ABB: La ristrutturazione minaccia il futuro dei lavoratori

di Giuseppe Danza

Solo un paio di settimane fa è stata siglata l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto integrativo tra il Gruppo Abb, azienda svizzero-svedese leader mondiale nell’automazione e nella robotica, e il Coordinamento nazionale di Uilm, Fim e Fiom. Tanto l’entusiasmo generato tra i dipendenti per gli ottimi risultati portati a casa dai sindacati con notevoli incrementi sul “salario”, sui “regimi di orario”, sui “fondi previdenziale e sanitario”, su “salute e sicurezza” e su “formazione e professionalità”. Ma la festa, purtroppo, è durata il tempo dello stappo poiché una ristrutturazione aziendale in atto già da mesi ora minaccia il futuro di alcuni dipendenti del Gruppo Abb: si parla di dismissione di alcune importanti produzioni in uno dei principali siti in Italia, quello di Vittuone, comune della città metropolitana di Milano.

L’AZIENDA
Abb nasce nel 1988 dalla fusione di due importanti realtà industriali europee: la svedese Asea, fondata nel 1883 e la svizzera Brown Boveri, fondata nel 1891, la quale già nel 1903 acquisisce il Tecnomasio Italiano, la più antica società elettromeccanica italiana creata nel 1863.
In Italia è presente con unità operative ripartite nel nord e nel centro del Paese raccogliendo negli anni le esperienze e le competenze di molti dei più noti marchi del comparto elettromeccanico nazionale, importanti aziende che hanno fatto la storia industriale del Paese quali Ercole Marelli, Sace, Officine Adda, Iel, AnsaldoTrasformatori e Elsag Bailey. Essa è suddivisa in quattro Divisioni: Electrification Products, Robotics and Motion, Industrial Automation e Power Grids.
Il Gruppo Abb è presente in oltre cento Paesi e conta circa 147mila dipendenti, di cui 5mila in Italia.

I FATTI
Nella mattinata del 24 gennaio scorso, la Direzione aziendale ha comunicato al Coordinamento nazionale di Uilm, Fim e Fiom di voler trasferire alcune produzioni dallo stabilimento di Vittuone ad Helsinki e di volerne dismetterne completamente altre. Nel sito milanese rimarrebbero in produzione solo i motori Slip Ring fino a cessazione attività per esser poi sostituiti da un altro prodotto sviluppato e realizzato in India. Lo stabilimento Abb di Vittuone conta circa 450 dipendenti e sarebbero 123 le risorse a rischio licenziamento, di cui 65 operai, 57 impiegati e un dirigente, a causa della decisione presa dall’azienda. Già nei mesi scorsi i sindacati avevano indetto uno sciopero atto a chiarire il nebuloso futuro dei lavoratori di questa azienda, la quale da circa un anno è in una fase di “ristrutturazione” che ha già penalizzato fortemente il sito di Vittuone: negli ultimi due anni questo sito ha visto già la fuoriuscita di oltre un centinaio di lavoratori.

LA PREOCCUPAZIONE DEI SINDACATI
Immediata la risposta di Uilm, Fim e Fiom che subito dopo la comunicazione da parte dell’azienda hanno proclamato quattro ore di sciopero in tutti i siti Abb italiani per il giorno 1º febbraio. “Il Coordinamento ha respinto il piano presentato dall’azienda e ha sottolineato il fatto di come la Direzione abbia sempre smentito le voci che sono circolate negli scorsi mesi – fanno sapere i sindacati in un comunicato stampa – e di come abbia confermato i carichi di lavoro nel corso della procedura attivata dalla OO.SS. e prevista dal CCNL”. Infatti già da mesi il Coordinamento nazionale di Uilm, Fim e Fiom manifestava preoccupazioni circa il futuro dell’azienda in Italia e, quindi, dei lavoratori. Inquietanti rumors si sono spesso susseguiti in quest’ultimo anno, alimentando, di conseguenza, timori tra i dipendenti. “Come Coordinamento – prosegue il comunicato – attiveremo tutti i canali istituzionali in quanto la decisione presa da Abb si aggiunge ad altre vicende appena affrontate o in divenire con l’effetto di produrre preoccupazioni e facendo percepire un continuo movimento e riposizionamento di Abb in Italia”.

LO SCIOPERO
Intanto nella mattinata di martedì 29 gennaio scorso si attuato lo sciopero di 4 ore nello stabilimento di Vittuone. La rabbia dei lavoratori era palpabile nell’aria, le speranze erano alte tanto quanto, purtroppo, erano basse le aspettative. Tanta la solidarietà ricevuta da parte dei colleghi di altri reparti per i 123 lavoratori impattati nella linea di produzione a rischio dismissione, ma non solo. Oltre ai dirigenti di Uilm, Fim e Fiom, ha preso parte allo sciopero anche il sindaco di Vittuone, che ha promesso di portare sui tavoli istituzionali la vicenda. Intanto le preoccupazioni di un probabile licenziamento collettivo aleggiano sempre più forti sullo stabilimento milanese. C’è chi tra i manifestanti si auspica che le aree di produzione dismesse vengano utilizzate per far posto a nuove lavorazioni, ma c’è anche chi, più pessimista, ritiene che negli anni la ABB sia sempre andata avanti nelle proprie scelte, incurante delle ricadute occupazionali. Come finirà questa vicenda nessuno può dirlo con certezza, ma intanto Uilm, Fim e Fiom sono sul piede di guerra e vogliono vederci chiaro. “È dunque necessario capire quali investimenti verranno messi in atto nel nostro Paese – conclude il comunicato del Coordinamento sindacale nazionale – e quali strategie industriali si intende realizzare. Saremo comunque impegnati nella tutela dei lavoratori e dei loro posti di lavoro”.

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