Si è svolta a Roma il 4 giugno scorso, presso l’Hotel Nazionale, la presentazione dei risultati dell’indagine congiunturale di Federmeccanica sull’industria metalmeccanica, giunta alla sua 150ª edizione. Una presentazione che, ogni tre mesi, vede protagonisti anche i territori in un evento “corale” per far conoscere il peso, l’andamento del settore e le iniziative delle sezioni metalmeccaniche – meccatroniche, consolidando così la consapevolezza del valore prodotto dalla nostra industria e dei valori diffusi dalle imprese.
PARZIALE RECUPERO
I dati relativi all’andamento del comparto metalmeccanico rivelano che la produzione del nostro Paese, dopo un quarto trimestre 2018 negativo (-1,1% nel confronto congiunturale con il terzo), nei primi tre mesi del 2019 registra un parziale recupero rispetto alla fine del 2018 (+0,3%) ma attesta una diminuzione dei volumi del 2,1% nel confronto con l’analogo periodo dell’anno precedente. Il calo tendenziale è stato determinato dalla contrazione registrata nei comparti degli autoveicoli e rimorchi (10,4%), dei prodotti in metallo (-5,2%) e della metallurgia (-3,0%). I restanti comparti hanno segnato variazioni positive ma inferiori all’1%, con la sola eccezione degli altri mezzi di trasporto la cui produzione è, invece, aumentata del 7,1%.
LO SCIOPERO GENERALE
Alberto Dal Poz, presidente di Federmeccanica ha rivolto un appello ai metalmeccanici che il 14 giugno scendono in piazza: “Riteniamo che, pur nel rispetto dei ruoli, oggi come non mai, sia necessario impegnarsi insieme per il perseguimento di un comune obiettivo: la crescita delle imprese e delle persone che in esse operano. Crediamo nel dialogo volto anche a formulare proposte costruttive per lo sviluppo, pur con spirito critico, nell’interesse di ogni parte e più in generale del Paese. Noi siamo sempre pronti e aperti a questo tipo di confronto”.
IMPORT-EXPORT
Il rallentamento delle dinamiche dell’interscambio di prodotti metalmeccanici osservato nella seconda metà del 2018 si è protratto anche nei primi mesi del 2019. Nel periodo gennaio-marzo, infatti, sia le esportazioni sia le importazioni sono cresciute di un modesto 0,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
L’export metalmeccanico è cresciuto dell’1,3% per la quota diretta ai paesi dell’Unione europea mentre ha registrato una contrazione dello 0,7% verso il resto del mondo. I risultati realizzati sul mercato comunitario, anche se moderatamente positivi, sono stati ottenuti grazie al forte incremento registrato verso il Regno Unito (+17,8%) presumibilmente favorito dalle attese difficoltà di approvvigionamento conseguenti alla Brexit, mentre i flussi diretti in Germania sono diminuiti dello 0,4% quale conseguenza della frenata produttiva registrata nel paese. Per quanto riguarda i paesi esterni all’Unione europea, i risultati negativi registrati, sempre con riferimento ai primi tre mesi dell’anno in corso, dalle esportazioni metalmeccaniche verso Cina (-6,4%) e Turchia (-28%) sono state parzialmente compensate dai flussi diretti in Giappone (+20,8%) e India (+8,2%), paesi verso cui indirizziamo poco più dell’1% delle esportazioni totali. Complessivamente nei primi tre mesi dell’anno 2019 le esportazioni metalmeccaniche sono ammontate a circa 54 miliardi di euro, le importazioni sono state pari a 43 miliardi con saldo attivo di 11 miliardi, sostanzialmente in linea con quanto osservato nello stesso periodo del 2018.
PRESERVARE LA METALMECCANICA
“Preservare la metalmeccanica e stimolare la sua crescita – ha concluso Stefano Franchi, direttore generale di Federmeccanica – deve essere quindi la priorità per la politica nazionale e locale, nell’interesse generale. Le istituzioni sono chiamate a sostenere chi può dare forza al Paese: le imprese. A partire dalla metalmeccanica, che con 120 miliardi di euro di valore aggiunto (il 50% del valore aggiunto manifatturiero) forma l’8% della ricchezza nazionale misurata con il Pil. Bisogna puntare di più sulla metalmeccanica, vero motore del Paese, spina dorsale della nostra economia. Il nostro tessuto industriale è per la stragrande maggioranza composto da piccole imprese che svolgono un ruolo chiave nelle filiere del valore. La competitività del Paese passa anche attraverso azioni coordinate a livello Europeo, nazionale e locale. Nel nostro Paese le politiche industriali devono contemplare sinergie tra centro e periferia e anche la convergenza di politiche economiche, dell’istruzione e del lavoro”.
OCCUPAZIONE
Per quanto riguarda le dinamiche occupazionali, nei primi tre mesi del 2019 le imprese metalmeccaniche con oltre 500 addetti hanno registrato andamenti moderatamente negativi: i livelli occupazionali medi sono diminuiti dello 0,5% rispetto all’analogo periodo del 2018 e le ore effettivamente lavorate sono diminuite mediamente dell’1% con una contrazione più marcata per gli operai (-1,8%) e più contenuta per gli impiegati (-0,1%). Nei primi mesi del 2019, è inoltre tornato a crescere il ricorso all’istituto della cassa integrazione guadagni. Nel primo trimestre, le ore autorizzate per gli addetti metalmeccanici sono state pari a 30,2 milioni, il 39,6% in più rispetto all’analogo periodo del 2018.