Elettrodomestici: essenziale il supporto del Governo

L’industria italiana degli elettrodomestici, la prima al mondo negli ormai mitologici anni Ottanta, è quella che più di tutte ha contribuito alla modernizzazione delle famiglie europee. Solo quindici anni fa gli stabilimenti dell’elettrodomestico erano una ventina e sfornavano più di 30 milioni di pezzi l’anno, nel 2017 la quota è scesa a 11-12 milioni, per 15 miliardi di giro d’affari. Nel 2018 la grandeur italiana del bianco è decisamente ridimensionata rispetto a quell’epoca senza dei veri piani di investimento. Tra le aziende che seguiamo da tempo ci sono Whirlpool ed Electrolux, le cui vertenze sono entrambe approdate al ministero dello Sviluppo economico nelle scorse settimane per tentare di evitare gli esuberi e rivedere i limiti imposti dal Jobs Act all’utilizzo degli ammortizzatori sociali.

WHIRLPOOL
Il 3 ottobre è stata la volta di Whirlpool, per la quale il ministro Luigi Di Maio ha ufficialmente confermato l’impegno circa gli ammortizzatori sociali. “Questo ci consente di scongiurare ben 800 esuberi, che altrimenti si determinerebbero il 31 dicembre di quest’anno, e costituisce il presupposto per l’avvio di un nuovo piano industriale da parte di Whirlpool. Il Ministro ha comunque condizionato tale disponibilità per il biennio 2019-2020 ad una condivisone sindacale e al miglioramento del piano industriale, anche con il ritorno di produzioni in Italia”. Così Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile dei settori auto ed elettrodomestici, sintetizza le novità dell’incontro sul futuro della multinazionale americana.
A causa della necessità di ultimare la riorganizzazione delle fabbriche e degli uffici, ma soprattutto a causa dei bassi volumi di vendita inferiori alle aspettative, siamo difatti in presenza di 145 esuberi a Siena, 50 a Melano (Ancona), 135 a Comunanza (Ascoli), 160 a Napoli, 140 a Carinaro (Caserta) e 165 negli staff localizzati fra la Lombardia e le Marche. “Attualmente stiamo utilizzando cassa integrazione e contratti di solidarietà – spiega ancora Ficco – ma purtroppo la normativa del d.lgs. 148 del 2015, parte del Jobs Act, ha posto un termine rigido che ora occorre assolutamente superare per evitare, in Whirlpool come in molte altre imprese, il rischio di chiusure e di licenziamenti”.
Ora che il Governo ha aperto sulla possibilità di prorogare gli ammortizzatori sociali, come Uilm abbiamo chiesto a Whirlpool di fare la sua parte realizzando un piano di effettiva specializzazione degli stabilimenti e di sviluppo, così da utilizzare i prossimi due anni per azzerare finalmente gli esuberi. Chiediamo inoltre che siano concordati percorsi di stabilizzazione per i precari di Varese, che siano rivisti in meglio gli incentivi, nonché verificati i potenziali progetti di reindustrializzaizone. Il tavolo ministeriale sarà riconvocato già a metà ottobre.

ELECTROLUX
Il 9 ottobre è stata invece la volta di Electrolux.  Anche in questo caso il supporto del Governo non è venuto meno: il ministero dello Sviluppo economico ha assicurato il suo sostegno per scongiurare gli esuberi alla Electrolux di Solaro, stabilimento nella provincia di Milano con circa ottocento dipendenti che produce lavastoviglie e per cui gli ammortizzatori sociali scadrebbero il 31 dicembre. “A distanza di quasi quattro anni dall’accordo di riorganizzazione, gli stabilimenti di Forlì e di Susegana (Treviso) non hanno più bisogno di ammortizzatori sociali e questo è un risultato importante, ma purtroppo a Porcia (Pordenone) e a Solaro (Milano) restano centinaia di esuberi”, spiega sempre Ficco.
In particolare, a Solaro attualmente ci sono oltre 200 persone in esubero, che nel migliore dei casi potrebbero scendere a 150 qualora gli investimenti previsti portassero davvero ad un notevole incremento dei volumi produttivi, ma che in ogni caso senza ammortizzatori sociali verrebbero licenziati a fine anno; anzi a ben vedere, se non ci fosse il necessario supporto del Governo in termini di proroga degli ammortizzatori sociali per il biennio del piano industriale presentato dall’Azienda, lo stesso piano di investimenti per Solaro pari a circa 7 milioni l’anno potrebbe essere messo in discussione e dunque lo stesso futuro della fabbrica sarebbe a repentaglio, poiché nel 2018 i volumi di lavastoviglie si sono attestati a soli 560 mila pezzi annui, a fronte dei quasi 900 mila preventivati.
A Porcia, benché in questi anni si siano avute oltre duecento uscite incentivate e i volumi produttivi siano più alti delle previsioni iniziali, restano circa 80 esuberi; il paradosso è che la vicina fabbrica di Vallenoncello, che produce apparecchi professionali, ha continuato ad assumere nuovo personale, anziché offrire opportunità di ricollocazione ai colleghi di Porcia, ma finalmente la Direzione aziendale oggi ha accettato la richiesta del sindacato di favorire spostamenti da un sito all’altro. “Per tutto questo non possiamo che confidare nel sostegno del Governo – conclude Ficco – che speriamo si concretizzerà a breve con provvedimenti normativi conseguenti sugli ammortizzatori sociali, e chiediamo anche ad Electrolux, come a Whirlpool, di sfruttare questo tempo al meglio per presentare un piano industriale chiaro di sviluppo per tutti gli stabilimenti”.

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