Fuori dall’Ilva, che oggi si chiama ArcelorMittal, le voci si rincorrono tra cittadini che protestano, lavoratori che chiedono diritti, temi ambientali che si incrociano a temi economici. Fuori dall’Ilva le voci si rincorrono sì, ma quando entri nello stabilimento più grande, quello di Taranto, la cosa che più colpisce è la maestosità dell’ingegno umano. I suoni che accompagnano il ciclo produttivo lo fanno vibrare, lì dentro tutto sembra avvolto in una sorta di magia. Quando ci sei capisci perché chi lavora in fabbrica vive con la fabbrica, per la fabbrica, e non riesce più a essere qualcosa di diverso da lei.
L’Ilva è un luogo simbolo dell’Italia. Lo stabilimento tarantino, nato per portare il lavoro al Sud nel 1901 (e raddoppiato nel 1973) è diventato negli anni la sua condanna, ma non si è mai riusciti a farne a meno e con l’accordo del 6 settembre 2018 è iniziata una nuova era. Come andrà con il nuovo acquirente non è dato saperlo, ma le premesse sono positive e impegnarsi in prima persona perché le cose cambino (in meglio) si può. La Uilm sarà sempre disponibile a dare un contributo.
DIECI ANNI DOPO
Ed è così che nella mattina di mercoledì, 6 febbraio, il Segretario generale della Uilm, Rocco Palombella – insieme a una delegazione nazionale, regionale e locale – è tornato nello stabilimento ArcelorMittal di Taranto dopo dieci anni dall’ultima volta. Si tratta del primo sopralluogo ufficiale, a cinque mesi esatti dall’accordo sottoscritto al ministero dello Sviluppo economico. “La cosa che salta subito agli occhi è la necessità di manutenzione di impianti che hanno subìto per anni l’amministrazione straordinaria”, ha commentato Palombella al termine del giro all’acciaieria 2, alle cokerie e agli altiforni. “Da qui chiediamo quindi ad Arcelor Mittal di investire prima possibile sulla manutenzione degli impianti, ma non solo. Si possono perseguire obiettivi economici nel rispetto della dignità dei lavoratori che in questi anni hanno continuato a mandare avanti la macchina, insieme, per un progetto più grande, nonostante tutto”. Palombella ha infatti voluto lanciare un messaggio chiaro ad ArcelorMittal Italia rispetto alla tematica degli organici e in particolare quelli che attualmente si trovano ancora in cassa integrazione: “Lo voglio ribadire ancora una volta: alla risalita produttiva occorre attingere dal bacino di Ilva in Amministrazione Straordinaria”. Tema caro a Palombella, che ripete tutte le volte come un mantra proprio perché ci crede: “Tutti i lavoratori sono indispensabili affinché lo stabilimento torni a produrre 8 milioni di tonnellate previste dal piano industriale. Anche per questo sarà indispensabile rimettere in funzione l’altoforno 5”.
IL TEMA DELLA SICUREZZA
Mentre la delegazione faceva il sopralluogo, quella stessa mattina si è verificato un incidente in afo 1, dove un lavoratore ha purtroppo subìto delle ustioni. “Ogni incidente è una sconfitta per tutti – ha detto Palombella – nonostante i numeri positivi che AM ci ha dato rispetto agli infortuni calati sensibilmente nei primi mesi dell’anno l’attenzione non può mai venire meno e serve un maggior coinvolgimento anche dei nostri Rls”. Al tema degli organici e della sicurezza si aggiunge quello legato all’ambiente. “Oggi abbiamo avuto modo di verificare come la copertura dei parchi primari stia rispettando la tabella di marcia, con l’accordo del 6 settembre abbiamo dato il via a una nuova era per Taranto”. Ed è così che per Palombella è iniziato “l’anno zero”. Ha promesso di tornare tra sei mesi per verificare lo stato di avanzamento dei lavori. “In un’azienda con il 75% dei lavoratori iscritti al sindacato serve solo grande coesione e un obiettivo comune”, ha concluso.