Il 4 marzo Semitech Group, azienda che si occupa di installazioni telefoniche, ha inviato alle segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm la procedura di licenziamento collettivo per tutti i lavoratori del Gruppo e la relativa dichiarazione di cessata attività. Nel corso dell’incontro al Mise i rappresentanti di Semitec avevano ribadito la mancanza di liquidità per far fronte al pagamento degli stipendi arretrati e di tutte le altre spettanze e non era emersa nessuna soluzione per dare continuità industriale e per il mantenimento dell’occupazione.
IMPEGNI DISATTESI
“Le tre organizzazioni sindacali esprimono il loro forte dissenso perché sono stati disattesi tutti gli impegni assunti presso il ministero dello Sviluppo economico dove è aperto un tavolo di crisi da quando l’azienda è stata ceduta dal gruppo francese Siram Veolia nel 2018 al fondo IGI Investimenti” dichiarano in una nota congiunta le tre sigle metalmenccaniche.
Il 5 marzo le organizzazioni sindacali nazionali hanno richiesto la convocazione di un incontro che si è svolto il 9 marzo presso la sede di Fim, Fiom, Uilm Nazionali “in delegazione ristretta per garantire a tutti i partecipanti il rispetto delle norme igieniche previste dal protocollo del Ministero della Sanità a causa dell’emergenza Coronavirus” precisano i sindacati.
L’incontro, spiegano, “si è concluso con un verbale di rinvio in attesa dell’esito del confronto tra l’azienda e il ministero del Lavoro previsto per il 19 marzo, confronto utile a trovare la copertura di cassa integrazione per i lavoratori”.
SOLUZIONI PER SALVAGUARDIA OCCUPAZIONE
È bene ricordare come questa vertenza, come dichiarano nella nota congiunta, “è nata dalle richieste di Fim Fiom e Uilm nazionali di monitoraggio del piano industriale dopo il trasferimento della proprietà dell’azienda dalla multinazionale francese Veolia all’imprenditore italiano (che successivamente ha acquisito il gruppo Manital, con 15000 dipendenti, anche’esso finito alla ribalta delle cronache nazionali per essere in amministrazione straordinaria) sulla base di un piano industriale di rilancio rivelatosi ‘irrealizzabile’ e oggi totalmente fallito”. Per questi motivi, concludono, “è necessaria in tempi brevi una convocazione al ministero dello Sviluppo economico per discutere dei futuri scenari industriali e per trovare una soluzione alternativa che scongiuri la chiusura di Semitech salvaguardando l’occupazione, la professionalità dei lavoratori e le loro 300 famiglie”.