di Michele Paliani
Lo scorso 8 ottobre a Bruxelles c’era anche la Uilm nazionale al Comitato di Dialogo Sociale Europeo del settore costruzioni navali, un autorevole tavolo di confronto e partecipazione relativo ad un comparto strategico per l’intera economia continentale. Una giornata intensa, che si è svolta in due fasi: nella prima mattinata c’è stato l’incontro ristretto tra i sindacati, a seguire quello con la Commissione europea. Nel dialogo con i nostri colleghi è emerso non solo che il pilastro europeo dei diritti sociali a tutt’oggi non viene visto di buon occhio dalla parte datoriale, ma anche che persistono squilibri salariali nei vari paesi. Anche alla luce di tutto ciò si è voluto riaffermare il ruolo strategico del Comitato in un settore così importante come le costruzioni navali, ragion per cui si è proposto di modificarne il nome sostituendo “tecnologia marittima” a “costruzioni navali”, a voler rimarcare quanto sia più ampio il settore di interesse. Si è proposto, infine, di effettuare un’analisi sui vari paesi relativa agli aspetti salariali e normativi al fine di avere un quadro completo utile a disegnare un accordo quadro sulla cantieristica a livello europeo”.
GLI SVILUPPI DEL MERCATO
Molto interessante anche la seconda parte dell’incontro, nel corso della quale sono stati presentati i possibili sviluppi del mercato. È emerso che l’industria navale sta subendo cambiamenti strutturali che stanno interessando quasi tutti i segmenti e che incidono sui requisiti previsti per le nuove costruzioni. A prescindere dalle continue evoluzioni tecnologiche e dell’aumento della pressione normativa sul settore, incidono sensibilmente sulle previsioni anche la situazione geopolitica, il rallentamento della crescita complessiva del commercio marittimo e le incertezze generali dell’economia globale. Al tempo stesso, è stato rimarcato che vi sono comunque segnali positivi che indicano che le imprese intendono investire: si tratta di una buona notizia, in un momento storico in cui i segnali di ripresa globale richiedono proprio investimenti per poter competere al meglio.
I SEGMENTI
Entrando nel merito dei singoli segmenti, le condizioni dei portacontainer sono migliorate rispetto al 2017, mentre per quanto riguarda il segmento offshore il 2018 sta dando segnali di ottimismo: il mercato tornerà a crescere ma probabilmente non alle quote che si sono registrate nell’ultimo decennio. In merito ai traghetti passeggeri, siamo di fronte ad un conteso piuttosto maturo ma in generale nel medio e lungo termine si attende comunque una modesta crescita. Crescita che invece negli ultimi anni si è rivelata eccezionale nel segmento delle navi da crociera, e che, a giudicare dagli ordini, continuerà nel breve-medio termine. Tuttavia, difficile fare previsioni per il lungo termine, in quanto le nuove costruzioni saranno legate alle tendenze del turismo internazionale. Nonostante i cambiamenti strutturali, va rimarcato che, essendo quella navale un’industria molto volatile, la navigazione da sempre segue lunghi cicli. Quindi, le prospettive per la crescita del commercio marittimo, l’economia oceanica e il potenziale del commercio marittimo in generale sono indiscutibilmente buone. Del resto, il 2018 chiude con una crescita superiore al 3,5 per cento, la più importante negli ultimi sette anni.
DIRITTI SOCIALI
Terminata questa analisi, il tavolo con la Commissione europea ha affrontato i temi al centro della prima parte della mattinata. Sui diritti sociali sono emerse numerose difficoltà perché non in tutti gli Stati membri il congedo parentale viene retribuito, così come le tutele sociali, molto differenti tra i vari paesi. Per quanto riguarda l’aspetto salariale, il divario tra i vari paesi è palese, molto più marcato tra uomini e donne. Un passo importante è stata l’approvazione della direttiva europea relativa a lavoratori in distacco il cui recepimento ed applicazione dovrà avvenire entro il 30 luglio 2020.
Infine, è stato detto che la carenza di professionalità specifiche induce a programmare una formazione mirata per l’industria navale, considerando anche il ricambio generazionale. Investire sul capitale umano è la parola d’ordine, con l’obiettivo di fornire una formazione continua e attirare i giovani verso il settore della navalmeccanica. Il prossimo incontro ci sarà alla fine di gennaio 2019.