Il 12 dicembre al Ministero dello Sviluppo economico si è svolto un incontro tra le organizzazioni sindacali, i ministri Patuanelli, Catalfo e Provenzano, oltre ai rappresentanti dell’Amministrazione straordinaria, per un aggiornamento sulla trattativa in corsa tra ArcelorMittal e governo per trovare una soluzione alla situazione dell’ex Ilva. Condizioni occupazionali e produttive rese ancora più complicate dopo il rigetto dell’istanza presentata dall’Amministrazione straordinaria per la continuità dell’altoforno 2 e la decisione della multinazionale di richiedere la cigs per 3.500 lavoratori dopo la fermata dell’impianto.
PIANO GENERICO
Durante la discussione il ministro Patuanelli ha presentato il piano industriale del governo per il futuro produttivo e occupazionale degli stabilimenti, in particolare di quello tarantino. Un progetto che non ha visto il consenso di Rocco Palombella, Segretario generale Uilm, che ha dichiarato di essere “generico” e di non essere d’accordo perché “prevede migliaia di lavoratori in cigs per 4-5 anni” e “non crediamo che tutti quei lavoratori torneranno a lavoro dopo questo periodo di ammortizzatori sociali”.
Un programma futuro non accettabile perché non si prevedono “prima gli investimenti” e poi in un secondo momento “si potrà parlare di misure transitorie” ha aggiunto il leader Uilm.
Una situazione che il Segretario dei metalmeccanici Uil ha definito “drammatica, non tanto dopo la decisione del Giudice di Taranto sull’altoforno 2, ma soprattutto dopo l’azione spregevole della multinazionale sulla messa in cigs di 3.500 lavoratori”. Gli atti praticati da ArcelorMittal “hanno sfregiato la mobilitazione di lavoratori scesi in piazza” durante una delle tre giornate organizzate da Cgil, Cisl e Uil.
Palombella ha chiarito che “siamo concordi con il progetto di riconversione ambientale del processo produttivo a patto che ci siano zero esuberi o riorganizzazioni industriali senza prospettive future come già accaduto in passato a Taranto, con società che dopo aver finito gli incentivi e le agevolazioni hanno chiuso e messo per strada centinaia di lavoratori”.
Il giorno successivo all’incontro al Mise ci sono state le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Conte che non ha escluso esuberi nel piano che il governo presenterà nel dettaglio nelle prossime settimane alle organizzazioni sindacali. Parole che hanno allarmato il leader Uilm che ha sottolineato come “siamo passati dall’impegno del Premier che confermava l’attuale piano industriale con zero esuberi, firmato un anno fa e che ha avuto il 93% del consenso dei lavoratori, a un nuovo progetto, di cui non conosciamo i contenuti se non generici, che non esclude esuberi sebbene in un numero minore rispetto a quanto prospettato dall’azienda la scorsa settimana”.
PROSSIME TAPPE
Il 20 dicembre ci sarà a Milano l’udienza del ricorso d’urgenza presentato dai Commissari straordinari contro l’atto di recesso dal contratto di ArcelorMittal. Da quanto si apprende da fonti di stampa, si andrà verso un rinvio dell’udienza, circa un mese durante il quale trovare una soluzione per chiarire il futuro di 20 mila lavoratori. Per il 30 dicembre invece è prevista la decisione del Riesame al ricorso presentato dai Commissari dopo la decisione del Tribunale di Taranto di procedere con lo spegnimento dell’altoforno 2 entro il 20 gennaio.