Si è svolta a Roma, presso l’Hotel Nazionale, la presentazione dei risultati dell’Indagine congiunturale di Federmeccanica sull’Industria Metalmeccanica, giunta alla sua 149a edizione. Una presentazione che, ogni tre mesi, vede protagonisti anche i territori in un evento “corale”, per far conoscere il peso, l’andamento del settore e le iniziative delle sezioni metal meccaniche-meccatroniche, consolidando così la consapevolezza del valore prodotto dalla nostra Industria e dei valori diffusi dalle Imprese.
PEGGIORAMENTO A FINE 2018
I dati relativi all’andamento del comparto metalmeccanico rivelano che la produzione industriale nella parte finale del 2018 ha evidenziato un significativo peggioramento dopo tre trimestri, comunque caratterizzati da una fase di sostanziale stagnazione. In particolare nel periodo ottobre-dicembre l’attività metalmeccanica ha registrato una caduta dell’1,0% rispetto al trimestre estivo e una variazione tendenziale ridottasi al +0,8% dopo un primo semestre dell’anno che evidenziava ancora tassi di crescita oscillanti intorno ai 4,5 punti percentuali. Mediamente nel 2018 i volumi di produzione, grazie ai trascinamenti positivi acquisiti nell’ultima parte del 2017, sono risultati in crescita del 2,8%.
EXPORT E DOMANDA INTERNA
“Il significativo peggioramento dell’Industria Metalmeccanica italiana – ha dichiarato Fabio Astori, vice presidente di Federmeccanica – risulta in parte imputabile a un rallentamento della dinamica esportativa ma ancor più alla contrazione della domanda interna e in particolare di quella relativa agli investimenti in macchine e attrezzature di cui le imprese metalmeccaniche sono produttori quasi esclusivi. Gli attuali volumi di produzione sono, inoltre, inferiori del 23,5% rispetto al periodo pre-recessivo. Le imprese prevedono, inoltre, per la prima parte del 2019, una stagnazione dei volumi di produzione sia nel loro complesso sia per le quote da indirizzare ai mercati esteri”.
Le esportazioni metalmeccaniche hanno registrato nel corso dell’anno un significativo rallentamento con tassi tendenziali di crescita ridottisi dal +6,5% del quarto trimestre del 2017 al +0,8% dell’ultimo trimestre del 2018. Mediamente nell’anno, le esportazioni metalmeccaniche sono cresciute del 2,5% rispetto all’anno precedente evidenziando una flessione dell’1,0% verso i paesi terzi e un incremento del 5,4% verso l’area comunitaria che sta però mostrando una dinamica dell’attività produttiva in contrazione, che è stata particolarmente rilevante per la Germania verso cui esportiamo circa il 14% dei flussi di produzione indirizzati ai mercati esteri. Nell’anno, le esportazioni metalmeccaniche sono state pari a 222 miliardi di euro, le importazioni hanno raggiunto i 170 miliardi con un saldo attivo pari a 52 miliardi confermandosi sugli stessi livelli del 2017.
PROSPETTIVE
Per quanto attiene le prospettive a breve, l’indagine Federmeccanica condotta presso un campione d’imprese associate indica una sostanziale debolezza della congiuntura settoriale. Prevale una diffusa valutazione di eccedentarietà delle scorte di materie prime e di prodotti finiti rispetto ai volumi di produzione attesi. Diminuiscono le consistenze del portafoglio ordini e peggiorano nel contempo i giudizi che le imprese esprimono sugli ordini acquisti. In tema di competenze, dalle indagini precedenti è risultato che il 48% delle aziende metalmeccaniche ha difficoltà a reperire personale specializzato. A questo si aggiunge il fatto che un’azienda su cinque si dichiara non soddisfatta delle competenze del personale assunto. Tutto ciò evidenzia ancora una volta un marcato scollamento tra le conoscenze acquisite nel percorso di istruzione e le competenze che servono alle imprese.
FORMAZIONE
Nel 2017 il 73,7% delle imprese metalmeccaniche ha fatto formazione, coinvolgendo il 53,6 % dei dipendenti del settore come risulta dall’indagine annuale della Federazione. “Un risultato positivo – sottolinea Stefano Franchi, direttore generale – considerando che è stato raggiunto nel primo anno di applicazione del contratto e il coinvolgimento di tutti doveva realizzarsi nei tre anni di vigenza. Dobbiamo certamente impegnarci sempre di più ma è stato un buon inizio tenuto conto dei grandi sforzi anche organizzativi che l’attuazione della formazione richiede alle aziende. Ora verificheremo gli esiti nel 2018 e monitoreremo anche l’evoluzione nel 2019”. Il 26% delle Aziende ha erogato formazione “tecnica di base tradizionale” e il 20,2% quella tecnologica avanzata/digitale “È evidente – conclude Astori – come la formazione sia diventata uno strumento di gestione molto collegato alle esigenze attuali delle imprese ma anche alla grande trasformazione in atto. Anche l’attenzione ai temi della sicurezza, con interventi formativi ulteriori rispetto a quelli previsti dalla legge (realizzati dal 17,5% delle Imprese), è sintomo di una grande sensibilità nel nostro settore per un tema centrale che ha che fare con la salute delle persone e che deve essere ulteriormente promosso e diffuso”.