Bekaert: alcune riflessioni sulla vertenza

di Luca Maria Colonna

La Bekaert di Figline Valdarno, in provincia di Firenze, in precedenza di proprietà della Pirelli, 318 dipendenti, produce cordino di acciaio destinato principalmente alla costruzione degli pneumatici per auto, ed è una delle tante medie aziende di lavorazione meccanica che hanno fatto e fanno dell’Italia la seconda manifattura europea. Attualmente di proprietà della omonima multinazionale belga, che è presente anche in Sardegna avendo acquisito da Bridgestone, altro produttore di pneumatici, lo stabilimento di Assemini che produce cordino di acciaio, destinato però ai copertoni per i mezzi pesanti e speciali.

L’ANNUNCIO DEL LICENZIAMENTO
Il 22 giugno 2018, la Direzione aziendale ha comunicato, contestualmente alle Organizzazioni sindacali, alle RSU e a tutti i lavoratori, l’avvio di una procedura di licenziamento collettivo di tutti i dipendenti di Figline per cessazione di attività. Le produzioni sarebbero in futuro state svolte negli stabilimenti del Gruppo in Slovacchia e in Romania. Una vera delocalizzazione! Avvisato delle intenzioni della Bekaert appena comunicate, nel suo intervento al 17° Congresso Nazionale UIL, Rocco Palombella ha accennato a questa ulteriore storia di “delocalizzazione”, contribuendo così a rendere la vertenza Bekaert una “vertenza pilota” per la difesa del lavoro industriale in Italia.

LE INIZIATIVE MESSE IN CAMPO
I lavoratori, la RSU e le Organizzazioni sindacali, con il sostegno delle istituzioni, Comune di Figline e Regione Toscana sempre presenti agli incontri sindacali, hanno poi usato i 75 giorni della procedura di licenziamento collettivo, poi prorogata nel mese di agosto fino al 3 ottobre 2018, per costruire il consenso dell’opinione pubblica e per trovare gli strumenti per evitare i licenziamenti: le visite al presidio di Sting e del Ministro Di Maio sono stati due momenti, forse i più eclatanti, di una mobilitazione durata tutta l’estate e gestita con grande razionalità ed efficacia dalla RSU e dalle Organizzazioni sindacali territoriali.

Luca Colonna alla manifestazione del 24 ottobre scorso al Mise

LE INCERTEZZE
Eppure momenti di incertezza e anche di scoramento ce ne sono stati, in primo luogo quando ragionando sulle norme introdotte con il decreto legge 87/2018, il cosiddetto “decreto dignità” in tema di localizzazioni ci siamo resi conto che Bekaert non avrebbe dovuto restituire nulla, semplicemente perché non aveva beneficiato di alcun contributo statale o regionale. Inoltre sono stati pesanti e densi di preoccupazioni gli ultimi dieci giorni di settembre perché il ripristino della cassa integrazione “per cessazione”, inserita nel “decreto emergenze” collegato con la situazione di Genova, non veniva pubblicato in Gazzetta Ufficiale mentre il termine del 3 ottobre si avvicinava. Anche nella mobilitazione per il superamento dei vincoli introdotti dal “jobs act” agli ammortizzatori sociali, promossa da Fim, Fiom e Uilm il 24 settembre, le richieste dei lavoratori Bekaert hanno avuto il loro spazio. Questo perché la cassa integrazione “per cessazione”, abolita con il “jobs act”, in questo caso era la medicina necessaria, direi l’unica, per realizzare gli obiettivi della lotta sindacale: reindustrializzare l’area! Infatti, fin dal primo momento si era capito che nulla e nessuno avrebbe trattenuto la Bekaert a Figline e – diciamo anche questo – che gli stessi lavoratori dopo che la Multinazionale a sorpresa e inusualmente ha inviato a tutti i dipendenti la comunicazione di avvio della procedura di licenziamento, non avrebbero più lavorato volentieri e in serenità con tale azienda.

LA SOLUZIONE
La soluzione quindi non poteva che essere un altro o altri imprenditori, ma era del tutto evidente che i 75 giorni della procedura, anche se divenuti 100 con la proroga di agosto, non sarebbero stati sufficienti a individuare uno o più progetti industriali credibili per garantire 318 posti di lavoro. Il 29 settembre il decreto contenente la CIGS “per cessazione” è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale e il 2 ottobre abbiamo siglato l’accordo per usare questa CIGS per tutto il 2019.
Il 9 ottobre la RSU ha comunicato alla Direzione aziendale che il referendum sull’ipotesi siglata aveva ottenuto il 94% di consensi e quindi l’accordo diveniva compiutamente operativo.
Lunedì 15 ottobre dalle 19.30 alle 20.30 si svolgerà un’assemblea dei lavoratori con Fim, Fiom e Uilm territoriali e con la partecipazione del ministro Luigi Di Maio.
La Uilm di Firenze, che in questa vertenza ho sostenuto, lavorando soprattutto come “cassa di risonanza” delle iniziative e delle posizioni che venivano definite a livello locale, ha spiegato che la visita di Di Maio è “segno di riconoscenza” per il contributo che il Ministro ha dato a ripristinare la CIGS per cessazione, ma che “non c’è da festeggiare, c’è ancora molto da fare” poiché la CIGS è solo lo strumento con il quale avere il tempo perché dalle ceneri della Bekart nascano aziende in grado non solo di dare lavoro agli attuali dipendenti, ma anche di offrire prospettive occupazionali per i giovani di quel territorio. Allora sì che si potrà festeggiare e io mi sono già prenotato!

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