di Guglielmo Gambardella
“Con i tre treni di laminazione in marcia e 700 lavoratori in fabbrica è stata avviata, di fatto, la fase uno del piano di rilancio dello stabilimento ex Lucchini di Piombino da parte della nuova gestione Jindal South West; è un segnale incoraggiante, un’iniezione di fiducia”. Questo è quanto abbiamo costatato nel pomeriggio dello scorso 14 marzo con la visita effettuata nello stabilimento toscano, a valle del Consiglio Territoriale della Uilm Piombino-Livorno tenutosi nella mattinata dello stesso giorno presso lo storico “Hotel Centrale” nel centro di Piombino.
CENTRO DI ECCELLENZA
Nel mio intervento conclusivo della riunione dello stesso Consiglio territoriale ho ricordato che proprio quella sede, diversi anni prima, era stata scelta per tenere una riunione dei sindacati europei del settore acciaio per discutere delle prospettive dell’industria siderurgica in Europa; all’epoca la città piombinese, con la Lucchini in piena attività, fu scelta perché rappresentava un centro siderurgico europeo di eccellenza.
La speranza, oggi, è quella che si ricostruisca quel polo siderurgico, anche consolidando e sviluppando le altre due importanti realtà siderurgiche dell’ex Magona e della Tenaris Dalmine, che tanto benessere economico ha generato per quel territorio per diversi decenni. In questa prospettiva di rilancio risulterà essere strategica la potenzialità del Porto di Piombino. Ed è per questo che abbiamo voluto enfatizzare quel momento, nella consapevolezza che tanto lavoro c’è ancora da fare per costruire una solida prospettiva.
PASSATO ALLE SPALLE
Con l’area a freddo in marcia possiamo ritenere finalmente superata la disastrosa gestione Cevital che, di fatto, aveva completamente fermato lo stabilimento. Accompagnati dal segretario generale della Uilm Piombino-Livorno, Lorenzo Fusco, nel corso della visita in stabilimento abbiamo avuto la possibilità di parlare con i lavoratori presenti in turno e percepire il loro orgoglio e la voglia di fare, la necessità di dare un senso alla loro vita. E quindi va riconosciuto proprio a loro il merito di aver rimesso in marcia, in brevissimo tempo e senza grosse difficoltà, i treni di laminazione fermi da oltre 24 mesi.
FASE DUE
Adesso, ci attendiamo che quanto prima si definisca la fase due: la decisione degli investimenti dell’area a caldo per la costruzione dell’acciaieria con due forni elettrici. Indiscrezioni ci riportano di un possibile incontro, nei prossimi giorni, fra Sajjan Jindal ed il ministro Luigi Di Maio per una discussione del progetto di rilancio della produzione a caldo per un investimento complessivo di circa 1 miliardo di euro.
Ci auguriamo, dunque, di conoscere il progetto definitivo con il crono programma degli investimenti per poter dare una prospettiva di lungo periodo a tutti i 1900 lavoratori ex Lucchini.