Acciaio e crisi. Un binomio che purtroppo negli ultimi anni è entrato frequentemente nel dibattito pubblico a causa delle numerose situazioni complesse presenti nel nostro Paese. Non solo l’ex Ilva ma anche la Ferriera di Servola a Trieste e l’ Ast di Terni. Proprio riguardo lo stabilimento degli Acciai Speciali di Terni, l’8 gennaio c’è stata un’audizione delle organizzazioni sindacali presso la Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati, per discutere del futuro occupazionale e produttivo.
I rappresentanti sindacali hanno espresso la propria preoccupazione per le prospettive dell’azienda del gruppo tedesco Thyssenkrupp che ha chiuso il bilancio in perdita di 1,8 milioni di euro e ha disatteso i livelli occupazionali e produttivi previsti dal sofferto accordo firmato nel dicembre 2014, dopo una lunga mobilitazione da parte dei lavoratori.
INTERVENTO DI GOVERNO E PARLAMENTO
“Nell’audizione di oggi alla Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati abbiamo chiesto l’impegno del Parlamento e del governo ad intervenire sui vertici di Thyssenkrupp per verificare che venga assicurata la valorizzazione di Acciai Speciali Terni nell’ambito della ristrutturazione in atto nella multinazionale tedesca”. Così ha dichiarato Guglielmo Gambardella, responsabile nazionale Uilm del settore siderurgico, dopo l’audizione alla X Commissione della Camera dei Deputati sulla situazione dell’Ast di Terni.
“Dobbiamo garantire una prospettiva di lungo periodo al sito ternano – continua Gambardella – unico centro italiano di produzione di acciaio inox, confermando la sua strategicità per il nostro sistema Paese”.
“Alla Commissione abbiamo chiesto – prosegue – che il tutto il Parlamento e il Governo si impegnino ad assicurare tutti gli strumenti necessari per assicurare la sostenibilità di Ast Terni, a partire dagli incentivi previsti a sostegno delle industrie energivore”. “Occorre intervenire presso l’Ue – sottolinea – per rafforzare ulteriormente le misure di salvaguardia delle produzioni di acciaio europeo a fronte delle massicce importazioni dei Paesi extra Ue anche a seguito dell’introduzione dei dazi USA”. “Sarà necessario a breve effettuare al Mise una verifica dell’accordo del 12 giugno 2019 e del relativo piano industriale in vigore” conclude Gambardella.