La manifattura soffre, l’acciaio ancor di più

di Guglielmo Gambardella

Se l’economia europea e la produzione industriale soffrono in Europa il settore siderurgico non può non risentire di questa condizione. Le performance delle due più grandi manifatture continentali, Germania e Italia, vivono una fase di difficoltà derivanti dal rallentamento del settore automotive che trascina tutti i settori ad esso collegati, a partire dalla siderurgia. Infatti, se guardiamo i dati della produzione di acciaio nei primi sei mesi dell’anno, la Germania ha fatto registrare un -5,1% rispetto allo stesso periodo del precedente anno, mentre l’Italia si è attestata, al momento, ad un -2,0%. Purtroppo le prospettive non lasciano sperare in una ripresa a breve e le aziende stanno affrontando questa fase di difficoltà con riduzione dei volumi produttivi utilizzando ammortizzatori sociali o riduzioni di turnistiche.

AZIENDE IN DIFFICOLTA’
Riva Acciaio, nei suoi stabilimenti italiani, ha avviato da tempo procedure di cassa integrazione. Acciai Speciali Terni ha fatto altrettanto mentre Cogne Acciai Speciali ha dichiarato un calo di produzione tra l’otto e il dieci percento e starebbe valutando l’utilizzo di ammortizzatori sociali. Solo per citare qualche caso. Ricordiamo, per dovere di cronaca, la Cigo avviata da ArcelorMittal per lo stabilimento di Taranto che interessa circa 1.400 lavoratori.
È significativo rilevare che nonostante il rallentamento dell’economia mondiale, la Cina continua invece a crescere nella produzione di acciaio (+9,9% nei primi sei mesi del 2019) in barba agli impegni assunti di ridurre la sua sovraccapacità produttiva, di ridurre l’impatto ambientale e di garantire migliori condizioni di lavoro agli addetti del settore.
I siderurgici italiani ed europei denunciano da tempo le difficoltà che derivano da un quadro normativo europeo che non tutela le produzioni continentali e che consente, soprattutto dopo i dazi introdotti dal governo USA, l’importazione di prodotti a basso costo dai Paesi dell’Est. A questo occorre aggiungere che il costo dell’energia e delle materie prime (rottame) continuano ad essere elementi di criticità per il settore.

LE PROPOSTE DEL SINDACATO EUROPEO
Con IndustriAll Europe i sindacati stanno preparando il Position Paper EU Steel Action Plan per avanzare proposte, in sede europea, a difesa della produzione siderurgica ma in particolare dei posti di lavoro. Nelle prossime settimane verrà pianificato un incontro specifico con tutte le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici europee per una discussione complessiva. Sarebbe opportuno che il governo italiano rispondesse al più presto alla richiesta avanzata dai sindacati metalmeccanici per un confronto sulle prospettive del settore anche in funzione degli impatti derivanti sia dalla trasformazione digitale della produzione sia per la transizione verso una maggiore eco compatibilità. Ricordiamo che in Italia il settore siderurgico impiega oltre 30mila addetti diretti, oltre all’occupazione del relativo indotto, ma soprattutto rappresenta la “spina dorsale” del nostro sistema manifatturiero.

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