L’Editoriale

Cari lavoratori,

come sapete, in seguito alla presentazione del piano industriale di Fca – avvenuta al Balocco il primo giugno scorso con Sergio Marchionne – abbiamo più volte sollecitato l’incontro con in nuovo ad, Mike Manley, e con il responsabile dell’Emea, Pietro Golier. Dopo di allora si sono verificati diversi avvenimenti: alcuni postivi, come la presentazione della piattaforma per il rinnovo del Ccsl di Fca, CnhI e Ferrari; altri però negativi come la scomparsa prematura di Marchionne; il calo delle immatricolazioni delle automobili in tutta l’aria dell’Emea e in particolare in Europa; e l’annuncio di General Motors di chiudere cinque fabbriche e licenziati 14.700 dipendenti negli Stati Uniti.

L’incontro con Manley e Golier è avvenuto finalmente il 29 novembre scorso a Mirafiori, nella sede storica ed emblematica della Fiat. E si è caricato di maggior significato alla luce della vendita recente di Magneti Marelli alla giapponese Calsonic Kansei, non prevista all’interno del piano industriale di Marchionne. Anche se questo, dalle informazioni che abbiamo a disposizione, non provocherà nessuna chiusura di stabilimenti in Italia né perdite di posti di lavoro. Nei giorni precedenti all’incontro poi, Bloomberg ha pubblicato indiscrezioni secondo cui si starebbe valutando la cessione di Comau, la nota società di automazione e robotica industriale con sede a Grugliasco. Vendita smentita da Mike Manley e Pietro Golier a Torino.

L’incontro è stato sicuramente importante, il massimo responsabile del gruppo Fca ha sostanzialmente confermato il piano industriale e gli investimenti annunciati al Balocco declinandolo nei prossimi tre anni, a fronte della rapida evoluzione del mercato e delle tecnologie legate al settore dell’automotive. L’ad ha anche ribadito in modo chiaro la volontà di arrivare alla piena occupazione e di potenziare tutti gli stabilimenti, sia per quanto riguarda la produzione di auto che quella di motori e cambi.

La discussione è continuata con Pietro Golier che ci ha illustrato il piano nel dettaglio per tutti gli stabilimenti italiani in termini di modelli e ricadute sull’occupazione; mentre il giorno successivo abbiamo incontrato l’ad di Cnh Industrial, Hubertus M. Mühlhäuserinsieme, e i responsabili italiani delle relazioni industriali. Anche lì abbiamo salutato positivamente la volontà di continuare a investire sugli stabilimenti in Italia. A tal proposito CnhI ha annunciato per il prossimo triennio investimenti nel nostro Paese per quasi 2 miliardi di dollari, di cui circa 1,5 in ricerca e sviluppo e 450 milioni in capitale fisso.

Il mio commento al termine di entrambi gli incontri è stato positivo, alla luce anche della volontà espressa da parte dei due ad di puntare su investimenti legati al rispetto dell’ambiente. Per Fca è del resto prevista l’ibridazione di pressoché tutti i modelli attualmente in produzione e un modello completamente elettrico, la 500, assegnato al polo produttivo torinese; CnhI è leader in tecnologie all’avanguardia come il gas naturale liquido.

Al messaggio positivo, riscontrato in tutti gli stabilimenti d’Italia e tra le diverse sigle sindacali, è seguita però una doccia fredda: il 5 dicembre è stato approvato, in Commissione bilancio della Camera dei deputati, l’emendamento bonus/malus al disegno di legge di bilancio 2019 che introduce un sistema di incentivi e disincentivi all’acquisto di auto in base ai livelli di emissione di CO2 a partire già dal primo di gennaio 2019. In questo modo si forzano in modo frettoloso gli acquisti di auto ibride o elettriche e si penalizzano tutte le altre, così da colpire le produzioni italiane e da favorire quelle straniere, oltre a colpire il consumatore medio che non può comprare a prezzi accettabili una tecnologia ancora troppo cara. Il tutto è avvenuto senza un tavolo di discussione con i sindacati e con le associazioni italiane che rappresentano il settore.

Personalmente ho preso subito posizione per far sì che i due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, possano avviare un confronto con le parti interessate e scongiurare danni incalcolabili che avrebbero ricadute non da poco sull’occupazione visto che il piano industriale presentato da Fca verrebbe inevitabilmente stravolto. Anche gli incontri già programmati per il rinnovo del Ccsl rischierebbero di subire condizionamenti. Naturalmente continueremo a seguire la vicenda e agiremo al fine di evitare che ciò accada.

Una buona notizia arriva dal settore dell’aerospazio, ovvero la firma del contratto in Corea del Sud per Thales Alenia Space, la joint venture Thale-Leonardo, siglato con Korea Aerospace Industries e Hanwha Systems per la progettazione e la costruzione di satelliti ad altissime prestazioni, del valore di 250 milioni di euro.

Lo sviluppo, la progettazione e la produzione dei componenti dei quattro satelliti impegnerà i siti italiani di Thales Alenia Space Italia di Roma, Torino, L’Aquila e Milano riconoscendo, di fatto, la professionalità e le competenze dei nostri tecnici e le tecnologie presenti nella nostra industria italiana. Ci auguriamo che questo successo impegni ancor di più il governo italiano e Leonardo a investire in questo settore così strategico per il Paese.

In questo numero di Fabbrica società trattiamo come sempre anche molti altri temi: la Conferenza sulla contrattazione collettiva a Bratislava (a cui ho partecipato insieme alla responsabile del settore Internazionale, Chiara Romanazzi, e al Segretario nazionale, Luca Colonna); Fincantieri e l’alleanza con Naval Group, ma anche l’incontro con il sindacato croato pensato per analizzare la crisi in cui versano i cantieri navali 3 Maggio di Fiume e Scoglio Olivi di Pola e il possibile ruolo di Fincantieri in tali insediamenti produttivi; Piaggio Aerospace (che da pochi giorni ha un commissario); il tema sempre centrale della Salute e sicurezza sul lavoro e molto altro.

Ancora una volta non mi resta che augurarvi buona lettura.

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