Si è svolto il 27 novembre, a Trieste, un incontro organizzato dal Csir Consiglio Sindacale Interregionale Italo-Croato Alto Adriatico Cgil, Cisl, Uil, Sssh, cui hanno partecipato rappresentanti nazionali e regionali di Friuli Venezia Giulia e Veneto delle federazioni di categoria dei lavoratori metalmeccanici Fim, Fiom, Uilm e Smh-IsSssh. L’incontro è stato pensato per analizzare la crisi in cui versano i cantieri navali croati “3 Maggio” di Fiume e “Scoglio Olivi” di Pola e il possibile ruolo di Fincantieri in tali insediamenti produttivi.
SOLIDARIETÀ AI LAVORATORI
Nel corso della riunione è stata espressa l’incondizionata solidarietà di tutte le sigle sindacali presenti all’incontro nei confronti dei lavoratori impiegati nei due insediamenti del Gruppo Uljanik, impegnati in una dura vertenza – anche finalizzata a ricevere i propri salari – che li vede in stato di sciopero da ormai più di quaranta giorni. I partecipanti all’incontro si sono trovati d’accordo nel ribadire che i siti di Fiume e Pola, qualunque sarà la loro futura proprietà, devono continuare a essere destinati alla produzione della cantieristica navale, respingendo qualsiasi progetto che li voglia destinare ad altri fini.
SINERGIE TRA CANTIERI
Non solo, ma si è condivisa la necessità di compiere i passi necessari per riuscire a ottenere chiarimenti sulle intenzioni di Fincantieri e, conseguentemente, dei governi italiano e croato. Fincantieri non è interessata “da sola” ai cantieri croati, attualmente in difficoltà, ma “abbiamo fatto una manifestazione d’interesse con un gruppo che già gestisce un cantiere nostro fornitore”, Brodosplit. Lo ha confermato l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, parlando con i cronisti a margine di una cerimonia con Msc allo stabilimento di Monfalcone (Gorizia). “Se c’è questa possibilità – ha aggiunto – la faremo. Abbiamo bisogno di spazi, di lavoro in più, altrimenti non potremmo fare tutto quello che abbiamo da fare. Lo stabilimento di Monfalcone sta scoppiando, nonostante molto lavoro lo svolgiamo nei nostri cantieri romeni. Dobbiamo fare la parte più importante di lavoro nei cantieri italiani – ha concluso – il resto lo possiamo fare anche all’estero”. La strada maestra deve essere quella della creazione di sinergie tra i cantieri navali dei due paesi, garantendo il mantenimento degli attuali livelli occupazionali in Italia ed in Croazia, e sviluppando anche a livello europeo una prospettiva di reale crescita industriale con conseguenti ricadute economiche e sociali.
COOPERAZIONE E CRESCITA
Nella consapevolezza dell’urgenza di pervenire quanto prima alla definizione degli assetti futuri dei cantieri 3 Maggio e Scoglio Olivi, i rappresentanti sindacali hanno infine stabilito di continuare il percorso intrapreso, fatto di cooperazione tra le sigle sindacali di Italia e Croazia.
“Abbiamo bisogno di svegliarci – ha aggiunto Bono – e capire che nessuno ci regalerà niente e quello che abbiamo costruito non solo dobbiamo mantenerlo, ma dobbiamo crescere la ricchezza del Paese”.