Il 14 gennaio si è svolta a Roma la riunione della segreteria unitaria di Cgil Cisl Uil, convocata in vista degli incontri con il Governo sulle tematiche fiscali, sociali, della previdenza e del lavoro previsti nelle prossime settimane.
“Serve una crescita del reddito complessivo per rilanciare il paese. Siamo pronti a fare la nostra parte. Il punto di riferimento, per noi, resta la piattaforma unitaria”. Ha dichiarato il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo. “Il governo – ha proseguito Barbagallo – ha promesso di discutere con le parti sociali, ma vogliamo partecipare a queste riunioni sulla base di testi scritti e non di annunci, che poi vengono disattesi”.
PROGRESSIVITA’ DELLA TASSAZIONE
Secondo Barbagallo in Italia “non viene rispettato il principio costituzionale della progressività della tassazione: in Italia si paga il 15% per redditi fino a 60mila euro da lavoro autonomo e il 23% per redditi da lavoro dipendente di livello decisamente inferiore”. Il segretario generale della Uil ha sottolineato che “serve una svolta, a partire da una battaglia vera contro l’evasione fiscale, altrimenti mancheranno le risorse per la ripresa economica”.
Venerdì 17 gennaio, a Palazzo Chigi, si discuterà di riduzione del cuneo fiscale alla presenza del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Un primo appuntamento per riprendere la discussione tra le parti, che deve comprendere anche “una vera e propria riforma per una riduzione strutturale della tassazione non solo a favore dei lavoratori dipendenti, ma anche dei pensionati sui quali, peraltro, le tasse pesano il doppio della media europea” aggiunge Barbagallo.
PROSSIMO TAVOLO
Per il 27 gennaio è previsto il tavolo sulla previdenza presso il Ministero del lavoro e per il segretario generale Uil “è apprezzabile che sia stata accolta la nostra rivendicazione in merito all’avvio delle due commissioni per la separazione della previdenza dall’assistenza e per l’individuazione dei lavori gravosi”.
Infine, sulla questione delle pensioni, per Barbagallo è il momento “che si torni a una forma di flessibilità che permetta di andare in pensione prima, senza penalizzazioni”.