Carissimi,
anche quest’anno, con immenso piacere, vorrei cogliere l’occasione delle festività natalizie per condividere un breve bilancio dell’anno che si sta per concludere.
Il 2018 è trascorso molto velocemente, soprattutto per i numerosi eventi che si sono succeduti. E’ stato prima di tutto l’anno dei Congressi, iniziato con quelli provinciali e territoriali e conclusosi con quello nazionale che si è svolto in aprile a Torino, presso il Museo dell’Automobile. Credo di condividere il pensiero di molti di voi dicendo che è stato uno dei Congressi più riusciti e più suggestivi, anche per il luogo che abbiamo scelto e che tocca il profondo della nostra storia.
La fase congressuale è stata molto importante, poiché ci ha permesso di fare un’analisi di quelle che erano le questioni aperte del momento, ma anche di pensare in grande al futuro della nostra Organizzazione. Un futuro che poggia su solidi presupposti e su una crescita costante, sia in termini di iscritti che in termini di Rsu, Rsa ed Rls.
Il 2018 è stato anche l’anno del Congresso della Uil, svoltosi a Roma a fine giugno. Un’occasione altrettanto importante che ha “fotografato” lo stato di salute della nostra Confederazione e ha messo in risalto la spinta propulsiva che arriva da tutte le categorie.
Tutto questo è avvenuto in una fase molto delicata per il Paese. Come ricorderete il 4 marzo si sono svolte le elezioni politiche, in un contesto in cui l’Italia era ormai lacerata da una pesante crisi economica, finanziaria, ma anche sociale, politica e istituzionale. L’esito del voto ha messo in chiaro il forte sentimento di protesta e di delusione che gli italiani nutrono per il vecchio assetto politico, premiando movimenti tra loro anche apparentemente divergenti.
Dopo circa tre mesi di incertezze è nato il governo tra Lega e Movimento 5 Stelle che, da un lato, ha generato non poche sorprese e mal di pancia e, dall’altro, ha aperto una prospettiva nuova. Tuttavia, la situazione che si è venuta a determinare vede due forze politiche legate da un accordo di programma il più delle volte avverso al contesto economico, finanziario e industriale.
Proprio in questi giorni è stata sciolta la riserva sul destino della Manovra economica da parte dell’Unione europea. A tal proposito Cgil Cisl e Uil si sono dotate nei mesi scorsi di una piattaforma articolata che pone questioni ataviche e mai risolte: sviluppo, occupazione, riforma fiscale, Mezzogiorno, ammortizzatori sociali, politiche attive, welfare, previdenza, istruzione, pubblica amministrazione. I temi sono stati al centro di una grande fase di consultazione e di iniziative – come quella del 19 dicembre in contemporanea a Milano, Roma e Napoli – che hanno lo scopo di aprire un tavolo di discussione con questo governo.
Il 2018 è stato un anno importantissimo per noi metalmeccanici. Non è esagerato dire che è stato l’anno dell’Ilva. Il 6 settembre rimarrà impresso nei nostri ricordi. Dopo una fase che andava avanti da molti anni, tra speranze e delusioni, e una trattativa durata oltre un anno, tra alti e bassi, siamo riusciti a raggiungere un accordo che ha permesso non solo di salvaguardare i livelli occupazionali per tutti gli stabilimenti del polo siderurgico, ma anche e soprattutto di salvare il settore della siderurgia in Italia. Non voglio certo con questo sminuire altre vertenze, tuttavia l’accordo dell’Ilva porta inevitabilmente e orgogliosamente il marchio Uilm. Adesso ci aspetta la gestione dello stesso insieme al nuovo gruppo industriale ArcelorMittal.
L’anno che sta per iniziare sarà altrettanto impegnativo su altri fronti. Già nei primi mesi del 2019 prepareremo la piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale da presentare a Federmeccanica entro giugno.
Inoltre, anche per Fca, Cnh Industrial e Ferrari continueremo gli incontri per il rinnovo imminente del Contratto Specifico di Lavoro. La trattativa è ormai aperta. Tuttavia, quasi in concomitanza con il nuovo piano industriale 2019-2021 illustratoci a Torino da Mike Manley e Pietro Gorlier, è arrivato, come un fulmine a ciel sereno, il provvedimento cosiddetto Bonus-Malus del governo che ha destato in noi non poche preoccupazioni. A oggi c’è stata una leggera retromarcia, ma non è ancora del tutto chiaro come si delineerà e quali ricadute avrà sul settore.
Per quanto riguarda Leonardo presenteremo molto presto la piattaforma per il rinnovo del contratto di secondo livello; restano delle grandi incognite legate ai mancati finanziamenti sul settore della Difesa, che noi riteniamo particolarmente strategico, e sugli investimenti legati ai nuovi programmi.
In Fincantieri, invece, occorre partire dagli ottimi risultati ottenuti e della positiva visibilità di mercato per risolvere alcune persistenti criticità, a partire dalla redistribuzione dei carichi di lavoro e dal completo utilizzo di tutti i cantieri navali italiani.
Il 2019 sarà senza dubbio un anno molto impegnativo, anche in vista delle elezioni europee di maggio, alla luce delle spinte populiste e nazionaliste che stanno emergendo in modo trasversale in diversi Paesi.
Con questo non dobbiamo scoraggiarci o perdere di vista i nostri obiettivi. Come ho detto più volte, il nostro compito non è quello di fare politica, noi facciamo il sindacato e il nostro unico scopo è quello di salvaguardare gli interessi dei lavoratori che rappresentiamo.
Con questa lettera ho voluto fare una breve disamina con voi di alcune delle tematiche che ci riguardano e che hanno scandito i mesi di quest’anno, ma come sapete l’intento è quello di farvi arrivare un messaggio di gratitudine per il lavoro che fate ogni giorno con il massimo impegno e la più alta dedizione. Grazie al grande lavoro di squadra stiamo contribuendo a rendere sempre più grande la nostra Organizzazione e l’Assemblea nazionale del 1° ottobre ne è stata una piacevole testimonianza.
Con la stessa energia e lo stesso affetto che voi avete dimostrato, vengo ora ad augurarvi buone feste, piene di serenità e accanto ai vostri cari. Vi abbraccio tutti.