Il 17 ottobre scorso la delegazione Uilm di Piombino è stata ricevuta al Ministero del Lavoro al fine di esaminare la situazione aziendale di Aferpi in relazione all’utilizzo di ammortizzatori sociali. Al tavolo erano presenti il direttore generale dei rapporti di lavoro e delle relazioni industriali, Romolo de Camillis, il vice capo di gabinetto del Ministero dello Sviluppo economico, Giorgio Sorial, un rappresentante della regione Toscana e la direzione aziendale.
LE CRITICITÀ
Nel corso dell’incontro sono emerse una serie di criticità che devono essere affrontate nell’immediato. Il governo ha ufficialmente confermato la volontà di individuare strumenti utili e necessari alla gestione delle tutele sociali dei lavoratori delle aree di crisi industriale, in ottica di sviluppo, anticipando che è in approvazione presso il Consiglio dei Ministri un apposito decreto della durata di 12 mesi a partire dal gennaio 2019.
I PROSSIMI TRE MESI
Le organizzazioni sindacali hanno fatto presente che, in attesa del futuro decreto, resta in piedi la problematica della copertura dei prossimi tre mesi per cui l’azienda ha già utilizzato tutte le ore integrabili e fruibili in base all’attuale decreto. La Uilm ha ribadito che per i lavoratori non dovranno esserci decurtazioni economiche e per questo, già nei prossimi giorni, sarà avviato un confronto con azienda e regione Toscana per trovare possibili soluzioni.
L’INDOTTO
È chiara, inoltre, la necessità di individuare strumenti di ammortizzatore sociale anche per l’indotto, sebbene i rappresentanti del governo durante l’incontro hanno anticipato la futura proroga dell’attuale strumento di Cigs in deroga per le aree di crisi industriale complessa anche per l’anno 2019. Le ditte dell’indotto vivono una situazione di enorme criticità, tra queste vi è il Gruppo Bertocci Montaggi che, il 15 ottobre, ha mandato comunicazione di apertura della procedura di licenziamento collettivo (223/91) dichiarando 15 esuberi su un organico complessivo di 36 lavoratori; già due anni fa una ditta detto stesso Gruppo, la Sme, ha chiuso i battenti e, a dicembre, scade la cassa integrazione per gli otto lavoratori della Deca.
Fim Fiom Uilm territoriali, con una giornata di sciopero indetta per venerdì 19 ottobre, hanno chiesto il ritiro della procedura di licenziamento collettivo e l’utilizzo degli ammortizzatori sociali in deroga o per le aree di crisi complessa. “La nostra priorità – scrivono in una nota congiunta – è la difesa dell’occupazione, rafforzata dal fatto che il gruppo indiano Jsw ha dei progetti importanti di prossima realizzazione che possono coinvolgere anche le ditte dell’indotto”.
LA COMMESSA RFI
Nel frattempo proprio Aferpi si è aggiudicata una commessa Rfi da 184mila tonnellate per tre anni, che tuttavia ha deluso i sindacati, che si aspettavano una cifra più alta dal momento che Rfi ha assegnato altre commesse ad aziende europee (Arcelor Mittal, British Steel, France Rail e Voestalpine). “Siamo l’unico stabilimento in Italia che produce rotaie di qualità – dice il Segretario della Uilm Piombino, Lorenzo Fusco – Rfi ha rappresentato sempre uno dei maggiori clienti dello stabilimento piombinese, ecco perché temo per la continuità produttiva del treno rotaie”.
LE SORTI DELL’EX MAGONA
E tra le ultime novità, salvo sorprese, a Piombino sta per arrivare un nuovo soggetto: Liberty House, un gruppo inglese specializzato in commodities (soprattutto ferrosi e non ferrosi, ma anche carbone e altro) fondato da Sanjeev Gupta negli anni Novanta e molto attivo recentemente sui dossier internazionali. Dovrebbe essere lui a rilevare la ex Magona d’Italia da Arcelor Mittal, a poche settimane dall’operazione Ilva. Attualmente l’impianto produce circa 530mila tonnellate di coils zincati, ma la seconda linea di zincatura è ferma; le potenzialità dell’impianto sono di 730mila tonnellate. L’accordo Mittal Gupta dovrà essere vagliato dallo European work council. Attendiamo quindi il via libera di Bruxelles e la presentazione del piano industriale prima di fare qualsiasi considerazione di merito.
A Roma si tratta per il futuro dell’acciaieria di Piombino. Tutta la citta in attesa con i lavoratori Piombino, citta di mare, nota per il suo porto e per essere uno dei piu importanti centri industriali italiano, dove si produce acciaio. La citta toscana e in stand by in queste ore, con il “fiato sospeso” come scrive Rassegna sindacale. I lavoratori sono in attesa dell’ incontro importante a Roma, al Ministero dello Sviluppo economico, dal quale si attendono decisioni importanti in merito all acciaieria Aferpi (Acciaierie e Ferrerie Piombino ex Lucchini) societa controllata dal gruppo algerino Cevital che ha rilevato la Lucchini. Se tutto andra come tutti si augurano, vi saranno cambiamenti, da tempo annunciati che dovrebbero diventare realta non solo per la fabbrica e per il futuro della cittadina toscana, ma anche in particolare per l economia della zona limitrofa, oltre che alle grandi ripercussioni sulla regione. Nell ordine del giorno, in primo piano: decretare l acquisto o meno di un forno elettrico che apporterebbe enormi vantaggi per la produzione, consentendo alla citta di Piombino di tornare a produrre acciaio sin dal 2017.