Sirti vuole licenziare 833 lavoratori

di Michele Paliani

Brutte notizie per 833 dipendenti di Sirti. L’azienda italiana di telecomunicazioni specializzata nella posa di cavi, il 14 febbraio ha annunciato una massiccia riorganizzazione che avrà come primo effetto quello di lasciare a casa circa un quarto della forza lavoro su tutto il territorio nazionale. I tagli sarebbero dovuti alle avverse condizioni di mercato che avrebbero generato pesanti perdite finanziarie nell’ultimo biennio, scarsa marginalità e ulteriore frammentazione dei soggetti imprenditoriali concorrenti.

LA REAZIONE DEL SINDACATO
La reazione di Fim Fiom e Uilm non si è fatta attendere: il sindacato ha immediatamente respinto al mittente il piano che scarica sui lavoratori di Sirti le conseguenze di un mercato tlc senza governo, scelte aziendali miopi e sbagliate. Così, in tutti i siti sono state proclamate quattro ore di sciopero e di agitazione fra il 18 e il 20 febbraio ed è stato chiesto un incontro con il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio. Al Governo abbiamo chiesto non solo un intervento concreto per il mantenimento dell’occupazione in Sirti, ma anche un confronto permanente sulle condizioni di lavoro e sulle prospettive del settore, dilaniato da gare assegnate con il massimo ribasso e oggetto di una progressiva rivoluzione tecnologica.

DIVERSIFICAZIONE
In sua discolpa, Sirti ha sottolineato come la ripresa degli investimenti avvenuta nel 2017 fosse dovuta principalmente alla realizzazione della nuova infrastruttura in fibra, non sufficiente però ad arginare la flessione nel giro d’affari. L’obiettivo dell’azienda è ora quello di “trovare una soluzione sostenibile e duratura, ridisegnando la struttura operativa del business telco per mantenere il proprio posizionamento competitivo”. L’idea è quella della “diversificazione”, per spostarsi di più sull’offerta di soluzioni a maggiore valore aggiunto, sfruttando il digitale, per aumentare anche la marginalità. Dal 2016 Sirti è controllata interamente dalla società di investimento Pillarstone Italy ed è guidata dall’amministratore delegato, Roberto Loiola. Il 21 febbraio, contrariamente alle nostre richieste, l’azienda ha dunque aperto la procedura di licenziamento collettivo.

NUOVA MOBILITAZIONE
A Sirti e ad Assolombarda abbiamo nuovamente chiesto un segno di discontinuità, ovvero il ritiro della procedura di licenziamento collettivo e l’apertura di un confronto con il governo, al fine di effettuare un’analisi approfondita per ricercare le opportune soluzioni che potranno anche prevedere l’utilizzo di ammortizzatori sociali non espulsivi, favorendo il ricambio occupazionale tramite riconversione professionale e accompagnamento alla pensione. Noi non ci fermiamo qui, metteremo in campo una nuova mobilitazione dall’11 al 15 marzo, con manifestazioni, presidi e cortei nelle cinque macro aree di Sirti. Una delegazione è, inoltre, pronta a confluire in via Molise quando arriverà la convocazione da parte del Mise. Di certo faremo tutto quello che è nelle nostre possibilità per riprenderci il lavoro.

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