di Gianluca Ficco
L’11 marzo, dopo quattro mesi di serrate trattative, è stata raggiunta a Torino l’intesa per il rinnovo del Contratto collettivo specifico di lavoro con Fca, CnhI e Ferrari, comunemente noto come “Contratto Fiat”. Si tratta di un accordo importante, che rinforza e migliora il Ccsl in numerosi aspetti della parte normativa e che attribuisce aumenti salariali dell’8,24% della paga base in quattro anni, pari a 145 euro mensili medi a regime. È questo un risultato tanto più importante se si considera il contesto di oggettiva difficoltà economica e di debolezza dei mercati agricolo e dell’auto, decisivi rispettivamente per CnhI e per Fca.
IL NEGOZIATO
Peraltro le ultime settimane di trattativa avevano visto il negoziato inasprirsi fortemente su temi delicatissimi, quali la malattia e il codice disciplinare, su cui la Direzione aziendale aveva avanzato richieste da noi giudicate non accettabili, nonché sulla questione della conferma del sistema premiale definito nel 2015, che in particolare CnhI sembrava voler mettere nei fatti a repentaglio. Alla fine la mediazione raggiunta può essere considerata non solo un buon compromesso, ma un oggettivo passo in avanti nelle legittime aspettative di tutela dei lavoratori.
LE NOVITA’
Oltre agli aumenti della paga base, altre novità positive sono, ad esempio, quelle relative al welfare aziendale, giacché viene incrementato il contributo a carico del datore di lavoro al fondo di previdenza integrativa dello 0,5% della retribuzione utile, portandolo in Cometa al 2,2%, mentre sono rimodulate le quote di adesione al fondo di sanità integrativa, abbassando la quota del dipendente aderente e incentrando quella degli eventuali familiari non a carico. Si migliorano vari aspetti dell’orario di lavoro, dalla fruizione dei permessi e delle ferie al diritto allo studio, dalla disciplina dei recuperi produttivi all’introduzione dello smart working, dall’estensione di alcune indennità di turni più disagiati alla introduzione delle ferie solidali. Si rafforza anche il sistema delle commissioni di fabbrica, con particolare riguardo alla possibilità per queste ultime di accedere a tutte informazioni inerenti l’organizzazione del lavoro, quali saturazioni, tempi e mix produttivi.
INQUADRAMENTO
Altro elemento sicuramente degno di nota è la riforma dell’inquadramento professionale: in CnhI e Ferrari si giunge a una semplificazione accorpando le fasce oramai nei fatti divenute desuete, mantenendo l’aggregazione per gruppi professionali. In Fca, entro il primo gennaio 2020, anche i vecchi assunti verrano inseriti nel nuovo inquadramento introdotto nel 2015 come sperimentale per i neo assunti. Tale operazione dovrà avvenire a sostanziale neutralità dei costi e, in ogni caso, senza perdita salariale alcuna per i lavoratori. Il gruppo di lavoro avrà il compito di individuare per il futuro l’introduzione di sistemi di valutazione e premianti della professionalità.
MALATTIA E CODICE DISCIPLINARE
Sulla malattia nulla è stato innovato, mentre sul codice disciplinare c’è stato un aggiornamento che non aggrava la posizione del lavoratore e semmai contribuisce a fare chiarezza e a limitare la discrezionalità aziendale. Lo stesso sistema premiale del 2015 è stato salvaguardato, poiché il premio annuale “efficienza di stabilimento” è stato confermato e rimpinguato per compensare almeno in parte la mancata conferma di quello quadriennale di redditività di gruppo.
CONSOLIDAMENTO
Di conseguenza con questa intesa si completa, in un certo senso, il lavoro avviato nel 2015, poiché allora era stato istituito un robusto sistema premiale, mentre oggi si va ad aumentare la parte fissa della retribuzione. Il fatto che la sigla sia arrivata a valle della conferma del piano industriale per l’Italia da parte dell’ad di Fca, Michael Manley, al salone dell’auto di Ginevra, rende ancor più evidente inoltre che con questo rinnovo sono stati garantiti non solo salario e tutele, ma anche i presupposti della stabilità occupazionale per il prossimo quadriennio in tutto quell’ambito che una volta portava il nome di Fiat e che costituisce da sempre un asse portante della nostra economia e un punto di riferimento delle relazioni sindacali. Da sempre ciò che accade in Fiat nel bene e nel male influenza tutto il mondo del lavoro: è lecito quindi sperare che l’accordo raggiunto possa fare da apripista anche ad altri importantissimi rinnovi contrattuali ormai prossimi alla scadenza.