L’Editoriale


Cari lavoratori,

mai come prima la fine di quest’anno si presenta così problematica e l’attività sindacale si intensifica in concomitanza di miriadi di vertenze rimaste ancora aperte.

Dobbiamo segnalare un’attività governativa molto precaria, con il rischio quotidiano di una crisi dell’Esecutivo. Dal momento della composizione del Governo Conte II non abbiamo registrato momenti di tranquillità.

I quattro gruppi politici che costituiscono la maggioranza non riescono a trovare momenti di condivisione duraturi e in grado di farci intravedere un arco temporale più o meno lungo. È pur vero che i temi della Manovra finanziaria sono molto pesanti, alla luce di una situazione economica in netta flessione.

Tutti temevano questa situazione come se fosse una sorta di strettoia per poter misurare l’attuale maggioranza. Ancora non siamo nelle condizioni per poter definitivamente parlarne perché tuttora è in corso la discussione nel Parlamento italiano.

A questo tema si aggiunge anche la questione e la compatibilità che avrà la nostra Manovra finanziaria con il famoso Mes (Meccanismo europeo di stabilità). Proprio su questo tema, in questi giorni, che si sta sfiorando la crisi di governo. Una tregua sembra sia stata raggiunta, tuttavia senza aver risolto i nodi che sono alla base della divisione tra il Partito democratico e il Movimento 5 stelle.
Il partito di Matteo Renzi, Italia Viva, risulta leggermente defilato, ma anche il suo gruppo farà sentire la sua voce perché ora è alle prese con l’azione giudiziaria che ha colpito la fondazione Open.

Sul fronte sindacale la vertenza dell’Ilva sembra essere stata congelata e questo costituisce un ulteriore elemento di preoccupazione. Le voci che si susseguono sono quelle di una trattativa segreta tra il Governo e il gruppo franco-indiano ArcelorMittal. Le indiscrezioni non ci possono che far preoccupare.

Noi siamo convinti che sia necessario un chiarimento sui termini contrattuali tra i Commissari Straordinari e la multinazionale. Condizioni differenti sono quelle di modificare il piano ambientale, quello industriale e prevedere migliaia di esuberi. Chiederemo con forza di conoscere preventivamente le volontà del governo e dell’azienda, ribadendo la validità e centralità dell’accordo del 6 settembre 2018.

Rimangono due incombenze: una è quella del 13 dicembre e riguarda la continuità produttiva dell’altoforno 2 appesa alla decisione del Tribunale di Taranto; l’altra è quella legata al ricorso d’urgenza ex articolo 700 presentato dai Commissari al Tribunale di Milano contro l’azione di recessione dal contratto fatta da ArcelorMittal.

La vertenza dell’Ilva continua a far tenere il fiato sospeso, oltre che ai lavoratori di tutti gli stabilimenti italiani, anche a tutto il sistema industriale, economico e politico del nostro Paese.
Un ridimensionamento della più grande acciaieria Europa causerebbe danni incalcolabili all’economia italiana.

In questi giorni si sono svolte diverse riunioni riguardo la vertenza Whirlpool. Noi confermiamo la nostra ferma determinazione a seguire la problematica, così come fatto nei mesi scorsi, invitando l’azienda e il Governo a trovare una soluzione duratura e definitiva. Chiediamo che il tempo finora trascorso dall’ultima manifestazione del 31 ottobre e dalla convocazione da parte del Governo del prossimo incontro previsto il 20 gennaio prossimo, possa convincere l’azienda a non inventarsi soluzioni tampone come quella di elevare l’incentivo all’esodo ma convincersi della validità della continuità produttiva di lavatrici nel sito di Napoli.

Come avevamo purtroppo temuto, la situazione dell’automotive e della sua elettrificazione sta dando i primi segnali di come, senza una reale programmazione di questa transizione epocale, avrà ripercussioni occupazionali e industriali nel nostro Paese. In questi giorni abbiamo potuto verificare la situazione che stanno vivendo i lavoratori della Bosch. L’azienda non ha ancora comunicato esuberi strutturali ma sicuramente, se non ci saranno interventi strutturali e immediati, il destino di seimila lavoratori occupati nei 19 stabilimenti italiani, sarà compromesso.

