Una proroga di due mesi della cassa integrazione straordinaria per i lavoratori della Jabil di Marcianise, in provincia di Caserta. Un’intesa raggiunta il 17 settembre in un incontro al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali fra le organizzazioni sindacali, la direzione aziendale di Jabil, un funzionario del Ministero e la Regione Campania rappresentata dall’assessore al Lavoro Sonia Palmeri.
Il Ministero ha confermato la possibilità di ottenere una proroga di ulteriori quattro mesi dell’ammortizzatore sociale, attualmente con scadenza al 10 novembre. L’eventuale allungamento della cigs potrà essere finanziato, come specificato dal Mise, con un decreto legge da parte del Governo nazionale.
POSIZIONE DELLA UILM
Dopo l’annuncio a luglio da parte della proprietà della multinazionale americana delle telecomunicazioni di voler licenziare 350 lavoratori su un totale di 706 addetti del sito casertano, a causa di un forte calo del valore delle commesse e del fatturato, la Uilm ha sempre manifestato la propria contrarietà a questo atto unilaterale e improvviso. Dopo numerosi incontri, sia al Mise che nella sede di Confindustria Napoli, si è arrivati pochi giorni fa a una soluzione tampone in attesa di una definizione che garantisca la continuità produttiva e un futuro occupazionale ai lavoratori.
“Dopo la proroga di due mesi della cassa integrazione straordinaria, ci aspettiamo che il Ministero rispetti i suoi impegni e la estenda per altri quattro mesi” dichiara Michele Paliani, funzionario della Uilm Nazionale. “Attendiamo che venga programmato un nuovo incontro al Ministero – aggiunge Paliani – per avere contezza e certificazione delle aziende proposte da Jabil al fine di garantire il percorso di reindustrializzazione. Inoltre – continua – vogliamo sapere quali siano le prospettive industriali del sito di Marcianise e delle centinaia di lavoratori interessati. Serve la massima trasparenza e responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti per non creare quella che potrebbe trasformarsi in una bomba sociale in un territorio già in forte difficoltà”.
FUTURO INCERTO
Resta quindi un futuro incerto per i 350 lavoratori dello stabilimento in attesa di un accordo tra l’azienda, le organizzazioni sindacali, il Ministero e gli enti locali che possa dare loro un futuro occupazionale dignitoso in un contesto socio-economico e industriale in crisi. Un’intesa doverosa verso lavoratori che in questi anni hanno già fatto tanti sacrifici.