In attesa dell’incontro di venerdì 22 novembre tra i vertici di ArcelorMittal e il governo a Palazzo Chigi, nei giorni scorsi sono uscite sugli organi di stampa le prime indiscrezioni e bozze di un accordo tra le parti.
Un’intesa che sarebbe composta da quattro punti principali: ripristino scudo penale, garanzie sulla funzionalità dell’altoforno 2, 5mila esuberi e uso degli ammortizzatori sociali per limitare l’impatto occupazionale e sociale, riconversione del piano ambientale a partire da un’azione di housing sociale.
INCERTEZZA E SFIDUCIA
“Un’intesa che andrebbe a superare e cestinare l’accordo del 6 settembre 2018”, ha dichiarato il Segretario generale della Uilm, Rocco Palombella. “Tutto ciò crea grande incertezza, sfiducia e preoccupazione per il futuro di 20mila lavoratori – ha aggiunto il leader della Uilm – oltre a sacrificare l’accordo firmato un anno fa che garantisce il risanamento ambientale, la tutela dei livelli occupazionali e la continuità produttiva”.
La richiesta della multinazionale di 5mila esuberi è “intollerabile e irricevibile” secondo Palombella, che continua a chiedere il pieno rispetto di quanto sottoscritto e di cui garante deve essere il governo.
INCONTRO URGENTE CON ESECUTIVO
Dopo l’incontro previsto per il 22 novembre tra azienda e governo, il leader della Uilm chiede “un appuntamento urgente con l’Esecutivo per avere contezza sullo stato della trattativa perché le organizzazioni sindacali devono essere coinvolte e non considerate semplici spettatrici. Non si può cestinare in questo modo il duro lavoro di un anno fa. Non permetteremo altri sacrifici ai lavoratori”.
Infine, Palombella ha sottolineato il “clima di sfiducia nei confronti dell’azienda generato dalle difficoltà nella ripresa produttiva, soprattutto per lo svuotamento dei magazzini che porterebbe alla fermata di tutte le attività”. Una situazione peggiorata “dopo questo ennesimo passo falso della multinazionale che ora deve recuperare un rapporto ormai incrinato”.