L’Editoriale

Cari lavoratori,

torna la pubblicazione del nostro giornale a pochi giorni dalla ripresa del periodo feriale. Una pausa che in realtà non è avvenuta perché mai come durante il mese di agosto c’è stata una continuità lavorativa che ci ha visti quotidianamente impegnati. Dopo le ultime audizioni del 6 agosto alle Commissioni parlamentari del Lavoro e Attività Produttive della camera dei Deputati, sui problemi dell’Ilva, immaginavamo di aver sospeso momentaneamente la nostra attività. Invece, dopo due giorni si è aperta una crisi di governo che si trascinava ormai da diversi mesi, subito dopo le elezioni europee.

Non vorrei parlarne, ma una cosa è certa: la crisi si è aperta dopo la richiesta specifica di elezioni anticipate fatta da uno dei due partiti della maggioranza che ha ritenuto non più possibile proseguire nell’attività di governo, per diversità di orientamento su molti provvedimenti.

Tutti conoscete qual è stato l’epilogo e mentre scriviamo la crisi è stata risolta con la formazione di un nuovo governo che vede sempre la presenza del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ma con una diversa composizione dell’esecutivo diviso tra Movimento 5 stelle e Partito Democratico.

Noi continueremo a mantenere la stessa linea di azione e cioè quella di non giudicare i governi dal loro colore politico ma in base ai punti della piattaforma unitaria Cgil Cisl e Uil e soprattutto rispetto alle misure messe in campo per salvaguardare i livelli occupazionali e risolvere le numerose crisi industriali che sono aperte all’interno del nostro settore.

C’è stato un ricambio quasi totale dei ministri, ma quelli con le deleghe che ci interessano sono quelli dello Sviluppo economico e del Lavoro. Il nuovo esecutivo, rispetto al precedente, avrà i due importanti dicasteri divisi con due Ministri distinti. Stefano Patuanelli allo Sviluppo economico e Nunzia Catalfo al Lavoro.

Noi ci aspettiamo da subito una ripresa dell’interlocuzione. Ci aspettiamo di essere convocati in tempi brevissimi, perché oltre alle decine di vertenze e tavoli aperti presso il Ministero, ci sono crisi industriali importanti che non possono più attendere.

La situazione della Whirpool dopo diversi mesi ormai è arrivata a un punto di non ritorno e anche l’incontro fissato per il 17 settembre al Mise rischia di diventare l’ennesima occasione sprecata per poter trovare una soluzione salvaguardando i posti di lavoro e l’attività produttiva di lavatrici nello stabilimento di Napoli.

Una delle preoccupazioni maggiori che abbiamo avuto in questi mesi è stata la situazione dell’ex Ilva di Taranto relativamente alle tutele legali, dopo la modifica da parte del Dl Crescita nel giugno scorso che aveva causato la minaccia da parte di ArcelorMittal di andare via in caso di mancata modifica della norma.

Il 6 agosto il Consiglio dei ministri ha varato il Dl Imprese che aveva una forma inedita: approvato “salvo intese”. Il Decreto non è stato mai pubblicato in Gazzetta Ufficiale a causa della crisi di governo e abbiamo temuto che questa situazione potesse gravare sul futuro dell’occupazione dello stabilimento di Taranto.

Solamente il 3 settembre, dopo la risoluzione della crisi di governo e la costituzione della nuova maggioranza, è stato avviato dal Mise l’iter per la pubblicazione del Decreto in Gazzetta Ufficiale e dal 5 settembre è in vigore. Sono previste misure che interessano non solo l’ex Ilva, con le tutele legali legate al Piano Ambientale, ma anche altre crisi industriali come quelle Blutec ed Ex Alcoa.

L’approvazione del Dl Imprese ci ha permesso di evitare una crisi drammatica con la messa in discussione di ulteriori posti di lavoro e mancanza di reddito per migliaia di lavoratori. Ora inizia una partita importantissima per il piano ambientale e per la difficile ripresa produttiva del sito di Taranto che risente del mancato dissequestro dell’Altoforno 2 e della difficoltà di approvvigionamento di minerali e carbone dopo il sequestro del quarto sporgente a causa dell’incidente mortale del luglio scorso.

La situazione dell’ex Alcoa continua a rimanere ferma perché legata alle misure per diminuire il prezzo dell’energia, ma soprattutto perché l’acquitente, Sider Alloys, fin dal suo insediamento non ha rispettato gli impegni presi con la sottoscrizione del contratto per l’acquisizione dello stabilimento di Alcoa, ovvero quello di avviare gli investimenti per il revamping degli impianti di Portovesme.

In aggiunta a queste crisi aziendali ormai annose si aggiungono altre vertenze come quella di Piombino e, per ultima, la decisione della Regione Friuli-Venezia Giulia di revocare le licenze per la continuità produttiva della Ferriera di Servola e quella del proprietario, il Cavaliere Arvedi, di volersi disimpegnare rispetto a questo storico sito industriale.

In questi primi giorni di settembre abbiamo anche avviato e approvato l’ipotesi di piattaforma di rinnovo del Ccnl Federmeccanica-Assistal 2020-2022. Il 3 settembre l’abbiamo discussa e votata nel nostro Consiglio nazionale e il giorno seguente l’abbiamo portata in un’assemblea molto partecipata insieme a Fim e Fiom.

Abbiamo creato le condizioni per poterci dotare di una piattaforma unitaria e condivisa, un risultato di grande importanza. Dopo dodici anni abbiamo un programma comune, non una sommatoria di richieste, ma elaborato in base alle condizioni del settore e della perdita del potere di acquisto dei lavoratori a causa della crisi economica. Dopo l’approvazione degli organismi nazionali, ci aspettiamo il consenso nei territori nei quali sono già in corso, e sono programmati fino al 15 ottobre, incontri per valutare e approvare l’ipotesi di piattaforma.

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