessità che tutte le affiliate a IndustriAll Europe appoggino la richiesta di formulare degli Eurobond e di integrazioni al reddito dei disoccupati europei.
Il Presidente di IndustriAll Europe e del sindacato chimico tedesco IGBCE, Michael Vassiliadis, ha dichiarato che da parte dei sindacati europei c’è la forza e la solidarietà necessaria per affrontare la crisi e ha comunicato che i sindacati tedeschi sono d’accordo con i sindacati italiani e spagnoli (con cui hanno avuto una videocall nei giorni precedenti) in merito al modo in cui bisogna affrontare questa emergenza.
LETTERA A URSULA VON DER LEYEN
A conclusione di questa videochiamata abbiamo quindi deciso di inviare una lettera alla Presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen a nome dei sindacati industriali italiani, tedeschi e spagnoli. Abbiamo esplicitato il calo della fiducia nelle istituzioni europee perché continuano a mancare risposte convincenti e condivise da parte degli Stati Membri in questa occasione e abbiamo fatto presente che questa delusione non resterà senza conseguenze negative sulla coesione della Comunità europea.
In Italia e in Spagna stiamo registrando il più alto numero di contagiati e di deceduti in Europa dove i sistemi sanitari hanno raggiunto palesemente i limiti delle loro possibilità e, dal punto di vista economico, stiamo anche registrando un’enorme vulnerabilità del reddito e dell’occupazione.
Abbiamo quindi chiesto un’importante azione congiunta nell’Ue facendo presente che gli sforzi che abbiamo compiuto per superare la crisi finanziaria ed economica del 2008/2009 si sono riverberati particolarmente sui lavoratori e, in quell’occasione, sono stati proprio i governi di Italia e Spagna a compiere grandi sacrifici per ridurre il rapporto debito/PIL. Abbiamo scritto che riteniamo errata la discussione all’interno dell’Ue sulle forme comuni di misure di protezione finanziaria. Invece di lanciare un dibattito sul rapporto debito/PIL, l’Europa deve lanciare un segnale di solidarietà e di coesione.
L’EUROPA CHE VOGLIAMO
L’Europa deve essere qualcosa di più di un insieme di interpretazioni burocratiche dei rapporti di indebitamento, ed è per questo che alla Von Der Leyen abbiamo avanzato delle richieste concrete. Abbiamo infatti comunicato che ci aspettiamo dalla Commissione europea:
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Un impegno serio a favore dei valori della Comunità e una solidarietà organizzata tra tutti gli Stati Membri. E’ vergognoso ed estremamente dannoso per l’accettazione della Ue se sono i Paesi extra europei a inviare aiuti e medici. Come mai noi nell’Ue non riusciamo a fare altrettanto?
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Un chiaro orientamento in base alle necessità e all’urgenza di una fornitura coordinata all’interno dell’Ue di attrezzature mediche e indumenti protettivi.
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Nessuna sanzione alle imprese per i ritardi di consegna se la produzione si ferma a causa di una pandemia e come conseguenza di prescrizioni governative e una garanzia di mantenimento dei contratti, una volta che è stata superata la crisi del Covid-19.
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Un programma di politica industriale per un riavvio in tutta Europa dopo la crisi. Dobbiamo ora garantire le basi di politica industriale per il lavoro e la crescita, in modo da non perdere quote di mercato e opportunità future dopo la crisi.
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Un aiuto di emergenza sotto forma di una politica fiscale che si differenzi nettamente da una strategia di austerità obsoleta e non la perpetui. In questo modo, infatti, si trascurerebbe e si metterebbero a repentaglio le basi economiche delle prosperità nazionali. Nel dibattito su questo tema, gli Eurobond sono emersi come nuovi strumenti adeguati.
Abbiamo infine esortato espressamente a difendere i valori europei di responsabilità condivisa e di azione solidale anche nei confronti di Stati Membri che vedono solo i propri interessi nazionali. Abbiamo fatto presente che l’Europa ha bisogno di un orientamento chiaro, di una posizione univoca, e di una gestione attiva della crisi e degli aiuti.