CNHI: piano ambizioso per FPT, ma gravi ricadute occupazionali

È stato presentato alle Organizzazioni sindacali il piano 2020-2024 per FPT, vale a dire il comparto motori e cambi destinato ad essere oggetto di spin-off insieme ad Iveco, e per il settore delle macchine movimento terra. Si tratta di piani ambiziosi, con importanti investimenti finalizzati ad affrontare le sfide di trasformazione del mercato, che però prevedono la chiusura, nella prima metà del 2020, del sito di Pregnana milanese, dove lavorano 270 persone, e la riconversione in polo logistico dello stabilimento di San Mauro Torinese, con 120 esuberi su 370 dipendenti.

IL PIANO 2020-2024
Più precisamente a San Mauro è prevista una riconversione, con un investimento di 20 milioni di euro, la cessazione ad aprile 2020 della attuale produzione di escavatori e di mini escavatori, da anni in forte perdita rispettivamente in joint venture con Sumitomo e Hyundai, e la concentrazione nello stabilimento dell’attività di logistica attualmente svolta in parte da ditte terze e in parte a Pregnana e in piccola parte a Piacenza, ma in quest’ultimo sito le 15 persone saranno ricollocate in altre attività dello stabilimento.
A Foggia, che dal 2021 perde circa 160.000 motori annui attualmente forniti a Fca, per fronteggiare il futuro calo produttivo, CnhI intende cercare nuovi clienti, aumentare le forniture ai clienti che restano, portare nuovi prodotti, nonché aprire la cassa integrazione per riorganizzazione da luglio 2021 a febbraio 2022. Nello stabilimento foggiano arriverà un nuovo motore che andrà sui veicoli commerciali leggeri, il motore F5 attualmente prodotto a Torino, e una verticalizzazione di alcune attività, con 25 milioni di euro di investimenti, nonché un motore completamente nuovo che sarà lanciato il prossimo anno.
A Torino Motori, per compensare il futuro trasferimento dell’F5 a Foggia, sarà incrementata la produzione, incluse le batterie per motori elettrici in joint venture con un alleato ancora da definire e il trasferimento da Pregnana delle lavorazioni del motore marino e dei gruppi elettrogeni, con 15 milioni di euro di investimenti.  Di Pregnana purtroppo, come detto, è prevista la chiusura a metà del prossimo anno. Ed è questo naturalmente uno dei punti più critici del piano prospettato dall’azienda.

INCONTRI CON L’AZIENDA 
Nella giornata di martedì 8 ottobre si sono svolti due incontri con l’azienda, uno sul piano industriale 2020-2024 della divisione FPT, vale a dire motori e cambi, e l’altro dedicato alla divisione movimento terra.
Durante il primo sono state illustrate le evoluzioni di mercato che portano verso propulsioni sempre più ecologicamente sostenibili, con conseguenti aumenti degli investimenti in ricerca e sviluppo, in particolare a Torino che diventerà un polo di eccellenza delle nuove tecnologie. Questi nuovi investimenti sono programmati attraverso delle riassegnazioni produttive previste dal piano industriale come illustrato sopra.
Nel pomeriggio si è tenuto il secondo incontro informativo previsto con CnhI sulla divisione movimento terra.
Rispetto alla decisione della riconversione del sito di San Mauro, l’azienda ha dichiarato che è causato dai gravi problemi e dalle perdite accumulate nella joint venture con i partner asiatici nella produzione di escavatori e mini escavatori. Per la logistica invece costituisce un vantaggio l’ottimo posizionamento di San Mauro rispetto alle principali vie di comunicazione.
Infine è stata dichiarata da parte aziendale l’intenzione di cercare soluzioni condivise per affrontare le potenziali 110 eccedenze che la riconversione comporta, anche con opportunità di ricollocazione all’interno del gruppo.
Per quanto riguarda lo stabilimento di Lecce, che resterà evidentemente l’unico riferimento produttivo in Europa, la priorità secondo la Direzione sarà recuperare competitività, per approfittare al meglio della auspicata ripresa del settore. Il sito produttivo leccese è caratterizzato da una notevole complessità, per via della pluralità di prodotti, e bisognerà lavorare affinché questa caratteristica si riveli un vantaggio e non un limite. In ogni caso i volumi nel periodo 2020-2024 del piano sono previsti in significativa crescita.

POSIZIONE DELLA UILM 
Il piano prospettato dall’azienda è ritenuto “ambizioso ma con gravi ricadute occupazionali” da Gianluca Ficco, Segretario nazionale Uilm e responsabile del settore automotive, perché “prevede una complessa riorganizzazione delle assegnazioni fra gli stabilimenti, la chiusura di Pregana e la riconversione di San Mauro, con 370 esuberi complessivi dichiarati e ci porta a chiedere chiarimenti per tutti gli stabilimenti italiani, anche quelli non coinvolti oggi, e a cercare alternative che scongiurino gli esuberi”.
Un progetto industriale che “conferma l’estrema criticità della fase economica che stiamo attraversando, una fase in cui dobbiamo difendere con tutte le nostre forze l’occupazione e l’industria, sperando nel sostegno delle Istituzioni, senza il quale corriamo il rischio di rincorrere il moltiplicarsi dei problemi senza soluzioni strutturali” continua Ficco.
Secondo il Segretario nazionale Uilm “l’ambizione di FPT di incrementare gli investimenti in ricerca e sviluppo per affrontare i cambiamenti di mercato, che spingono verso propulsioni green, è la premessa necessaria per dare un futuro a questa grande realtà industriale, tuttavia il piano industriale 2020-2024 pone gravi problemi occupazionali ed è certamente importante che la Direzione aziendale voglia fare di Torino il polo di eccellenza delle nuove motorizzazioni, ma la chiusura di Pregnana e la presenza di potenziali esuberi anche negli altri stabilimenti pone una questione di sostenibilità sociale”. “In ogni caso – ha concluso – abbiamo chiesto un incontro al ministero dello Sviluppo economico, per proseguire il negoziato in una sede istituzionale, anche sulla base delle informazioni acquisite oggi. Per quanto concerne infine gli altri settori di CnhI, alias Iveco, macchine agricole e movimento terra, abbiamo in programma incontri analoghi a quello odierno, per verificare fino in fondo che non ci siano altri piani da cui potrebbero derivare esuberi”.
Le organizzazioni sindacali continuano a confidare “in una prossima convocazione da parte del Ministero dello Sviluppo economico per discutere con l’azienda gli aspetti del piano industriale su cui abbiamo espresso le nostre perplessità o la nostra contrarietà”.
L’obiettivo sindacale “irrinunciabile è scongiurare gli esuberi” concludono le parti sindacali.
I prossimi appuntamenti con CnhI sono l’incontro informativo su Iveco l’11 ottobre e quello sul settore macchine agricole il 14.

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