Proprio la Puglia rischia di essere interessata dalle crisi più gravi degli ultimi decenni, essendo colpite le due aziende metalmeccaniche più importanti come Bosch di Bari e l’Ilva di Taranto.

In questi giorni sono continuate incessantemente le mobilitazioni all’ex Embraco di Riva di Chieri, Torino, e nel settore aerospaziale cominciano a esserci le primi crisi aziendali, come quella di Moreggia e AvionItaly dove rischiano il posto di lavoro complessivamente 200 lavoratori.

Nell’ultima settimana sono accaduti due momenti importanti: il primo è l’avvicendamento alla guida della Uilm di Pisa-Pontedera, presieduta dal Segretario Benedetto Benedetti, che ha scelto di porre in essere un ricambio generazionale all’interno del gruppo dirigente e ha voluto cedere il passo a Samuele Nacci; il secondo la mia presenza a Piombino con i lavoratori, gli attivisti e i delegati.

Benedetto ha guidato l’organizzazione in una fase molto delicata del settore metalmeccanico, con le difficoltà legate soprattutto alla Piaggio. È stato in grado di costruire un gruppo coeso e motivato, con risultati lusinghieri. Ha costruito una grande organizzazione e un bel gruppo dirigente determinato e in grado di poter lasciare il testimone a Samuele Nacci, che ha continuato in questi mesi ad affiancarlo nella segreteria. Benedetto non lascerà l’organizzazione, continuerà a collaborare nella camera sindacale e sarà un valido riferimento per tutti noi e per la Uilm di Pisa-Pontedera.

La mia presenza di questi giorni a Piombino è servita invece a testimoniare il grande lavoro dei nostri attivisti e del gruppo dirigente, pur in una fase difficile del sito industriale.
Grazie al loro impegno e alla loro  caparbietà, lo stabilimento ha cominciato a far funzionare le tre linee di produzioni.
Tuttavia servono ancora adeguamenti strutturali come il rifacimento dell’altoforno o l’installazione di forni elettrici per dare maggiore consistenza e solidità alla prospettiva produttiva.

Solo così si potrà uscire dall’emergenza di questi anni. Legare il futuro industriale all’acquisto di semi lavorati rappresenterebbe un grave punto di debolezza. Contestualmente ci saranno le elezioni per il rinnovo delle Rsu. Ritengo che il gruppo dirigente abbia tutte le carte in regola per poter ricevere la fiducia dei lavoratori, dopo aver svolto in questi anni un grande lavoro per scongiurare la chiusura del sito di Piombino. Ogni sindacalista deve sempre credere che si può riuscire a risolvere i problemi, anche i più complicati. Questo è stato certamente uno dei più grandi meriti di Uil e Uilm locali.

A causa delle tantissimi crisi industriali e della mancanza di risposte dal Governo, su nostra esplicita richiesta, Cgil Cisl e Uil hanno programmato tre giornate di mobilitazioni, con manifestazioni che si terranno a Roma il 10,12 e 17 dicembre.

Il 10 ci saranno oltre tremila lavoratori e sarà la giornata relativa alle crisi aziendali dei settori chimico, metalmeccanico, trasporti, edili, commercio, comunicazione e tanti altri per sollecitare l’intervento del Governo e arrestare questo degrado industriale che potrebbe causare la perdita di migliaia di posti di lavoro.

Il 12 dicembre sarà la volta del comparto della Pubblica amministrazione, comprese le forze di Polizia, scuola, università e il settore dell’alimentare.

Il 17, infine, scenderanno in strada i lavoratori del settore dei servizi, del credito, delle poste e i pensionati.

Ancora una volta, Cgil Cisl Uil, a distanza di appena un mese dalla manifestazione di novembre dei pensionati al Circo Massimo, hanno recepito il nostro messaggio di allarme e hanno posto al centro dell’agenda di governo le crisi industriali, gli investimenti, il sistema di equilibrio e di solidarietà previdenziale e di gli ammortizzatori sociali.

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