A pochi giorni dalla scadenza dei termini per trovare un un accordo tra ArcelorMittal e Commissari per il futuro dei siti italiani dell’ex Ilva, secondo Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm, “c’è ancora grande incertezza sul futuro”.
TRATTATIVA IN STALLO
Ogni giorno, continua il leader Uilm, “si susseguono sulla stampa ipotesi di nuovi assetti societari, novità riguardo il piano industriale e finanziario, mentre la situazione impiantistica negli stabilimenti peggiora, con incidenti sempre più frequenti che fortunatamente non hanno causato feriti tra i lavoratori”.
La trattativa va avanti da oltre un mese, dopo la firma di un pre-accordo nel 20 dicembre scorso, e purtroppo ancora non vede l’arrivo di un’intesa tra le parti. Palombella spiega che le parti “si dichiarano contrarie a una risoluzione giudiziaria della questione, eppure tutto sembra tendere verso la decisione del Tribunale di Milano”. Questo, secondo il Segretario dei metalmeccanici Uil, dimostra “ancora una volta, l’inefficacia del pre-accordo raggiunto lo scorso 20 dicembre”.
PERICOLO SICUREZZA
Nei giorni scorsi il nuovo amministratore delegato di ArcelorMittal, Lucia Morselli, ha rivoluzionato l’organigramma dirigenziale cambiando tutti i responsabili di area. Una novità che il leader Uilm mette in relazione all’assenza di “scelte che la multinazionale vorrà realizzare per garantire un reale futuro al centro siderurgico più grande d’Europa”. In particolare, Palombella fa riferimento al fatto che “ArcelorMittal continua a prevedere la cigo per 1.300 lavoratori mentre si registra l’assenza di interventi di manutenzione e l’aumento degli incidenti impiantistici che mettono in pericolo la sicurezza dei lavoratori, come nel caso dell’incidente all’acciaieria 1 di pochi giorni fa”. Inoltre, prosegue, “sono ancora sospesi gli investimenti di ambientalizzazione e non si riescono a mettere in campo soluzioni strutturali per risolvere il vero problema: l’approvvigionamento delle materie prime”.
PROBLEMI SU SCARICO MATERIE PRIME
“Dopo il crollo della gru del quarto sporgente nel luglio scorso che ha provocato la morte di un giovane operaio – spiega il Segretario Generale Uilm – non è stato risolto strutturalmente il problema dello scarico delle materie prime. La conseguenza è che – sottolinea – da oltre sette mesi questa situazione costringe lo stabilimento al ricorso alla cassa integrazione ordinaria e alla marcia ridotta degli altiforni arrivando a una produzione tendenziale annua di circa 4 milioni di tonnellate”. Palombella parla di “problemi impiantistici che vengono mascherati da problemi di mercato”.
“In questa situazione drammatica – secondo il leader Uilm – l’immobilismo e la mancanza di investimenti porteranno inevitabilmente alla fermata dell’ex Ilva con conseguenze disastrose dal punto di vista ambientale e occupazionale. Ma – conclude Palombella – forse questa soluzione farebbe contenti ArcelorMittal e Governo”.